L’erogazione dell’Assegno Unico è strettamente connessa all’IBAN. Se non corrispondete a quello del richiedente il versamento non partirà.
I soldi dell’Assegno Unico vengono corrisposti direttamente sul conto corrente del richiedente e non in busta paga come per gli assegni familiari.
In redazione è giunto un quesito. “Mi è stato bloccato il Reddito di Cittadinanza perché mia figlia disabile al 100% supera i 16 mila euro in banca. Ho rifatto la domanda per l’Assegno Unico Universale (dando l’IBAN della mia PostePay) nel mese di marzo 2023 ma ancora non ho percepito nulla“.
La domanda ci permette di affrontare più argomenti. Iniziamo dal Reddito di Cittadinanza. Il blocco dell’erogazione è comprensibile dato che il sussidio viene erogato solamente a chi ha
- un ISEE inferiore a 9.360 euro,
- un valore del patrimonio immobiliare inferiore a 30 mila euro,
- un valore del patrimonio mobiliare inferiore a 6 mila euro se single incrementato di mille euro in presenza di più figli, 5 mila euro in caso di componente con disabilità e 7.500 euro in caso di disabilità grave entro il limite di 10 mila euro,
- il reddito familiare inferiore a 6 mila euro all’anno moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza in base al numero dei componenti del nucleo.
Nel momento in cui si superano le citate soglie si perde l’assegno. Il nostro lettore ha dunque pensato giustamente di richiedere l’Assegno Unico Universale per i figli a carico.
Assegno Unico per i figli a carico
La misura economica è erogata a sostegno delle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni o senza limiti di età qualora il figlio versi in condizioni di disabilità. Essere a carico significa non avere un reddito personale superiore a 2.840,51 euro oppure a 4 mila euro se di età inferiore a 24 anni.
Il lettore non specifica l’età della figlia con disabilità. In ogni caso, solo rispettando i limiti citati si potrà ricevere l’Assegno Unico da parte dell’INPS. Per quanto riguarda l’importo erogato dipenderà dall’ISEE.
Se non presentato si verrà inseriti nella fascia più alta che nel 2023 (ricordiamo che la misura è stata oggetto di rivalutazione) è fissata in 43.131,91 euro e prevede un Assegno di 54,1 euro. La cifra massima raggiungibile, invece, è di 189,2 euro con ISEE fino a 16.215 euro. Per i figli con disabilità grave e non autosufficienti, poi, sono previste maggiorazioni rispettivamente di 102,7 euro (se minori di 21 anni) e 113,5 euro (se minori di 21 anni).
Le tempistiche di erogazione
In generale, i pagamenti dell’Assegno Unico dipendono dal momento dell’inoltro della domanda. Se presentata per la prima volta dal 1° gennaio entro il 28 febbraio, il primo pagamento sarà scattato nel mese di marzo 2023 (soddisfacendo tutti i requisiti). Avendo atteso per procedere con l’inoltro si potrebbe dover aspettare il mese di aprile per ricevere l’erogazione. Solitamente l’INPS inizia i pagamenti dopo la prima metà del mese. Il nostro lettore, dunque, potrebbe a breve ricevere il pagamento avendo inoltrato la domanda solo a marzo. Nel 2023, infatti, il versamento viene effettuato il mese successivo a quello di presentazione della domanda.
L’INPS assicura, poi, che il riconoscimento dell’Assegno Unico avverrà al massimo entro 60 giorni dalla domanda. Il ritardo non deve preoccupare. Inoltrando domanda entro il 30 giugno, infatti, si ha diritto a ricevere le somme a partire dal mese di marzo ossia gli arretrati non erogati in tempo.
L’IBAN può bloccare la domanda?
Arriviamo ora ad una puntualizzazione di estrema importanza poco nota ai cittadini. L’INPS ha chiarito in un comunicato stampa del 22 febbraio 2022 che l’IBAN dovrà essere comunicato correttamente per ottenere l’erogazione dell’Assegno Unico.
In particolare, l’ente della previdenza sociale specifica come l’IBAN debba necessariamente
- essere di un servizio di pagamento operante in un Paese dell’Area SEPA – conto corrente bancario, conto corrente postale, carta di credito, carta di debito, Libretto di Risparmio o carta prepagata con IBAN,
- essere intestato o cointestato al beneficiario della prestazione tranne nel caso in cui la domanda sia inoltrata dal tutore di genitore incapace (l’IBAN potrà essere intestato oppure cointestato al tutore oltre che al genitore),
- intestato al richiedente dell’Assegno Unico, la delega non è sufficiente per la riscossione,
- corrisponda al codice fiscale del richiedente.
Quando il pagamento non scatta
Sarà l’INPS a verificare la titolarità dell’IBAN di pagamento utilizzando un processo telematico in collaborazione con Poste Italiane e con i vari istituti di credito convenzionati per il pagamento delle agevolazioni pensionistiche italiane. Nel caso in cui non venga accertata la corrispondenza della titolarità dell’IBAN con il codice fiscale del richiedente allora il pagamento verrebbe bloccato.
Questa potrebbe essere un’ulteriore causa per la quale il lettore non riceve l’Assegno Unico Universale. Risolvere la problematica risulterà molto semplice. Basterà accedere alla domanda già inoltrata (tramite sito INPS utilizzando le credenziali digitali – SPID, Carta di Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi) e procedere con la modifica dell’IBAN in maniera autonoma.