L’obiettivo è favorire i più giovani. Le agevolazioni legate al mutuo sulla prima casa includono anche le detrazioni in 730.
La prima Legge di Bilancio del Governo Meloni ha portato in dotazione qualche proroga importante. A livello generale, tutte le misure principali adottate in via emergenziale, pur con qualche ritocco, andranno avanti anche nel 2023.
Altri undici mesi, durante i quali sarà beneficiare, fra le altre, di misure agevolative come il Bonus prima casa, destinato a tutti i giovani al di sotto dei 36 anni che intendono richiedere un mutuo per l’acquisto della loro, appunto, prima abitazione. Una possibilità fondamentale, specie in questo momento, che punta a favorire le giovani coppie (ma non solo) che intendono formare nuovi nuclei familiari attraverso l’acquisto di una casa. Introdotto con il Decreto Sostegni bis e in corso di validità dal 26 maggio 2021, la deadline del 31 dicembre 2022 è stata posticipata esattamente di un anno. Il Bonus, in sostanza, scadrà (salvo ulteriori proroghe) il prossimo 31 dicembre 2023. Entro questo orizzonte, le misure fiscali previste resteranno valide.
Nello specifico, il bonus previsto per il mutuo sulla prima casa sarà consentito entro un Isee massimo di 40 mila euro, con possibile estensione alle pertinenze relative all’immobile (ad esempio box e cantine). I benefici fiscali permetteranno l’esenzione dall’imposta ipotecaria e da quella catastale, oltre che un accesso agevolato al Fondo di garanzia messo a disposizione degli under 36.
Saranno quindi sostanzialmente due le biforcazioni del Bonus. Si va dall’accesso al credito a un trattamento di riguardo sulle tassazioni applicate all’acquisto dell’immobile. Un prolungamento, in pratica, del braccio agevolativo previsto dal Fondo di garanzia, esistente ormai da una decina d’anni e di fatto semplificato nel suo quadro normativo. A fronte dell’accesso al Bonus, lo Stato si impegnerà a una copertura di circa l’80%, come garanzia, sull’acquisto dell’immobile.
Mutuo prima casa, c’è anche il plafond. E in 730 ecco quanto si recupera
Il Fondo di garanzia non è però l’unica agevolazione a disposizione di chi cerca di inserirsi nel mercato immobiliare. Sulla base di una disponibilità economica che, per molti giovani, naviga in acque piuttosto tempestose. Alcuni istituti di credito si sono mossi per andare incontro ai propri clienti, aderendo all’iniziativa del Plafond casa, destinato al finanziamento per l’acquisto (o in alternativa per la ristrutturazione) di un immobile. In questo caso, però, i destinatari saranno figure ben precise, inquadrate in maggiori difficoltà socio-economiche. Dai giovani, appunto, fino ai disabili, passando per le famiglie numerose. Un’opportunità importante, considerando la convergenza fra difficoltà economiche varie e tassi di interesse a livelli elevati, che hanno reso l’acquisto di un immobile (ancor di più se il primo) decisamente più complicato. Nonostante un mercato immobiliare tutt’altro che sfavorevole.
Risorse e ripartizioni
Il Plafond si pone l’obiettivo di migliorare l’indice di liquidità per i soggetti rientranti nel beneficio, con priorità ai giovani under 36 e alle famiglie più numerose o con un componente disabile. Qualora le richieste fossero elevate, l’ordine di priorità “premierà” la prima e la terza categoria. Al momento, il Plafond poggia su una base di risorse che, dal 2016 a oggi, è stata migliorata per ben 3 miliardi. Con possibilità di benefit per 100 mila euro (ristrutturazione ed efficientamento energetico), 250 mila (acquisto immobili residenziali) e 350 mila (acquisto e ristrutturazione).
Mutuo, le spese detraibili
Non va dimenticata, inoltre, la possibilità di portare in detrazione alcune spese sostenute per l’acquisto della prima casa. Nel modello 730, infatti, alcune voci consentiranno l’accesso alle varie forme di detrazione fiscale previste per l’apertura di un contratto di mutuo. A cominciare dagli interessi passivi (dovuti all’istituto di credito che eroga il servizio). Inoltre, le detrazioni riguarderanno spese e oneri accessori connessi al mutuo, cifre aggiuntive rispetto alla rata mensile, che fanno direttamente riferimento alle somme sborsate per la concessione stessa del mutuo, incluse quelle riguardanti il cosiddetto “mediatore creditizio”. Tramite 730, spazio inoltre per le detrazioni connesse alle spese di perizia o istruttoria, oltre che per le imposte d’acquisto e per i costi del notaio. Spese che, in parte, possono essere recuperate presentando annualmente il modello di dichiarazione dei redditi.