Il CEO della F1 Domenicali si esprime sul dominio imperante della Red Bull, che si appresta a vincere un altro campionato.
Stefano Domenicali fa spallucce davanti al pericolo di trovarci spettatori di una Formula Noia. E implicitamente nega che qualora Verstappen e Perez dovessero andare avanti a suon di successi, la FIA interverrà introducendo nuove regole per bloccarla. Il manager imolese ha così di fatto risposto all’ipotesi avanzata da George Russell sull’atteggiamento cauto dalla Red Bull per scampare a possibili normative penalizzanti.
Nella fattispecie l’ex dirigente Ferrari e Lamborghini ha dichiarato che se forse gli amanti storici della F1 si annoiano davanti alle supremazie, non lo stesso accade all’audience 4.0, quella che probabilmente ne capisce poco o nulla e guarda ai GP come un mero intrattenimento. Uno show. Prova ne è la corsa a comprare i biglietti per accedere alle tribune di tutti gli appuntamenti in calendario.
“Se una squadra è più veloce delle altre, congratulazioni. Vuol dire che ha fatto un lavoro migliore delle altre“, le parole dell’amministratore delegato nel contesto di una riunione di investitori. Il 57enne ha comunque precisato che la Federazione farà tutti i controlli del caso per verificare la conformità delle auto. Ma nulla più.
“Gli altri sono molto vicini tra loro. Per cui sono fiducioso che con il budget cap in vigore la situazione si evolverà nel modo migliore per implementare la competizione“, ha argomentato, spiegando il motivo per cui non è per nulla preoccupato dalle tre vittorie inanellate dall’equipe di Milton Keynes nelle prime tre corse.
Domenicali zittisce gli scettici della nuova F1
“I fan più accaniti, se vedono una macchina in forte vantaggio, perdono interesse. Ma nei nuovi mercati, dove sta arrivando un pubblico diverso, questo non è un fattore davvero importante“, ha aggiunto chiarendo in un certo senso che la top class come sport non esiste più, in quanto grazie a Liberty Media si è trasformata in un business. O ancora in un prodotto da vendere al miglior offerente, l’importante è che faccia divertire.
Contenuti e sostanza sono passati in secondo piano. Adesso è decisamente più attraente dal punto di viste del marketing l’apparenza. “Il nostro obiettivo è garantire delle battaglie, tuttavia alla luce della nostra crescita, certi aspetti perdono di rilevanza“, ha ridimensionato la questione relativa alla ripetitività che stanca.
Pur riconoscendo lo strapotere della Red Bull, il CEO del Grande Circo ha promesso colpi di scena e sorprese. Un prosieguo di annata scoppiettante. In pratica lo scenario perfetto per diventare una puntata di Drive To Survive per allietare i fruitori della piattaforma americana Netflix.
“Sicuramente nell’avvio di stagione, la RB19 si è dimostrata piuttosto competitiva, però mi aspetto che gli avversari recuperino terreno“, ha affermato facendo poi affidamento sulla penalità inflitta alla scuderia austriaca per aver oltrepassato il tetto di spesa del 2021. Un’infrazione costata alla compagine creata dal compianto Dietrich Mateschitz sette milioni di dollari di multa, e la diminuzione del 10% del tempo a disposizione in galleria del vento.
Per Liberty Media i gran premi sono al cardiopalma
Un handicap che, a suo avviso, sulla distanza, potrebbe pesare in quanto mentre la concorrenza potrà sviluppare tranquillamente la monoposto, loro dovranno gestirsi con un monte ore meno importante. “Il campionato è molto lungo e credo che ci saranno delle belle sorprese prima della fine del Mondiale. Vedremo quanto peserà la punizione”.
Dello stesso avviso l’ad dell’ente proprietario Greg Maffei, convinto che mai come ora i GP siano stati densi di azione e ruota a ruota, a dispetto dell’effettiva superiorità di una squadra sulle altre. “Statisticamente abbiamo assistito ad un numero maggiore di sorpassi rispetto al passato. E tanti ne seguiranno. Dunque c’è parecchio movimento in pista“, ha chiosato lo statunitense, ben contento dell’esito di un restyling capillare della disciplina, avviato dopo aver mandato in pensione nel 2017 il tanto bistrattato Bernie Ecclestone che oggi, più di qualcuno sta rimpiangendo.