A pochi giorni dalla aritmetica vittoria del campionato di Serie A, la società del patron De Laurentiis è l’oro di Napoli: quanto vale?
Aurelio De Laurentiis è un imprenditore che proviene dal settore cinematografico. Tuttavia, nel 2004, in occasione del fallimento del Napoli calcio, decise di entrare nel mondo del calcio.
La storia del Napoli di De Laurentiis parte da un’aula di tribunale, dove il produttore cinematografico rileva la Società Sportiva Calcio Napoli. Come egli stesso ha raccontato in diverse interviste, tutto ciò che aveva in mano era solo un foglio di carta: niente squadra, niente staff, niente allenatore, niente sede sportiva e, addirittura, niente palloni.
Un vero e proprio salto nel buio, per lui che di calcio non ne capiva nulla. Tanto che la stessa moglie, Jacqueline, quando scoprì le sue intenzioni di acquistare il Napoli, gli disse: “Tu sei pazzo!”
Aurelio De Laurentiis è il patron del Napoli da 19 anni. Per tornare nel calcio che conta è dovuto passare nell’inferno del campionato di Serie C, attraverso quello di serie B, fino alla qualificazione in Serie A.
Da allora, il Napoli calcio è sempre stato competitivo nella massima competizione di calcio italiana. Non a caso, è l’unica società ad essersi qualificata, in Europa, negli ultimi 14 anni.
Insomma, la vittoria del terzo scudetto del Napoli è frutto di programmazione e lungimiranza. Di certo, non si può parlare di miracolo sportivo. Fermo restando che la società di De Laurentiis resta pur sempre una realtà a conduzione familiare: nulla a che vedere con le multinazionali e le grandi aziende del nord (Juventus, Milan e Inter su tutti).
Eppure, pochi giorni fa, il 4 maggio 2023, la SSC Napoli è tornata a sedersi sul gradino più alto del podio della Serie A italiana, vincendo il suo terzo scudetto. Quanto vale oggi la società di Aurelio De Laurentiis?
L’oro di Napoli, tra mercato della rosa e ricavi TV: quanto vale il Napoli diede Laurentiis?
L’idea che una piccola società a conduzione familiare riesca a dominare il campionato di Serie A, senza mai metterlo in discussione, rende perfettamente l’idea del capolavoro di programmazione messo in atto dal presidente e dalla dirigenza.
A pochi giorni dalla vittoria del terzo scudetto, proviamo a fare due conti in tasca al Patron della SSC Napoli.
Ad inizio campionato, con non poche polemiche da parte dei tifosi, la squadra di Spalletti era considerata la meno attrezzata tra le big italiane: sia per la vittoria del titolo che per un posto in Champions.
Dopotutto, l’estate napoletana 2022 è stata caratterizzata da illustri cessioni. In un solo colpo, la Società Calcio Napoli si è liberata del capitano, Lorenzo Insigne, del vice capitano, nonché miglior centrale di difesa della Serie A, Kalidou Koulibaly e del più prolifico marcatore della storia del club, Dries Mertens.
Inoltre, con le illustri cessioni avvenute nella sessione di mercato estiva, il club è riuscita a ridurre il tetto ingaggi del 35%.
Agli occhi degli addetti ai lavori e dei tifosi, la partenza degli uomini simbolo della squadra non faceva preannunciare nulla di buono. Anche perché, i calciatori arrivati a sostituire i partenti erano giovani, sconosciuti e, probabilmente, non all’altezza. Ci stiamo riferendo ai vari: Khvicha Kvaratskhelia, Min-jae Kim, Matias Oliveira, Giacomo Raspadori e Giovanni Simeone.
Insomma, con la rivoluzione d’estate la squadra sembrava indebolita, anche se oggettivamente ringiovanita, abbassando l’età media della rosa.
Ma a distanza di otto mesi, la rosa del Napoli ha un valore di mercato di circa 629 milioni. A far lievitare notevolmente questa cifra ci hanno pensato:
- Victor Osimhen, il nigeriano capocannoniere della serie A, attualmente ha un valore di mercato di almeno 100 milioni di euro;
- Khvicha Kvaratskhelia, il 22enne georgiano, acquistato per soli 11 milioni di euro, oggi avrebbe un valore di mercato di circa 85 milioni;
- Min-jae Kim, il centrale difensivo della Corea del Sud, acquistato per 18 milioni, potrebbe lasciare Napoli solo dietro il pagamento di una clausola rescissoria di 50 milioni di euro.
Ma come è immaginabile anche il valore degli altri giocatori della rosa è lievitato, dopo la vittoria dello Scudetto: l’oro di Napoli.
Diritti TV
Per quanto riguarda le entrate relative ai diritti televisivi, questi rappresentano circa la metà dei ricavi della SSC Napoli. Si stima che mediamente la società di De Laurentiis riesca ad ottenere circa 180 milioni di euro dai diritti televisivi.
A questi andranno poi aggiunti i 26 milioni di euro riconosciuti alla società che vince lo Scudetto. Senza dimenticare i ricavi relativi alla Champions League: sia per la storica qualificazione ai quarti di finale di quest’anno sia per la certa qualificazione alla massima competizione Europea 2023-2024.
Inoltre, la serie A distribuisce risorse che ammontano a circa 122 milioni di euro e il Napoli ne incasserà il 12%, in virtù della vittoria dello Scudetto. Parliamo di una cifra pari a 19 milioni di euro.
Vi è poi la questione relativa ai diritti TV assegnati dalla UEFA per la partecipazione alla Champions League. Le società italiane ricevono risorse per 34,2 milioni, nel triennio che va dal 2021 al 2024. Di queste risorse il 20% sono destinate alla prima classificata del campionato. Parliamo, quindi di un ulteriore ricavo pari a 6,8 milioni di euro.
La partecipazione alla Champions League 2022-2023, che ha visto il Napoli uscire ai quarti di finale contro il Milan, ha fruttato alla SSC Napoli 77,95 milioni di euro comprensivi.
Infine, è da considerare anche la questione Supercoppa, per la quale i premi non sono ancora stati definiti.
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