Marquez e la terribile profezia: ecco cosa rischia se si fa male di nuovo

Marc Marquez vive un periodo della sua carriera a dir poco drammatico sul fronte degli infortuni. Un esperto lancia una profezia.

Il mondo della MotoGP si sposta ad Austin, dove questo fine settimana andrà in scena il Gran Premio delle Americhe. Il grande assente sarà Marc Marquez, ovvero colui che da queste parti ha vinto ben 7 delle 9 gare disputate, perdendo quelle che non ha portato a casa per errori o cadute, non certo per una mancanza di passo.

Marquez (ANSA)
Marquez ed i rischi in chiave futura (ANSA)

Marquez ha subito un infortunio alla mano destra nel contatto con Miguel Oliveira di Portimao, ed ora la situazione sembra essere più complicata del previsto. La conferma è arrivata dall’esperto Oscar Haro, che oltre a parlare di un suo possibile futuro in KTM ha dato anche tante altre informazioni interessanti.

Marquez, Oscar Haro parla chiaro sulla sua salute fisica

Per Marc Marquez ci sono problemi molto seri, di cui ha parlato in queste ultime ore anche Oscar Haro, ex direttore sportivo della Repsol Honda HRC. In un incontro con i media italiani, l’esperto del mondo della MotoGP ha fatto presente che l’infortunio che ha colpito il nativo di Cervera nel contatto con Miguel Oliveira a Portimao non è poi così leggero.

Ecco le sue parole: “Sono al telefono da circa un’ora con una persona che è molto vicina a Marc Marquez. La situazione è piuttosto delicata, ed è già una settimana che sono al corrente del fatto che non avrebbe mai potuto correre la gara di Austin, ma è ovvio che io non potessi dire nulla prima dell’uscita di comunicati ufficiali“.

Haro ha spiegato che in caso di ulteriore rottura dell’osso, il suo stop saerebbe molto lungo: “Il problema attuale di Marc è che l’osso che si è rotto è molto piccolo, e nelle forti staccate in cui la velocità scende da 340 a 140 km/h, la forza di frenata va di pari passo. Se quell’osso si dovesse rompere un’altra volta, sarebbe costretto ad un lungo stop di circa quattro mesi. Chi si è occupato dell’operazione di pochi giorni fa è in costante contatto con la squadra, e gli sta dicendo di non rischiare a mandarlo in pista finché non sarà pronto. In questo momento, sta usando le camere iperbariche per riprendersi“.

Per l’otto volte campione del mondo è un momento delicato, per non dire terribile, ed ora è corsa contro il tempo per cercare di rimettere in piedi la stagione 2023, senza però forzare troppo i tempi e rischiare infortuni ancor più gravi. Insomma, si tratta della classica coperta corta nella quale non è facile muoversi, ma occorre comunque fare attenzioni per non piombare ancor di più nel baratro.

La crisi Honda ed il telaio Kalex per cercare la riscossa

La Honda è in un momento nero, con Marc Marquez che continua ad infortunarsi ed i risultati che non arrivano. Una delle speranze proviene dal telaio realizzato dalla Kalex, marchio tedesco che lo scorso anno aveva già realizzato il forcellone per la RC213V, e che ha dato ottimi risultati.

Uno dei problemi principali da affrontare in casa Honda è quello legato agli stili di guida molto diversi dei piloti, con Marc che è abituato a questa moto da anni, mentre Alex Rins e Joan Mir, di scuola Suzuki, non si trovano a loro agio. Oscar Haro ha sottolineato questo problema, affermando che il telaio Kalex potrebbe essere un misto per tutti loro.

Marc ha bisogno di un telaio molto rigido per fare ciò che sa fare nel migliore dei modi. Lui frena molto tardi e molto dentro alla curva. Rins e Mir sono invece due piloti che provengono dalla Suzuki, con la quale hanno corso per tanti anni, e preferiscono avere a disposizione un telaio che sia più morbido per frenare prima, facendo correre la moto nella curva. Quindi, occorre trovare un equilibrio, ed il telaio che ha portato la Kalex pare essere un qualcosa di misto tra queste due soluzioni“.

In molti si domandano quando potrà debuttare il nuovo telaio, ed Haro ha detto la sua, affermando che sulla RC213V dovranno essere fatti ancora tanti test prima di cambiare il telaio: “Credo che la Honda voglia aspettare i test di Misano per fare tanti altri chilometri, ma è chiaro che serva il feedback dei piloti che vanno in gara, non basta quello del tester, che può al massimo darti qualche piccola dritta“.

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