Cosa succede con il Reddito di Cittadinanza? L’Europa mette in campo una raccomandazione ma il Governo non fa passi indietro.
E se, dopo mesi di discussioni, il Reddito di Cittadinanza riuscisse a superare la tempesta e a restare in vigore anche dopo il 2024? Una prospettiva ritenuta impossibile fino a poche settimane fa.
Tuttavia, nelle ultime ore, sembrano essersi verificati i primi presupposti per un passo indietro che avrebbe del clamoroso. La revisione della principale misura a sostegno del reddito dei cittadini inoccupati, infatti, aveva apportato paletti chiari entro i quali muoversi: percezione per non più di sette mesi (a meno di deroghe eccezionali, pur previste) nel 2023 e sospensione definitiva dal 2024, con riferimento dichiarato ai cosiddetti occupabili, ossia coloro che, pur non lavorando, sarebbero potenzialmente in grado di farlo. Un modo per rinforzare velocemente (in teoria) il tessuto occupazionale e, nondimeno, limitare l’apporto di risorse a una misura che il nuovo Governo ha più volte accusato di essere considerata dai percettori quasi come una strategia alternativa al lavoro.
Giorgia Meloni e Reddito di cittadinanza: piano di reinserimento dei cittadini
L’obiettivo dell’esecutivo a guida Meloni è stato dichiarato fin dall’inizio, ben prima che la Legge di Bilancio andasse in porto. Fino all’arrivo, sul tavolo di Palazzo Chigi, della raccomandazione del Consiglio europeo, nella quale è stato richiesto a tutti i Paesi membri dell’Unione di adottare un piano di reddito minimo contro la povertà. Plico che avrebbe già ricevuto l’avallo della ministra del Lavoro, Marina Calderone, e che potrebbe indurre il Governo a ripensare il Reddito di Cittadinanza in un’ottica europea. Almeno in linea teorica perché, in realtà, la squadra dell’esecutivo sembra tutt’altro che intenzionata a inversione di marcia sul Reddito di Cittadinanza. Innanzitutto perché quella dell’Europa altro non è che una raccomandazione (pur su un tema fondamentale, come il contrasto alla povertà) e, in secondo luogo, perché una sterzata sarebbe maggiormente plausibile qualora il piano di reinserimento dei cittadini attualmente percettori non dovesse funzionare appieno.
Reddito di Cittadinanza, dal futuro al presente: perché l’Isee è decisivo
In sostanza, anche a fronte di una presa di posizione piuttosto chiara da parte di Bruxelles, il Reddito di Cittadinanza resterà (per ora) quello (ri)pensato dal Governo Meloni. Resteranno i sette mesi di pagamenti per i percettori occupabili, la predisposizione di corsi di formazione e la deadline del 2024 per la chiusura definitiva della misura nata all’epoca del Governo gialloblu e tema portante per il Movimento 5 stelle. Del resto, la stessa ministra Calderone ha precisato che il reddito minimo e il Reddito di Cittadinanza sono due cose diverse.
Il punto è che, in caso di inserimento a regime in questi mesi, il rischio sarebbe quello di dover reperire nuove risorse. Prospettiva che, per il momento, non tange il sostegno al reddito, mantenuto a maglie strettissime anche per l’anno in corso. Durante il quale, varranno i requisiti di sempre. E, soprattutto, dovranno scrupolosamente essere osservate le regole per la presentazione dell’istanza.
Lo soglia Isee
Attenzione perché una scadenza relativa alla domanda di adesione alla misura è già passata. Il modello Isee, necessario ai fini della pratica, avrebbe dovuto essere presentato il 31 gennaio 2023. Tanto per il Reddito quanto per la Pensione di Cittadinanza. Un dettaglio decisamente non trascurabile visto che l’indicatore dello stato reddituale del percettore sarà obbligatorio per ottenere non solo l’accesso alla misura ma anche i relativi pagamenti. In caso di Isee scaduto, infatti, a partire da febbraio sarà automatica la sospensione dei pagamenti fino alla presentazione del documento.
Al momento, si ricorda, per consentire l’ottenimento del Reddito di Cittadinanza l’Isee non dovrà essere superiore a quota 9.360 euro l’anno. Allo stato attuale, il RdC sarà concesso anche a percettori giovani, di età compresa fra i 18 e i 29 anni, che non hanno assolto all’obbligo scolastico. Per costoro, tuttavia, sarà obbligatorio un corso di formazione per il conseguimento del titolo. Un ulteriore tassello, nella speranza di rimpolpare in tempi brevi l’indice di occupazione.