Pensione Quota 103: guida completa, alla scoperta di diritti e incentivi

Nel 2023 sarà possibile accedere alla pensione Quota 103, che prevede una serie di diritti e incentivi da conoscere.

Quota 103 è la misura di pensionamento anticipato che si fonda sul principio della cristallizzazione del diritto. In sostanza il lavoratore che matura i requisiti per accedere a quota 103 non deve necessariamente presentare subito la domanda per il pensionamento anticipato.

Pensione Quota 103
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Di fatto, è possibile accedere a Quota 103 anche se la domanda viene presentata successivamente alla maturazione dei requisiti richiesti dalla legge. Ad ogni modo, si tratta di una misura che offre una flessibilità in uscita, purché vengano rispettate determinate condizioni.

In particolare, per poter beneficiare di quest’opzione di uscita anticipata è necessario aver raggiunto sessantadue anni di età e aver versato quarantuno anni di contributi.

I requisiti devono maturare entro il 31 dicembre 2023. Fermo restando che, in base al principio di cristallizzazione del diritto, i lavoratori hanno l’opportunità di presentare domanda anche in un momento successivo.

Tuttavia, l’accesso a quota 103 prevede una penalizzazione economica che non va sottovalutata. Scopriamo quali sono i diritti e gli incentivi relativi a questa forma di pensionamento anticipato.

Pensione Quota 103: di cosa si tratta

Andare in pensione con quota 103 è un’opportunità riconosciuta in favore dei lavoratori che, entro il 31 dicembre 2023, maturano i requisiti previsti dalla disciplina. In particolare, per poter accedere a questa forma di pensionamento anticipato è necessario aver maturato sessantadue anni di età e quarantuno di contributi.

Tuttavia, la scelta di quota 103 comporta una serie di rinunce dal punto di vista economico.

Innanzitutto, il lavoratore che sceglie questa forma di flessibilità in uscita, deve sapere che la pensione liquidata non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o da lavoro autonomo superiori a 5 mila euro l’anno.

Inoltre, Quota 103 prevede un tetto massimo al trattamento previdenziale. In sostanza, il pensionato non può percepire un importo superiore a cinque volte il minimo dell’INPS, ovvero 2626,90 euro. Il suddetto tetto massimo dovrà essere rispettato fino al raggiungimento del 67esimo anno di età, quando il pensionato matura il diritto alla pensione piena.

Questa condizione penalizza coloro che, in base al montante contributivo maturato, potrebbero percepire un importo pensionistico più alto. Per questa categoria di pensionati, quota 103 rappresenta una penalizzazione economica.

Incentivo Quota 103

Come abbiamo visto il pensionamento anticipato quota 103 prevede che il lavoratore possa ritirarsi a 62 anni di età. Sebbene sia previsto il versamento di 41 anni di contributi, con quota 103 lavoratore può ritirarsi dal lavoro con cinque anni in anticipo.

Dopotutto, la riforma pensionistica ordinaria prevede il raggiungimento di sessantasette anni di età. L’anticipo di cinque anni rappresenta una scelta del lavoratore, che comporta una serie di rinunce anche in termini economici.

Tuttavia, con l’approvazione della Legge di bilancio 2023 è stata introdotta un’importante novità che riguarda proprio le misure di pensionamento anticipato. In particolare, coloro che hanno maturato i requisiti per accedere a Quota 103, ma decidono di ritardare il ritiro dal lavoro, hanno diritto ad una sorta di bonus.

Dunque, coloro che hanno raggiunto sessantadue anni di età e versato quarantuno anni di contributi, ma decidono di restare al lavoro e di non godere della forma di pensionamento anticipato ricevono incentivo in busta paga alternativo a Quota 103.

L’incentivo in questione è stato introdotto in via sperimentale per il 2023 e prevede che il datore di lavoro non trattenga più i contributi previdenziali per la futura pensione del lavoratore. In sostanza, i contributi a carico del lavoratore vengono versati direttamente nella busta paga, andando a sommarsi allo stipendio.

Si tratta di un meccanismo piuttosto simile a quello già previsto per il triennio 2004-2007, con il bonus Maroni.

Vantaggi e svantaggi dell’incentivo

L’incentivo contributivo previsto per i lavoratori che rinunciano alla possibilità di ritirarsi dal lavoro in anticipo sfruttando Quota 103 comporta vantaggi e svantaggi ben precisi.

In particolare, il lavoratore che resta al lavoro accettando il bonus in busta paga continuerà a percepire lo stipendio che sarà più alto dell’assegno di pensione e continuerà anche a versare contributi previdenziali. Di conseguenza, al raggiungimento dell’età pensionabile ordinaria (sessantasette anni d’età), il lavoratore percepirà un importo di pensione più alto rispetto a quello che avrebbe percepito accedendo a quota 103.

Tuttavia, c’è anche un elemento di svantaggio di natura fiscale. Di fatto, il bonus percepito dal lavoratore in busta paga per non essersi ritirato dal lavoro in anticipo concorre alla formazione del reddito imponibile. Di conseguenza, i lavoratori si ritroverà a versare più tasse.

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