Tagli pesantissimi all’Assegno Ordinario di Invalidità: in quali ipotesi si rischia di perdere la prestazione?

La normativa dispone l’integrazione dell’Assegno Ordinario di Invalidità, se è troppo basso. In alcune ipotesi, però, può anche ridursi drasticamente.

L’Assegno Ordinario di Invalidità (AOI) è una misura previdenziale riconosciuta dall’INPS agli iscritti all’AGO (l’Assicurazione Generale Obbligatoria) o alla Gestione separata e ai lavoratori autonomi, che abbiano determinati requisiti sanitari e contributivi.

assegno ordinario di invalidità
Assegno Ordinario di Invalidità -InformazioneOggi.it

In particolare, i titolari devono essere affetti da una riduzione permanente superiore a 1/3 della capacità lavorativa, a causa di infermità fisica o mentale.

Per ottenere l’Assegno Ordinario di Invalidità, inoltre, è necessario essere iscritti a un Fondo previdenziale da non meno di 5 anni ed avere almeno 5 anni di contributi, dei quali 3 nel quinquennio antecedente la richiesta per il sussidio.

L’Assegno dura 3 anni, ma si può prorogare se il percettore invia domanda di conferma della prestazione. Dopo 3 proroghe consecutive, la misura diviene definitiva fino all’età pensionabile (attualmente 67 anni).

Se il titolare di AOI lavora e produce reddito, può subire una riduzione della prestazione. Al contrario, se l’importo è troppo basso, può ricevere un’integrazione.

Analizziamo, quindi, la disciplina di riferimento e vediamo in quali ipotesi la misura si riduce e in quali, invece, aumenta.

Leggi anche: “L’assegno ordinario di invalidità ha una scadenza e non tutti lo sanno e perdono i soldi“.

Riduzione e integrazione dell’Assegno Ordinario di Invalidità: le regole

La riduzione dell’Assegno Ordinario di Invalidità è disposta quando il titolare svolge un’attività lavorativa e, quindi, supera la soglia reddituale prestabilita. Per il 2023, quest’ultima è pari a 13.085,02 euro, per i coniugati, e a 19.627,53 euro, per i non coniugati.

Nello specifico, ai sensi della Legge n.222/1984, l’INPS riduce l’ammontare della prestazione:

  • del 25%, se il reddito è maggiore di 4 volte il trattamento minimo (per il 2023, è di 563,74 euro);
  • del 50%, se si supera di 5 volte il trattamento minimo.

Se, invece, non si supera la soglia di reddito e si percepisce un Assegno inferiore al trattamento minimo, l’INPS ne dispone l’integrazione, fino al raggiungimento dei 563,74 euro.

Non perdere il seguente approfondimento: “L’assegno ordinario di invalidità può essere revocato: il dettaglio da non sottovalutare“.

Come si determina l’importo della prestazione?

Il meccanismo utilizzato per calcolare la cifra spettante a titolo di Assegno Ordinario di Invalidità varia a seconda dell’anzianità previdenziale e assicurativa del beneficiario.

In particolare, l’INPS determina l’importo sulla base del metodo retributivo, misto o contributivo.

Il sistema retributivo si applica a chi ha almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995. Il metodo misto, invece, riguarda chi ha meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e ulteriori versamenti successivi a tale data. Il contributivo puro, infine, coinvolge chi ha iniziato a versare i contributi dal 1° gennaio 1996.

Chi ricade in quest’ultimo sistema, purtroppo, avrà un Assegno inferiore e, inoltre, non potrà accedere all’integrazione al trattamento minimo.

Impostazioni privacy