La settimana lavorativa di 4 giorni è davvero un bene? A dare una risposta concreta è stato un esperimento che ha messo sul piatto le conseguenze su aziende e lavoratori: ecco qual è il risultato.
Il mondo professionale come abbiamo imparato a conoscerlo fino a qualche tempo fa sta radicalmente cambiando. A dare una svolta è stata la pandemia la quale ha garantito ai lavoratori una maggiore flessibilità che si potrebbe protrarre anche nel post emergenza sanitaria. Ma lavorare quatto giorni a settimana anziché sei o cinque è davvero la soluzione migliore?
Quando si parla di settimana lavorativa di 4 giorni s’intende la firma di quei contratti professionali che prevedono lo svolgimento dell’attività su un orario compresso, in pratica lavorando a tempo pieno per circa 40 ore settimanali le quali sono spalmate su quattro giorni. È possibile anche ritrovarsi davanti a una riduzione oraria di 32 ore e senza riduzione dello stipendio.
Già molti paesi stanno introducendo il modello lavorativo di 4 giorni con lo scopo di adattare il nuovo stile di vita della società moderna. Le abitudini di tutti noi sono state stravolte, basti pensare al boom dello smart working in tutta Europa, e una risposta chiara sui benefici di tale iniziativa si possono avere grazie al progetto pilota svolto nel Regno Unito.
I benefici della settimana lavorativa di 4 giorni: i risultati dell’esperimento
È stato un vero successo il progetto britannico sulla settimana lavorativa di 4 giorni, una ricerca la quale si è presentata subito come ambiziosa e approfondita. Al termine dell’esperimento effettuato nel corso di sei mesi tra 61 aziende ben 56 dei partecipanti hanno deciso di prolungare tale progetto, mentre 18 società hanno optato di introdurre il nuovo orario in via definitiva.
Un grande successo per l’iniziativa lanciata al Parlamento britannico dalla 4 Day Week Campaign, si tratta di un gruppo no profit che ha sede in Nuova Zelanda. I risultati vedono che tra i 2900 dipendenti che hanno svolto l’attività per 32 ore settimanali, il 39% di questi ha riscontrato dei livelli di stress inferiori rispetto all’orario precedente, mentre i giorni di malattia sono scesi di due terzi.
Il direttore della 4 Day Week Campaign, Joe Ryle, ha parlato di una svolta a livello professionale e per moltissimi settori. Una ricerca la quale ha notato un maggiore benessere dei lavoratori e un miglioramento della produzione aziendale. Le società che hanno partecipato all’iniziativa hanno notato un aumento di profitti di circa 1,4% in media durante tutto il progetto.
Dati i risultati del progetto pilota in Gran Bretagna, sarà interessante capire come si muoverà la politica in tal senso, visto che già lo scorso anno i laburisti avevano trovato interessante la proposta di lavorare 4 giorni alle settimane e dare ai lavoratori la possibilità di allungare il weekend a tre giorni, senza la riduzione dello stipendio.
Settimana lavorativa 4 giorni arriva anche in Italia?
Per il momento, la proposta di introdurre la settimana lavorativa a 4 giorni non è ancora stata discussa e né tanto meno introdotta a livello politico. È un tema ancora col punto interrogativo istituzionalmente parlando, anche se alcune aziende hanno introdotto il progetto con successo. Gli esempi più famosi possiamo rimandarli al modello della Awin Italia e della Carter & Benson, le quali hanno deciso di sperimentare la riduzione dell’orario professionale e testarne gli effetti sulla produzione aziendale e sul benessere dei lavoratori.
Entrambe le società hanno sottolineato di aver notato un aumento del benessere psicologico da parte dei lavoratori, della produttività e del welfare aziendale. Hanno saputo organizzarsi e coinvolgere i dipendenti senza dover andare a modificare le tempistiche aziendali, la performance produttiva e lo stipendio dei dipendenti. Un impatto positivo che potrebbe essere il fiore all’occhiello del business del futuro.