Il sindacato Nursing Up ha riscontrato un aumento dei tumori al seno tra le operatrici sanitarie e chiede un’indagine da parte del Ministero della Salute.
L’incremento dei casi di cancro tra le infermiere è stimato al 50% in pochi anni. La percentuale è preoccupante, lo afferma De Palma.
Il tumore al seno risulta la neoplasia più frequente tra le donne colpendo una donna ogni nove nell’arco della vita. Solo in Italia annualmente si ammalano di questa tipologia di cancro circa 48 mila donne. Più ristretto il numero di uomini, circa 300. Allargando le statistiche, l’Europa ha rilevato negli ultimi anni 350 mila nuovi casi che hanno avuto come conseguenza la morte di 90 mila persone.
Ricordiamo quanto la prevenzione sia fondamentale in questo tipo di malattia. Prenderla in tempo significa aumentare notevolmente le possibilità di sconfiggere il cancro. La ricerca, poi, ha contribuito a diminuire il numero di decessi nel tempo riuscendo a trovare metodi per salvare le donne. Rimane il fatto, però, che alcune professioni sembrano più a rischio di altre presentando una maggiore possibilità di sviluppare un tumore al seno. Le correlazioni sono studiate dall’organizzazione statunitense Breast Cancer Fund e riportate nella ricerca “Working Women and Breast Cancer. The State of the Evidence“.
Tumori al seno e professioni sanitarie, la correlazione
Il report riporta come il rischio di sviluppare il cancro alla mammella sia più alto tra le infermiere e le ostetriche piuttosto che il resto della popolazione femminile. Parliamo di un 50% di possibilità in più, una percentuale allarmante.
E le previsioni per il futuro sono altrettanto destabilizzanti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che l’aumento dei nuovi casi toccherà il 70% nel prossimo ventennio. Le infermiere dovranno trattare, dunque, un sempre crescente numero di casi e di pazienti che si devono sottoporre a chemioterapia, molti dei quali potrebbero essere proprio loro o colleghe. Ma per quale motivo il rischio per il personale sanitario è più alto?
Da cosa dipende l’alta percentuale di casi
A cercare di capire perché tra infermiere, ostetriche e operatrici sanitari vi sia un più alto rischio sono le autorità sanitarie di nazioni a noi vicine. Il presidente nazionale del sindacato Nursing Up Antonio De Palma ha riferito come il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Medici francese abbia esaminato un caso di un’ex infermiera in pensione arrivando alla conclusione di una correlazione tra lavoro notturno e aumento del rischio di sviluppare tumori al seno.
La donna ha lavorato 28 anni nei reparti di cardiologia e ginecologia dell’ospedale di Sarreguemines per un totale di 873 turni di lavoro notturno. All’età di 48 anni ha scoperto di avere un tumore al seno e a distanza di 14 anni (ora la donna ha 61 anni) il Consiglio dei Medici francese ha stabilito come la patologia sia direttamente connessa con il lavoro notturno svolto per troppo tempo.
Significa che il cancro rientra nel suo caso tra le malattie contratte sul posto di lavoro. La donna, dunque, può richiedere un risarcimento all’assicurazione sanitaria negata in precedenza a due sue colleghe.
Stress e fatica provocano i tumori al seno
L’indagine ha rivelato come lo stress legato ai pesanti orari di lavoro notturno nonché la fatica all’origine di un indebolimento del sistema immunitario siano cause dell’insorgenza in aumento di tumori al seno nelle operatrici sanitarie, infermiere e ostetriche. Inoltre sono continuamente sottoposte al rischio di aggressioni fisiche e psicologiche. L’ansia costante è un’altra causa scatenante la patologia.
Se vale in Francia, naturalmente, vale anche in Italia la stessa deduzione. Come si comporterà il Ministero della Salute in relazione a quanto appurato dall’indagine francese?