Donne, cattive notizie per la pensione: l’ultima circolare INPS fa tremare

Il 6 marzo 2023 è stata pubblicata una nuova circolare INPS che stabilisce i requisiti e condizioni per l’accesso a Opzione donna 2023.

Opzione donna è la misura di pensionamento anticipato indirizzata in favore delle lavoratrici che sono in possesso di determinati requisiti. Come preannunciato in fase di campagna elettorale, dalle forze politiche di centro-destra, la misura di pensionamento anticipato che si rivolge alle lavoratrici è stata rinnovata tramite la Legge di bilancio.

Opzione donna 2023
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Tuttavia, non sono mancate le novità che hanno profondamente cambiato Opzione donna, contribuendo a ridurre notevolmente la platea delle possibili beneficiarie.

Opzione donna 2023: facciamo un po’ di chiarezza

Con una recente circolare INPS sono stati chiariti i requisiti e le condizioni che permettono alle lavoratrici di accedere al trattamento pensionistico.

In particolare, la circolare si rivolge alle lavoratrici che assistono persone affette da handicap in condizioni di gravità e alle lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese, per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.

Per accedere alla misura è necessario aver maturato i requisiti previsti dalla legge, entro il 31 dicembre 2022. In particolare, occorre avere perfezionato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni di età e un determinato requisito anagrafico. A proposito di quest’ultimo, con la Legge di bilancio 2023 è stata introdotta un importante novità che favorisce le lavoratrici madri.

Di fatto, il governo Meloni ha deciso che sarà possibile accedere alla misura di pensionamento anticipato al raggiungimento del sessantesimo anno di età. Tuttavia, le lavoratrici dipendenti o autonome che hanno figli potranno beneficiare della riduzione di un anno per ogni figlio, entro il limite massimo di due anni.

Per poter usufruire di quest’opportunità è necessario che la lavoratrice si trovi in una delle seguenti condizioni:

  • Caregiver, ovvero assistere da almeno sei mesi continuativi il coniuge o un parente di primo grado affetto da handicap grave;
  • Essere affetta da una ridotta capacità lavorativa riconosciuta dalla Commissione medico legale dell’ASL, per una percentuale pari ad almeno il 74%;
  • Essere licenziate o dipendenti da imprese per le quali attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi. Per questa categoria di lavoratrici la riduzione del requisito anagrafico di massimo due anni si applica a prescindere dal numero di figli.

Di conseguenza, questa categoria di lavoratrici avrà la possibilità di accedere alla misura Opzione donna con 58 anni di età e 35 anni di versamenti contributivi. Anche in questo caso, è necessario che i requisiti in questione siano maturati entro il 31 dicembre 2022.

Decorrenza del trattamento pensionistico

Così come specificato nella recente circolare INPS, alla misura di pensionamento anticipato Opzione donna si applicano le disposizioni in materia di decorrenza previste dall’articolo 12, comma 2, del decreto legge numero 78/2010.

Ciò vuol dire che le lavoratrici, sia dipendenti che autonome, che hanno perfezionato i requisiti previsti dalla misura Opzione donna, riceveranno la pensione:

  • Dopo dodici mesi, in caso di lavoratrici dipendenti;
  • Dopo diciotto mesi, per le lavoratrici autonome.

Come presentare la domanda di pensione

Le lavoratrici che intendono accedere alla misura Opzione donna 2023 devono aver maturato i requisiti previsti dalla normativa entro il 31 dicembre 2022. Ad ogni modo, il pensionamento anticipato non è riconosciuto d’ufficio. Pertanto, è necessario che l’interessata presenti in un’apposita domanda, corredata da tutta la documentazione necessaria.

Al momento della presentazione dell’istanza, la lavoratrice interessata dovrà compilare un’autodichiarazione in cui afferma di assistere e di convivere da almeno sei mesi con un soggetto disabile. In tale occasione, è necessario comunicare anche i dati della persona assistita e gli estremi del verbale rilasciato dalla Commissione medico legale.

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