I Comuni in collaborazione con l’INPS erogano il Bonus mamme disoccupate anche nel 2023. Scopriamo requisiti e modalità di inoltro della domanda.
L’assegno di maternità può essere richiesto a condizione che si rispettino determinati requisiti.
La natalità in Italia è un grande problema. Le coppie non fanno figli oppure si fermano ad un solo bambino e i motivi sono comprensibili. Per prendersi cura di un figlio servono soldi, certezze, un tetto sopra la testa, un lavoro sicuro. Purtroppo nella nostra nazione quelli che dovrebbero essere diritti per i cittadini diventano spesso miraggi difficilmente raggiungibili soprattutto in giovane età. E così si ritarda a fare il primo figlio – l’età media è di 33,1 anni – tanto da rendere impossibile pensare di farne nascere a breve un altro. Mancano sostegni alle donne nella maternità. Economici e lavorativi. Essere madri è fonte di discriminazione in molti, troppi contesti lavorativi e pur volendo portare avanti parallelamente famiglia e lavoro non ci sono aiuti in tal senso.
Le mamme disoccupate possono, però, accedere ad un Bonus loro dedicato ma solamente rispettando specifiche condizioni.
Bonus mamme disoccupate, come funziona
La prestazione in questione è erogata dall’INPS ma la domanda deve essere inoltrata al Comune di residenza. Per potervi accedere occorrerà avere un ISEE inferiore a 19.185 euro nel 2023. Per quanto riguarda l’importo del sussidio, corrisponde a 1.917,30 euro versati dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale in cinque mensilità di pari importo. L’assegno mensile sarà, così, di 383,46 euro grazie alla rivalutazione con tasso dell’8,1% definito dall’ISTAT sulla base dell’indice dei prezzi di consumo.
Un’altra importante informazione sul funzionamento del Bonus mamme disoccupate. La prestazione va richiesta entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall’ingresso in famiglia del minore in caso di adozione o affidamento pre-adottivo.
Richiesta del beneficio e disoccupazione
L’assegno di maternità noto anche come Bonus mamme disoccupate è concesso dai Comuni anche se erogato dall’INPS. Si rivolge alle donne con figli neonati, un basso reddito e disoccupate anche se quest’ultimo requisito non è strettamente necessario.
Tra le condizioni di accesso segnaliamo anche la residenza in Italia. Una puntualizzazione. Non bisogna confondere il Bonus mamme disoccupate con l’assegno di maternità erogato dallo Stato che è stato inglobato nell’Assegno Unico Universale e, dunque, ad oggi non esiste più.
Requisiti per la domanda del Bonus mamme disoccupate
Ogni Comune valuterà la domanda di accesso alla prestazione (che ricordiamo può avere nomi differenti in base al Comune finanziatore). Le destinatarie sono le mamme prive di copertura previdenziale oppure con una copertura al di sotto di un certo importo fissato annualmente.
Dovranno avere, come detto, la residenza in Italia ed essere italiane, comunitarie o cittadine straniere in possesso di titolo di soggiorno. La domanda può essere inoltrata avendo partorito oppure preso in affido o adottato un bambino. Le condizioni necessarie le possiamo riassumere così
- reddito inferiore ad uno specifico limite fissato annualmente, (ISEE inferiore a 19.185 euro nel 2023),
- nessuna copertura previdenziale oppure copertura inferiore ad un importo fissato annualmente,
- non beneficiare di altri assegni di maternità INPS,
- ISEE inferiore a 19.185 euro nel 2023.
Aggiungiamo che la prestazione non è cumulabile con altri trattamenti previdenziali. Una sola eccezione. Aver diritto a percepire dal Comune di residenza la quota differenziale.
Come inoltrare la richiesta
Le mamme interessate al Bonus che soddisfano i requisiti dovranno, come accennato, inviare la domanda di accesso alla prestazione al proprio Comune di residenza. L’invio dovrà avvenire entro i sei mesi dal parto o dall’arrivo del bimbo adottato o affidato. Per conoscere nel dettaglio le modalità di presentazione della richiesta basterà accedere al portale del Comune di riferimento oppure recarsi personalmente presso l’apposito sportello comunale e chiedere moduli da compilare e delucidazioni.
Sarà l’amministrazione comunale stessa a verificare la sussistenza dei requisiti necessari per ottenere l’agevolazione. Una volta stabilito il diritto, la palla passerà all’INPS che procederà con l’erogazione del primo pagamento entro trenta giorni dall’inoltro della domanda. La modalità di versamento si potrà probabilmente scegliere durante la compilazione della richiesta.