Il governo sta valutando diverse opzioni di deroga Superbonus. Scopriamo quali sono le possibilità al vaglio, del tavolo di governo.
Con lo scopo di risolvere il problema della bolla edilizia legata al Superbonus, il governo sta studiando diverse opzioni deroga alla cessione dei crediti che interesseranno soprattutto quattro categorie di beneficiari.
Per il momento si tratta solo di un tavolo di governo chi si sta occupando di una complessa situazione legata al superbonus. Dunque, non si tratta di decisioni già assunte, ma di opzioni da studiare e valutare.
Per il momento resta lo stop generale alla cessione dei crediti edilizi, ma si sta valutando la possibilità di riaprire alle vecchie regole del Superbonus. Scopriamo tutti i dettagli sulle opzioni al vaglio del governo.
Deroga Superbonus: cosa dobbiamo attenderci
Il tavolo di governo sta valutando la riapertura alle vecchie regole del Superbonus, in particolare per quattro categorie di beneficiari:
- I soggetti incapienti
- Le case popolari
- Le ONLUS
- I lavori con Sismabonus.
Per il momento queste sono le prime anticipazioni che derivano dal tavolo di governo, che servirà a risolvere il problema dello stop generale alle cessioni dei crediti e dei cantieri bloccati.
Nel frattempo, l’ISTAT ha pubblicato dei nuovi dati che sottolineano il deficit PIL 2022 che fa riferimento alla contabilizzazione dei bonus edilizi nella spesa pubblica. Ma andiamo per gradi e occupiamoci prima di tutto delle cessioni.
Cessione dei crediti
Inizialmente si era parlato dell’ipotesi di procedere con compensazione dei crediti con modello F24 delle banche, relative ai versamenti delle imprese e degli istituti di credito. Ma a quanto pare, per il momento, questa ipotesi è stata messa in stand-by perché potrebbe essere utile a sbloccare solo una piccola parte di crediti, senza risolvere davvero il problema che ammonta a 19 miliardi complessivi.
Attualmente il MEF si sta concentrando su altre soluzioni, prendendo in esame anche altre proposte avanzate dalle parti in causa.
Come abbiamo visto sono quattro le categorie di cedenti dei bonus edilizi per i quali si dovrebbe aprire la possibilità di un intervento. Anche in questo caso però si tratterebbe di una soluzione temporanea, che servirà solo a concludere i lavori già avviati e ad evitare il collasso di migliaia di imprese edilizie.
I dati dell’ISTAT
Di recente l’Istat ha pubblicato la classificazione contabile dei crediti edilizi nel bilancio dello Stato, evidenziando il rapporto deficit/PIL 2022. In base alle stime si parla di circa 115.000 cantieri che, per il momento, sono in stand by, in tutta Italia: 32 ditte rischiano il fallimento, mentre 170 mila lavoratori del settore edilizio rischiano di rimanere senza un lavoro.
Si tratta di dati allarmanti, che potrebbero addirittura raddoppiare se si prendessero in considerazione tutte le aziende che ruotano attorno a questo mercato.
L’ISTAT ha rielaborato i dati pubblicando un nuovo rapporto l’1 marzo 2023. Nel documento s’individua chiaramente il deficit/PIL che, in Italia, è pari al 8%. Sebbene il valore potrebbe sembrare poco incoraggiante, rappresenta comunque un’aliquota superiore rispetto alle previsioni che lo davano al 5,6%. Resta il fatto che, nel 2021 il rapporto aveva chiuso con un PIL al 9%.
L’impatto maggiore e più gravoso proviene dai crediti d’imposta generati proprio dei bonus edilizi e, in particolar modo, dal Superbonus. In sostanza, i crediti edilizi hanno avuto un importante peso contabile che ha determinato una revisione al ribasso dei conti pubblici, sia per il 2020 che per il 2021. In entrambi i casi si è arrivati ad un deficit del 9,7 per cento e del 9% nel secondo anno. Per quanto riguarda i dati registrati nel 2022, pare che il rapporto deficit PIL sia in calo.
Dopotutto: “il valore dell’indebitamento è stato rivisto a seguito del cambiamento introdotto nel trattamento contabile dei crediti di imposta”.