Sandro Piccinini non è sempre stata una voce storica del calcio italiano. Da giovane infatti stava per percorrere una carriera particolare.
Uno dei telecronisti in assoluto più apprezzati in Italia in questi anni è Sandro Piccinini. Il commentatore è diventato noto per i suoi modi di dire che sono entrati nel linguaggio comune degli appassionati.
Sono pochi però coloro che sono a conoscenza del passato del telecronista, con il suo ingresso nel mondo del calcio che avrebbe potuto arrivare tramite altre strade.
Sandro è il figlio d’arte di Alberto Piccinini, uno dei più grandi calciatori in Italia nel post Seconda Guerra Mondiale. Gli esordi con la Roma, una storica promozione in Serie A con la Salernitana, due Scudetti con la Juventus e un anno al Milan.
Il tutto condito anche da cinque presenze con la maglia della Nazionale e l’amarezza per non essere stato chiamato in vista del Mondiale 1950. Piccinini dunque ha avuto un grande maestro da giovane e per questo motivo provò a sfondare nel mondo del calcio.
Pochi sanno infatti che da giovanissimo era un calciatore abbastanza promettente, tanto è vero che venne inserito nel settore giovanile della Lazio. Il ragazzo cresceva e sembrava poter diventare un buon difensore come il padre, ma nel 1972 accadde la tragedia.
Sandro aveva solo 14 anni quando Alberto morì a soli 49 anni. Le cause non furono mai del tutto chiarite, “La Stampa” del tempo parlava di una morte improvvisa e inaspettata e la cosa scosse e non poco suo figlio.
Piccinini calciatore, lo ricordate? Squadra, ruolo, caratteristiche
Stando a quanto riportato dallo stesso Sandro Piccinini quell’evento fu la causa scatenante della fine anticipata della sua carriera da calciatore. La decisione definitiva di lasciare quel mondo avvenne solamente tre anni dopo, con il telecronista che aveva 17 anni e che dichiarò di non poter competere con gli altri compagni.
Fu dunque una scelta personale, dettata dall’emotività del momento difficile e anche da una lucida autovalutazione. Probabilmente temeva anche il confronto diretto con Alberto, infatti anche Sandro prediligeva giocare da difensore o mediano davanti alla difesa.
La perdita del padre fu forse anche la causa scatenante del suo addio a Roma. Dall’anno seguente infatti si trasferì a Torino per poter studiare all’Università e tentare la strada da giornalista sportivo. Indubbiamente fu la scelta giusta vedendo i risultati che ha ottenuto nel corso di queste stagioni davvero favorevoli per lui.
La scelta del capoluogo piemontese forse non fu nemmeno del tutto casuale, dato che il telecronista non ha mai negato il suo tifo per la Juventus. Chissà cosa sarebbe successo se Alberto fosse rimasto accanto a lui negli anni della formazione calcistica.
Con i sé e con i ma però non si costruisce la storia e sicuramente dal cielo papà Piccinini sarà fiero e orgoglioso della splendida carriera del suo Sandro che si è fatto grande.