Investire nei Buoni Fruttiferi di Poste Italiane conviene davvero? La risposta lascia senza parole

Cercheremo di capire se investire nei Buoni Fruttiferi Postali è una mossa conveniente nel 2023 per tutelare i risparmi e vederli fruttare nel tempo.

Più di 50 milioni di sottoscrizioni di Buoni Fruttiferi, questo il numero aggiornato al 2020.

Investire Buoni Fruttiferi conviene
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Oggi vogliamo aiutare i contribuenti approfondendo la conoscenza con i Buoni Fruttiferi Postali. Parliamo di uno strumento di risparmio che permette di tutelare il denaro mentre lo si vede crescere nel tempo. I rendimenti sono interessanti anche se non elevati rispetto ad altre forme di investimento più rischiose e contemporaneamente più “ricche”, almeno potenzialmente.

Per poter capire se i Buoni sono la soluzione preferibile per le proprie esigenze occorre conoscerne le caratteristiche. Iniziamo con il precisare che trattandosi di una forma di investimento sicura e a basso rischio non è destinata a chi cerca grandi guadagni nel breve periodo. I piccoli risparmiatori, invece, possono prendere seriamente in considerazione la sottoscrizione di un Buono.

Investire in Buoni Fruttiferi: le considerazioni preliminari

Per capire se i Buoni Fruttiferi sono l’investimento adatto occorre considerare diverse variabili. La scelta, infatti, è puramente personale. Dipendete dai rischi che si è disposti a correre, dai rendimenti che si vogliono ottenere nonché dalla durata dell’investimento. Analizziamo brevemente ogni fattore da valutare.

Obiettivi di investimento

Come accennato, i BFP sono strumenti di risparmio adatti a chi vuole tutelare il proprio capitale accontentandosi di vederlo crescere di poco (specialmente con un investimento nel breve-medio termine) ma con rendimenti garantiti. I Buoni, dunque, sono sicuri ma non altamente remunerativi anche se attendendo molto a lungo i risultati saranno più che soddisfacenti.

Tassi di interesse

La seconda variabile da considerare è il tasso di interesse. Rispetto ad altre forme di investimento i rendimenti sono bassi. Si va dall’1,50% ad un massimo del 4,50%. Percentuali da comparare con i Fondi Comuni di investimento o i Titoli di Stato per giungere alle proprie conclusioni finali.

Investire nei Buoni tenendo conto dell’inflazione

L’inflazione fa perdere il potere d’acquisto del denaro. Ecco perché è consigliabile evitare di lasciare somme ferme sul conto corrente. D’altra parte occorre considerare che se il rendimento del Buono non dovesse star dietro all’inflazione allora il valore reale dell’investimento potrebbe rivelarsi inferiore alle aspettative.

Orizzonte temporale

Prima di una scelta occorrerà considerare anche l’orizzonte temporale dell’investimento. Investire nei Buoni Fruttiferi significa attendere dai tre ai venti anni prima di recuperare capitale e interessi. Più si attende, poi, più alti saranno i guadagni (qui lo strumento di simulazione del rendimento). Pazienza è, dunque, la parola chiave per chi decidere di sottoscrivere un Buono di Poste Italiane.

Liquidità per investire nei Buoni Fruttiferi

Investire nei Buoni Fruttiferi significa avere da parte una liquidità da utilizzare per l’acquisto dei Buoni. Fortunatamente il prodotto prevede che la somma possa essere riscattata in ogni momento e permette un investimento anche partendo da somme molto basse. Naturalmente maggiore sarà il capitare iniziale investito maggiori saranno i guadagni (clicca qui per una simulazione).

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