Scopriamo come evitare banche e Poste Italiane in merito al Superbonus e alla cessione del credito. L’articolo 121 nasconde un segreto.
L’articolo 121 del Decreto Rilancio fa riferimento proprio al Superbonus 110% e al meccanismo della cessione del credito a terze persone.
A proposito della cessione del credito è opportuno specificare che si tratta di quello strumento che prevede un accordo contrattuale, grazie al quale il diritto di credito di un soggetto viene ceduto ad un altro.
In sostanza, il cedente trasferisce il suo diritto di credito al cessionario. Quest’ultimo, a sua volta, ha la possibilità di comprarlo ad un prezzo specifico, per poi procedere con la riscossione del credito nei confronti del debitore, che la disciplina definisce il ceduto.
Il meccanismo della cessione del credito esisteva anche prima del Superbonus 110%. Anche se è proprio a causa di questa importante detrazione fiscale, per i lavori di ristrutturazione edilizia, che ne abbiamo sentito parlare negli ultimi due anni.
Oggi scopriamo come fare a dribblare banche e Poste italiane quando si parla di cessione del credito per il Superbonus 110%.
Cessione del credito: di cosa si tratta e come funziona
Con l’approvazione del Superbonus 110% che, con la Legge di bilancio 2023, è diventato del 90%, è stato più volte trattato l’argomento relativo alla cessione del credito.
Come abbiamo visto si tratta di un meccanismo che permette di cedere il proprio credito ad un altro soggetto che, a sua volta, potrà farlo valere nei confronti del ceduto.
In ogni caso, quando si parla di cessione del credito si fa riferimento alla concessione del cosiddetto credito d’imposta. Si tratta, dunque, di un credito maturato verso lo Stato, grazie al quale è possibile compensare i debiti o ridurre le imposte dovute.
La cessione del credito e lo strumento dello sconto in fattura sono stati introdotti proprio dal Decreto Rilancio, andando ad affiancarsi alle detrazioni fiscali previste dei bonus edilizi.
Ma c’è una novità introdotta con l’ultimo decreto, datato 16 febbraio 2023. In tale occasione, l’esecutivo ha deciso di bloccare i suddetti strumenti anche se rimane l’opportunità, per chi non ha la possibilità, di portare in detrazione le spese sostenute, ovvero di cedere il credito d’imposta a terze persone. Il decreto fa riferimento a soggetti diversi da banche e enti, finanziari come Poste Italiane.
La cessione libera: ecco come si dribblano le banche e Poste Italiane
La prima cessione libera dalle compensazioni dovrà essere eseguita tramite modello F24. Cosa accade se manca la capienza fiscale?
In mancanza di capienza fiscale, i soggetti potrebbero andare incontro al rischio di perdere il credito d’imposta. Questo perché la differenza riscontrata non potrebbe essere richiesta al rimborso. Ma, allo stesso tempo, non si potrebbe portare a credito nell’anno seguente.
Ciò vuol dire che la terza persona coinvolta nel meccanismo della cessione del credito non acquisterebbe tale credito, in presenza anche di un piccolo dubbio sulla tassazione futura.
Se, invece, il cedente dovesse scegliere una terza persona in grado di offrire un’adeguata capienza, la strada risulterebbe più vantaggiosa. In sostanza, ad oggi risulta poco vantaggiosa la cessione fatta in favore di istituti di credito.
Inoltre, c’è anche un altro aspetto proficuo da tenere in considerazione, che riguarda quello burocratico. L’intero iter risulterebbe più snello, in assenza del controllo preventivo esercitato dalle banche.
Ci stiamo riferendo a tutta una serie di controlli e verifiche, che spesso allungano notevolmente i tempi. Ma, ciò che è peggio, e che da questi controlli molte pratiche vengono bloccate per un cavillo.