La soglia di non imponibilità dei fringe benefit è stata alzata fino a 3 mila euro dal Governo Meloni. Quali le conseguenze per i lavoratori dipendenti con figli a carico?
Nel Decreto Lavoro rientra un provvedimento incluso nelle misure fiscali per il welfare aziendale. Approfondiamone i dettagli.
Cosa sono i fringe benefit e quali i vantaggi per i lavoratori con l’innalzamento della soglia fino a 3 mila euro? Iniziamo con lo specificare come l’articolo 51 comma 1 del TUIR preveda che il reddito da lavoro dipendente sia costituito dalle somme e valori percepiti nel periodo d’imposta a qualunque titolo. Vi rientrano anche gli importi ottenuti sotto forma di erogazioni liberali all’interno del rapporto di lavoro.
Tutti i beni e i servizi che l’azienda fornisce al lavoratore non come forme di denaro sono chiamati fringe benefit. Una sorta di “compensi in natura” che vengono inseriti nel welfare aziendale per sostenere il dipendente. L’auto aziendale, i buoni pasto, l’assistenza sanitaria, la concessione dei prestiti sono alcuni esempi di fringe benefit.
La soglia di non imponibilità dei beni e servizi ceduti ai lavoratori della propria azienda è di 258,23 euro. Con il Decreto Lavoro tale limite è stato alzato fino a 3 mila euro (come già successo nel 2022). Significa che entro questa cifra non sarà applicata alcuna tassazione ai fini IRPEF. Per il datore di lavoro, invece, si tratta di somme completamente deducibili dal reddito di impresa.
Fringe benefit fino a 3 mila euro con il DL Lavoro
L’aumento a tremila euro è destinato unicamente ai dipendenti con figli a carico e limitatamente al periodo d’imposta 2023. Il Decreto Lavoro ha stabilito, dunque, che non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di 3 mila euro.
Di conseguenza, i datori di lavoro potranno aiutare i dipendenti rimborsando i soldi spesi per le bollette, ad esempio, rientrando, così, nelle finalità del welfare aziendale.
I grandi esclusi
L’incremento dei benefit fino a 3 mila euro è un grande aiuto per i lavoratori ma solamente per quelli che hanno figli a carico. Tale decisione ha suscitato numerose critiche dato che escludono dal sostegno economico le famiglie con componenti disabili o quelle monoparentali, anch’esse gravate dalla crisi economica.
Queste categorie di dipendenti dovranno far affidamento su altre tipologie di aiuti che il Governo ha attivato e attiverà per supportarle nei momenti di difficoltà.