In pensione con 25 anni di contributi: l’importo dell’assegno stupisce

A quanto ammonterà l’assegno pensionistico con soli venticinque anni di contribuzione maturata? Simuliamo il calcolo dei diversi sistemi. 

Andare in pensione con 25 anni di contributi significa accontentarsi di un assegno pensionistico non elevato soprattutto a fronte di uno stipendio medio.

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Nel sistema italiano di calcolo della pensione, gli anni di contributi maturati rivestono un’importanza primaria soprattutto in caso di calcolo contributivo. La rilevanza conta sia ai fini della maturazione dei requisiti di accesso ai vari scivoli pensionistici sia nel conteggio dell’importo del trattamento.

In Italia la maggior parte delle forme di pensionamento richiede un elevato numero di contributi. Citiamo Quota 103 con 41 anni di contribuzione. La pensione anticipata ordinaria con 41 anni e dieci mesi per le donne e 42 anni e dieci mesi per gli uomini. La pensione per precoci con 41 anni di contributi.

Tanti lavoratori non riescono a raggiungere queste cifre. Possono aver iniziato la carriera dopo l’università o un eventuale master o se lavoratrici dopo essersi prese cura dei figli nei primi anni della loro vita. Insomma, riuscire ad accumulare 25 anni di contributi può essere considerato già un traguardo lodevole per tante persone. Ma quale scivolo utilizzare e, soprattutto, come si calcolerà l’assegno pensionistico?

Come andare in pensione con 25 anni di contributi

Un lettore ha chiesto “Ho letto che con 24 anni è possibile andare in pensione. Io ho 25 anni di contributi e lavoro, ho 62 anni di età e percepisco una piccola pensione di 280 euro per motivi di salute. La mia domanda è se è possibile andare in pensione e come mi devo comportare“.

In pensione con 25 anni di contributi si può andare accedendo alla pensione di vecchiaia. Bastano solo vent’anni per lasciare il lavoro a condizione di aver compiuto 67 anni. Al nostro lettore, dunque, mancherebbero altri cinque anni di lavoro per scegliere questa opzione.

In alternativa, si può andare in pensione a 64 anni ma solamente

  • avendo iniziato a lavorare prima del 1996 oppure
  • potendo effettuare il computo dei contributi in Gestione Separata,
  • avendo versato i contributi unicamente nel sistema contributivo,
  • a condizione che l’assegno della pensione sia di importo pari o inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

E poi c’è la RITA, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, che si può ottenere fino alla maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia.

In pensione con la RITA

I titolari di un Fondo previdenziale complementare possono andare in pensione con la RITA avendo

  • versato almeno cinque anni di contributi nel Fondo,
  • compiuto 62 anni di età,
  • maturato 20 anni di contribuzione,
  • cessato l’attività lavorativa.

Soddisfacendo questi requisiti il lettore potrà ottenere una rendita mensile di importo pari al capitale maturato nel Fondo.

Assegno pensionistico con 25 anni di contributi

Passiamo ora a capire come calcolare l’importo dell’assegno pensionistico con 25 anni di contribuzione. Diciamo subito di non aspettarsi una cifra elevata. Meno contributi si avranno, infatti, meno soldi si percepiranno specialmente dovendo conteggiare l’assegno con sistema totalmente contributivo. Altre variabili che concorrono insieme ai contributi sono, poi, la media annuale degli stipendi e l’età del lavoratore. 

Iniziamo dicendo che i sistemi di calcolo attivi in Italia sono tre ossia retributivo, contributivo e misto. 

Calcolo retributivo

Il sistema retributivo tiene conto di due quote, A e B. La prima tiene conto di tutti i versamenti accreditati dai lavoratori entro il 31 dicembre 1992. L’INPS calcola la retribuzione media settimanale degli ultimi cinque anni di stipendio con rivalutazione sulla base dell’indice FOI per poi moltiplicarla con il numero di settimane di contributi maturati e il coefficiente di rendimento del 2%.

La quota B, invece, tiene conto della contribuzione maturata dal 1° gennaio 1993 al 31 dicembre 1995 e della retribuzione media settimanale degli ultimi dieci anni di stipendio. Sommando Quota A e Quota B si conoscerà l’importo pensionistico di un anno.

Sistema contributivo per il calcolo della pensione

Questo sistema si basa sugli anni di contribuzione accreditati al lavoratore. Per ogni anno i lavoratori accumulano una certa quota (33% se dipendenti, 25% se autonomi) tale da definire un montante contributivo. A quest’ultimo occorrerà applicare il coefficiente di trasformazione corrispondente all’età del lavoratore al momento del pensionamento. Più alta l’età maggiore sarà il coefficiente e più elevato sarà l’importo dell’assegno pensionistico.

Questo sistema dovranno utilizzarlo tutti i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996 e coloro che hanno scelto l’accesso a determinati scivoli che impongono il calcolo contributivo (per esempio Opzione Donna).

Il sistema misto

In ultimo accenniamo al sistema misto. Unisce i due metodi precedenti applicando il calcolo retributivo ai contributi maturati entro il 31 dicembre 1995 e il calcolo contributivo alla contribuzione versata dal 1° gennaio 1996.

Stipendio e pensione con 25 anni di contributi

Dato che l’ammontare del trattamento pensionistico nel calcolo retributivo è pari al 2% della retribuzione pensionabile per ogni anno di contributi, avendo maturato 25 anni di contribuzione il lavoratore avrà diritto al 50% dello stipendio.

Una percentuale decisamente bassa considerando che chi raggiunge 35 anni di contributi percepirà con sistema retributivo il 70% dello stipendio mentre chi tocca i 40 anni riceverà l’80% della retribuzione.

Per non parlare dell’importo con sistema contributivo (ma anche misto) che sarà sicuramente più basso accumulando “solamente” 25 anni di contributi. Clicca qui per saperne di più.

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