Tra gli obiettivi del ministro Valdara c’è il miglioramento del sistema scolastico. Per questo motivo, secondo lui, è necessario un aumento dello stipendio per alcuni insegnanti: ecco chi è coinvolto nella manovra.
Recentemente, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valdara ha espresso alcune proposte che toccano temi caldi e importanti legati al sistema scolastico italiano: dagli stipendi dei docenti alle difficoltà dell’alternanza scuola-lavoro, senza mettere da parte l’applicazione dell’intelligenza artificiale e la criticità della dispersione scolastica. Ma, soprattutto, il responsabile del dicastero avrebbe individuato una soluzione per l’aumento degli stipendi.
Per permettere l’aumento dello stipendio degli insegnanti, il ministro Valditara ha lanciato una soluzione innovativa. In pratica, si tratta di consentire alle scuole pubbliche di accedere ai finanziamenti di fondi privati. Un metodo che era stato vagliato anche in passato, ma non ha mai ottenuto un riscontro positivo, in particolare per la paura che potesse sfaldare le fondamenta dell’istruzione pubblica.
Tuttavia, il ministro è certo su questo metodo, l’unico possibile per riuscire a ottenere i fondi sufficienti ai bisogni del sistema scolastico. Domande che i finanziamenti statali non sono in grado di accondiscendere integralmente. Nemmeno lo stanziamento di 500 milioni di euro rivolti alla scuola sarebbe sufficiente, per questo l’unica strada percorribile, secondo Valditara, è quella di ragionare e prendere in considerazioni metodi alternativi.
Stipendio insegnanti, per quali docenti sono previsti gli aumenti?
Per garantire l’equa distribuzione dei fondi privati, senza rischiare di creare delle forti diseguaglianze territoriali, il ministro Valditara ha pensato alla creazione di un fondo perequativo centralizzato ministeriale. L’obiettivo del dicastero è quello di assicurare una uguaglianza sostanziale che deve obbligatoriamente tener conto delle diverse esigenze di partenza e del luogo in cui si insegna.
In pratica, la distribuzione dei fondi non sarà fatta in modo uguale e matematica, ma deve essere efficace nel permettere a tutti di avere le stesse opportunità. Perciò, il ministro ha lanciato il tema dell’autonomia differenziata, trattando le richieste che sono state avanzate dalle regioni italiane.
Il ministro ha spiegato che non sarà necessario apportare delle modifiche al Contratto collettivo, ma si dovrà concedere l’applicazione di un criterio equo anche nelle città dove il costo della vita è più alto. Valditara ha sottolineato che l’aumento degli stipendi non può non tenere conto del costo della vita. L’idea è quindi quella di aumentare lo stipendio per i docenti che si trovano in città o regioni più care.
Quali sono le città più care ed economiche in Italia?
Stando ai dati più recenti condivisi dal ministero dello Sviluppo, è stata stilata una classifica basandosi sul criterio del costo della vita per la spesa settimanale. E la città più cara d’Italia è risultata essere Milano, con una media di 116 euro settimanali. Seguono Aosta con 109,11 euro, Genova con 107,91 euro, Trieste con 107,27 euro e Bologna con 105 euro a settimana.
Le città più economiche sono al sud della nostra penisola. La prima è Napoli con una media di spesa settimanale pari a 75,16 euro. Segue subito dopo Catanzaro, con una spesa media di 79,33 euro a settimana. E al terzo posto troviamo il capoluogo siculo Palermo, con una spesa settimanale di 86,97 euro.
È evidente, quindi, il dislivello che c’è tra le città italiane, dove nelle metropoli più economiche la spesa settimanale ha un costo dimezzato rispetto a quelle più care. Per questo motivo, l’importo dello stipendio degli insegnanti non sarà uguale proprio per evitare discriminazioni. Resta comunque da capire quali saranno i prossimi sviluppi della proposta effettuata dal ministro Valditara e vedere se sarà possibile applicarla.
Stipendio insegnanti, quanto prendono i docenti?
Mentre ci sono belle novità sul fronte del bonus 500 euro per gli insegnanti precari, i dati condivisi nel rapporto Education at a Glance 2022 effettuato dall’Ocse sono meno positivi. È stato reso noto come, a parità di titolo, gli insegnanti italiani guadagnino meno dei colleghi docenti dell’Unione Europea. Lo stipendio registra un divario rispetto agli altri insegnanti della pubblica amministrazione.
Entrando nel merito, uno stipendio di un docente a inizio carriera si aggira intorno ai 1760 euro lordi, che al netto sarebbero intorno ai 1350 euro. Mentre un insegnante a fine carriera può arrivare a percepire anche fino a 2.625.78 euro lordi, che sarebbero dunque 1.960 euro netti al mese, come si legge sul portale Docenti.it.