Quello della settimana lavorativa corta è un argomento molto dibattuto. In Italia, esistono molte aziende che assumono con orario ridotto.
Circa una ventina d’anni fa veniva anticipato un tema, quello della settimana lavorativa corta, che sarebbe esploso molti anni dopo.
Con il termine settimana lavorativa corta si fa riferimento ad un ridotto orario di lavoro, conservando un’elevata produttività e, dunque, senza alterare il salario.
Per molte persone l’idea di una settimana lavorativa corta rappresentava una vera e propria utopia, qualcosa di inattuabile. Dopotutto, si parlava di una riduzione dell’orario pari a 10 volte le ore complessive lavorate in un intero mese.
Tuttavia, negli ultimi anni si sta rivalutando l’idea di una riduzione dell’orario di lavoro, che a quanto pare sarebbe davvero in grado di conservare un’elevata produttività, riuscendo ad avere un impatto positivo tanto sulla vita dei lavoratori quanto sull’azienda.
Attualmente ci sono già molti paesi che hanno attuato la settimana di lavoro corta a quattro giorni lavorativi. Ci stiamo riferendo a: Islanda, Spagna e, da poco, il Belgio.
Settimana lavorativa corta: maggiore flessibilità e felicità dei lavoratori
In sostanza, la settimana lavorativa corta che è stata già introdotta in almeno tre paesi europei, dove si è riscontrato un miglioramento sotto tutti i punti di vista.
Grazie alla riduzione della settimana lavorativa, che è passata da cinque a quattro giornate, i lavoratori godono di una maggiore flessibilità. Ma l’aspetto più interessante di questa novità riguarda il rilancio occupazionale. Ma la settimana corta può essere applicata anche in Italia?
Prima di rispondere alla domanda spieghiamo nel dettaglio tutto ciò che riguarda questa novità del mondo del lavoro.
La situazione in Belgio
Con l’introduzione della riforma del lavoro, avvenuta nel periodo di ripresa post pandemico, il Belgio ha deciso di introdurre la possibilità per le aziende di consentire ai loro lavoratori di lavorare quattro giorni a settimana.
Quello della settimana corta in Belgio segue la scia di tanti altri paesi europei e non solo.
L’opportunità è indirizzata in favore dei lavoratori dipendenti a tempo pieno, che avranno la possibilità di accorpare tutte le ore di lavoro previste dal contratto, in quattro giorni a settimana.
In questo modo, i lavoratori avranno la chance di beneficiare di una maggiore flessibilità e organizzazione della propria vita privata e lavorativa.
Tale flessibilità prevede non solo la riduzione dei giorni di lavoro nell’arco di una settimana, ma anche la possibilità per i lavoratori di decidere di lavorare più giorni in una settimana e i meno giorni di quella successiva (esempio ad esempio). Dunque, si tratta di una flessibilità a tutto tondo.
La riforma adottata dal Belgio ha come scopo quello di tutelare la genitorialità, offrendo una maggiore flessibilità lavorativa. Ma l’obiettivo principale del governo, attraverso questa nuova riforma, è quello di aumentare il tasso di occupazione che, in questo momento, in Belgio è del 71%.
Grazie all’introduzione della settimana lavorativa corta, il governo si è posto come obiettivo quello di portare tale valore, entro il 2030, al 80%.
È opportuno specificare che la riforma lavorativa adottata in Belgio, oltre a prevedere una ridotta settimana lavorativa, dispone anche il diritto alla formazione.
In questo modo, il governo belga intende proteggere i lavoratori, offrendo loro la possibilità di accedere a piani formativi mediante la creazione di piattaforme digitali. Qui il lavoratore potrà cogliere le informazioni di cui pensa di aver bisogno per migliorare la propria professionalità.
Così facendo il lavoratore riesce a rafforzare la propria posizione, ma soprattutto la propria appetibilità sul mercato del lavoro.
Settimana lavorativa corta: cosa succede negli altri paesi?
Negli altri paesi europei che hanno adottato la settimana lavorativa corta, come l’Islanda e la Spagna, i dati raccolti sono estremamente incoraggianti. In particolare, in Islanda è avvenuta una riduzione delle ore settimanali che sono passate da 40 a 35, senza alcuna variazione in busta paga.
Questo fenomeno ha riscontrato un enorme successo e un incremento della produttività aziendale.
In Spagna, invece, si è deciso di avviare un programma sperimentale, finanziato con 50 milioni di euro di risorse pubbliche, per dare la possibilità di passare ad un orario di lavoro settimanale di 32 ore.
Nel corso di quest’anno è prevista una sperimentazione simile a quella spagnola, anche in Scozia.
La situazione in Italia: le aziende che assumono con orario ridotto
La situazione in Italia è decisamente diversa. Di fatto, qui non è avvenuta alcuna riforma del lavoro che ha provveduto all’introduzione di una settimana lavorativa ridotta. Tuttavia, ci sono le iniziative di singole aziende che seguono la falsariga di quello che sta accadendo in altri paesi europei.
Si tratta di aziende virtuose, che si sono lanciate in questa sperimentazione già da qualche tempo a questa parte.
Di conseguenza, sono già disponibili dati che confermano la bontà del progetto. In effetti, le aziende italiane che hanno introdotto la settimana lavorativa corta fanno riscontrato ottimi risultati.
D’altronde, circa due anni fa, un esperto della banca d’Inghilterra aveva sottolineato come un regime lavorativo ridotto possa realmente sostituire quello tradizionale, in tempi piuttosto rapidi. In tale occasione, l’esperto individuava il 2050 come la data in cui sarebbe avvenuto il cambiamento.
In Italia, ci sono pochi test e uno di questi è stato accolto da Banca Intesa che permette ai propri lavoratori, su base volontaria, di ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni, a parità di retribuzione.
Anche Lavazza offre la possibilità di ridurre l’orario di lavoro nella giornata di venerdì. Così facendo il lavoratore ha la possibilità di spalmare le ore mancanti nel resto della settimana, anticipando l’inizio del weekend.
C’è poi un’altra azienda che produce macchine per il riciclo della plastica la Tria S.p.a. che sta sperimentando la chiusura degli uffici il venerdì alle ore 12:00. In questo modo, i lavoratori svolgono un orario settimanale che passa da 40 a 36 ore.
C’è anche la Toyota Material Handling tra le aziende che danno la possibilità di ridurre i turni di lavoro, che passano da otto a sette ore, ma vengono pagati allo stesso modo.