Pagamenti pensioni INPS: a maggio ci sarà il blocco, si rischia di non avere l’assegno

I pagamenti delle pensioni a maggio potrebbero subire dei ritardi a causa delle festività. Cerchiamo di prevedere come l’INPS organizzerà i versamenti.

Tra un mese potrebbero verificarsi dei ritardi nei versamenti delle pensioni per milioni di persone.

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In Italia ci sono più di 17 milioni di pensionati che mensilmente attendono l’assegno pensionistico. Solo nel 2022 l’INPS ha pagato oltre 1.350.222 nuove pensioni (il 46,5% sono di natura assistenziale) per una spesa totale tra assistenziale e previdenziale di circa 231 miliardi di euro (24,4 miliardi di euro sono riconducibili all’assistenza e 206,6 miliardi alle Gestioni previdenziali).

Una spesa ingente considerando che il numero di pensionati cresce sempre più mentre non è altrettanto veloce l’incremento dei lavoratori soprattutto dei giovani lavoratori. Il famoso ricambio generazionale che farebbe bene all’Italia nell’ambito del mondo del lavoro tarda ad arrivare nonostante sia chiaro come tante persone abbiano bisogno di un’occupazione (si guardi il numero dei percettori del Reddito di Cittadinanza) e tante altre di un impiego meglio retribuito. Un quadro generale che deve cambiare per dare nuovo impulso alla nostra nazione ma, nel frattempo, resta la certezza che oltre 17 milioni di persone attendono mensilmente la pensione.

Solitamente le erogazioni iniziato il primo giorno del mese ma a maggio ci saranno sicuramente dei ritardi nei versamenti. Ricordiamo, infatti, che il 1° maggio è un giorno festivo e nel 2023 cadrà di lunedì.

Pagamenti delle pensioni a maggio 2023, ci saranno ritardi

Con l’inflazione alle stelle e il costo della vita elevato, tante famiglie hanno necessità di conoscere esattamente la data dell’entrata economica mensile sia che si tratti dello stipendio che della pensione. Sapere quando arriveranno i soldi significa, infatti, poter pianificare le uscite e gestire al meglio il budget familiare.

Come detto, il primo giorno del mese di maggio sarà festivo essendo la Festa dei Lavoratori. Significa che le erogazioni da parte dell’INPS inizieranno il giorno 2. Di conseguenza, i pensionati che solitamente ritirano la somma in contanti presso un Ufficio Postale dovranno cominciare a recarsi alle Poste dal giorno 2 seguendo la turnazione come di consuetudine dallo scoppio della pandemia da Covid 19. Ricordiamo che i giorni sono diversi in base all’iniziale del cognome e che, probabilmente, a maggio si inizierà con le lettere A e B martedì 2 per concludere con S-Z il lunedì o martedì della settimana successiva.

L’accredito sul conto corrente postale o bancario, su PostePay Evolution, sul Libretto Postale scatta solitamente il secondo giorno lavorativo del mese, dunque, si ipotizza che a maggio arriverà il giorno 3 o, al massimo, il giorno 4.

Come conoscere il giorno esatto

I pensionati per conoscere esattamente il giorno dell’erogazione possono consultare il cedolino della pensione online accedendo al Fascicolo Previdenziale del cittadino sul portale dell’INPS. Solitamente il documento viene caricato verso la fine del mese precedente all’erogazione (intorno al giorno 26).

Ricordiamo che l’accesso prevede l’utilizzo delle credenziali digitali ossia SPID, Carta di Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi.

Importi più alti in primavera

I pagamenti delle pensioni riserveranno sorprese anche a maggio. Ricordiamo, infatti, che con la perequazione gli importi sono aumentati per tutti i pensionati. Nello specifico, la rivalutazione ha previsto il

  • 7,3% in più per i trattamenti pensionistici pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS (circa 2.102 euro),
  • 5,6% in più per i trattamenti tra quattro e cinque volte il trattamento minimo (fino a 2.627 euro),
  • 4,00% in più per i trattamenti fino a sei volte il trattamento minimo (3.152 euro circa),
  • 3,65% in più per i trattamenti fino a otto volte il trattamento minimo (4.203 euro),
  • 2,92% in più per i trattamenti fino a dieci volte il trattamento minimo (5.254 euro),
  • 2,6% in più per i trattamenti oltre dieci volte il trattamento minimo (più di 4.254 euro mensili).

Maggiorazioni per le pensioni minime

Per le pensioni sotto i 525,38 euro è previsto – oltre alla rivalutazione al 100% del 7,3% – un incremento ulteriore dell’1,5%. L’aumento sarà, così, dell’8,8%. Significa che l’importo del trattamento minimo nel 2023 è fissato a 571 euro (600 euro per gli over 75).

Nel 2024, poi, i punti percentuali dovrebbero arrivare a 2,7 con un aumento delle pensioni minime per chi ha più di 75 anni di 6,4 punti percentuali. 

L’incremento della rivalutazione è visualizzabile sul cedolino mediante voce apposita. 

Come consultare il cedolino

Concludiamo con una breve indicazione sulle modalità di consultazione e stampa del cedolino della pensione. Basterà accedere al portale dell’INPS – qui il link diretto – e cercare la sezione di riferimento “pensione e previdenza”. Cliccando sulla voce “cedolino di pensione” si accederà al servizio dopo aver inserito le credenziali digitali.

In alternativa, si potrà subito entrare nell’Area MyINPS tramite SPID, CIE o CNS e accedere al Fascicolo previdenziale del cittadino per visualizzare il cedolino. Tra le opzioni concesse al pensionato troviamo anche quella di scaricare il documento sul proprio computer per poi procedere con la stampa. 

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