Con lo stralcio cartelle esattoriali s’intende eliminare tutte quelle cartelle al di sotto dei 1000 euro. Ma c’è un pericolo di cui nessuno parla.
Il Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e di esperti contabili ha lanciato un incredibile allarme che fa riferimento proprio al recente stralcio delle cartelle esattoriali, introdotto con la legge di bilancio 2023. Ci stiamo riferendo allo stralcio delle cartelle che hanno valore inferiore a 1000 euro.
A quanto pare l’iniziativa avrebbe effetti devastanti sulle pensioni. Dunque, lo stralcio delle cartelle esattoriali potrebbe avere ripercussioni negative sul futuro previdenziale di molti lavoratori. In particolare, questo rischio coinvolge i lavoratori autonomi e i professionisti in possesso di partita IVA.
Scopriamo in che modo lo stralcio delle cartelle esattoriali avrà un’incidenza negativa sul trattamento pensionistico.
Stralcio cartelle esattoriali: qual è il pericolo di cui nessuno parla
Per chi è titolare di partita IVA, l’eventuale annullamento di debiti, tramite il meccanismo dello stralcio cartelle esattoriali di valore inferiore a 1000 euro, potrebbe provocare un annullamento di debiti contributivi. Di conseguenza, anche l’accredito previdenziale ne risentirebbe, perché verrebbe cancellato. Così facendo, questa categoria di lavoratori vedrebbe allontanarsi la data per il pensionamento.
In effetti, il meccanismo dello stralcio delle cartelle esattoriali per debiti sotto i €1000 include anche quelli legati al versamento della contribuzione.
In tal caso, si fa riferimento ai lavoratori autonomi, gli artigiani e commercianti, i lavoratori autonomi in agricoltura e chi è iscritto alla Gestione separata. Se queste categorie di lavoratori non hanno versato rate di contributi, potrebbero aver maturato un debito nei confronti dell’Inps, che potrebbe aver portato all’emissione di una cartella esattoriale che rientra nel suddetto stralcio.
Di conseguenza, se è scattato l’annullamento automatico del debito, le suddette categorie di lavoratori andrebbero a perdere una quota di contributi che sarebbero confluiti nel calcolo dell’assegno di pensione e del requisito contributivo di pensionamento.
Per questo motivo, è opportuno ricordare che entro il 31 marzo i debitori hanno la possibilità di regolarizzare la propria posizione nei confronti del fisco. In sostanza, è possibile effettuare il versamento della contribuzione dovuta saldando il debito ed evitando che la cancellazione automatica influisca sul trattamento previdenziale e sul calcolo dei periodi contributivi.
Rottamazione quater: facciamo chiarezza
La rottamazione quater è un meccanismo che permette di rottamare o di ridurre gli importi di tutte le cartelle esattoriali e degli avvisi bonari notificati finora.
La rottamazione quater è una delle più importanti novità introdotte dalla Legge di bilancio 2023, la prima del governo Meloni. Così, dopo anni, è stata introdotta un numero rottamazione che permetterà di ridurre gli importi dei debiti da pagare.
Questo meccanismo permette, in alcuni, casi di annullare completamente le cartelle; mentre, in altri casi, consente solo di ridurre gli importi.
Rientrano nella rottamazione quadra 2023 tutte quelle cartelle di importo inferiore a €1000, notificate dall’anno 2000 al 2015. Per questa tipologia di cartelle, la legge di bilancio ha stabilito che saranno automaticamente eliminate. In sostanza, non sarà necessario effettuare alcun versamento da parte del debitore. Inoltre, l’intera procedura sarà eseguita in maniera automatica entro il 31 marzo 2023.
Per tutte le cartelle che hanno valore superiore a €1000, che sono state notificate a partire dal 30 giugno del 2022 oppure hanno valore inferiore a €1000, ma la notifica è avvenuta a partire dal 2016 in poi, sarà possibile aderire alla cosiddetta rottamazione quater.
In questo caso, non è previsto l’annullamento del debito, bensì una riduzione dell’importo da pagare, eliminando completamente interessi e sanzioni.