Fotovoltaico, tra bonus e difetti: i punti oscuri sull’energia del futuro

Il fotovoltaico fa parte dei dispositivi di risparmio ritenuti funzionali al passaggio definitivo all’energia pulita. Ma il percorso è ancora lungo…

La parola d’ordine del contesto sociale contemporaneo, ormai da tempo, è sostenibilità. Sul consumo energetico in primis, ma anche su alcune scelte di investimento in ottica futuribile.

Fotovoltaico
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Una strategia di efficienza energetica che coinvolge non solo la predisposizione dei cittadini a un certo tipo di atteggiamento nei confronti delle utenze ma, soprattutto, il piano istituzionale. In questo momento storico è l’Europa a tirare il carro, avendo da tempo sposato il progetto della rivoluzione green con l’obiettivo di portare, da qui a circa un trentennio, il Vecchio Continente a un piano di consumi totalmente sgravato dall’apporto di fonti fossili. È chiaro che un piano simile non possa poggiare unicamente su disposizioni lampo da adottare per una modifica repentina del proprio programma di approvvigionamento energetico. Anche perché, a ben vedere, la crisi attuale rende decisamente fumosi i contorni del piano di sostenibilità dell’Agenda 2030 (data, quest’ultima, che rappresenterà il primo step nel processo di transizione all’energia pulita).

Nonostante le crisi intercorse, prima quella pandemia e poi quella geopolitica (portata dalla guerra in Ucraina), l’Europa non ha cambiato i propri piani. Anzi, ha mantenuto il suo pressing affinché i Paesi membri dell’Unione rispettino le consegne per il raggiungimento degli obiettivi previsti entro i prossimi tre anni. Scadenza decisamente prossima, ancor di più viste le incertezze sulle reali possibilità delle Nazioni europee di ridurre, come sarebbe necessario, il ricorso alle energie inquinanti. Questo non significa che i 27 non ci stiano provando, accrescendo le strategie di sensibilizzazione e disponendo incentivi destinati a convincere i consumatori a concentrare i loro investimenti su dispositivi di risparmio energetico. Nel concreto, pannelli solari, eolico domestico e, naturalmente, fotovoltaico.

Fotovoltaico, previsti incentivi: quali sono i bonus per l’installazione dei pannelli

Prima dell’avvicendamento di governi a Palazzo Chigi, l’Italia aveva già disposto una forma di incentivo all’installazione di pannelli solari e fotovoltaici, inquadrando le procedure di impianto nel quadro della manutenzione ordinaria. Resta tuttavia primaria la questione dei costi: si tratti di auto elettriche o ibride, così come di pannelli e impianti in grado di sfruttare le fonti rinnovabili, gli standard restano estremamente elevati. Chiaramente molto (se non tutto) dipende dalla tipologia dell’immobile al quale il fotovoltaico è destinato. Al momento, il costo medio di un pannello si aggira sui 1.500 euro/kW (più IVA al 10%), per un esborso complessivo che, per un impianto da 3 kW circa, toccherebbe quota 4.500 euro. Cifre considerevoli, soprattutto in questo momento, in cui l’inflazione rema contro il potere d’acquisto, al culmine di una crisi economica che ha lavorato ai fianchi la resistenza degli italiani.

Questo, naturalmente, al netto delle agevolazioni presenti. Perché, se l’Italia lavora per soddisfare il programma comunitario sull’obiettivo sostenibilità, l’appoggio dei consumatori passa dagli incentivi concessi. Per quel che riguarda il fotovoltaico, si parla soprattutto di detrazioni fiscali. A patto che il processo di installazione rientri in un’opera più ampia. Ad esempio, al 2023, chi installa un impianto fotovoltaico potrà optare per l’inserimento del lavoro nel Bonus Ristrutturazione (con detrazione del 50%) o direttamente nel Superbonus, con detrazione al 90% e IVA agevolata al 10%. Un risparmio che sarebbe sostanzialmente relativo ma che, chiaramente, andrebbe ammortizzato con lo sgravio sui consumi.

Efficacia e controindicazioni

L’efficacia di un impianto fotovoltaico dipende in gran parte dalla possibilità di irraggiamento, funzionando a energia solare. Va comunque ricordato che, contrariamente a quanto si ritiene, radiazioni solari di grande orza possono ridurre l’efficacia del dispositivo, in quanto in grado di provocare un surriscaldamento delle componenti (con riduzione nella produzione di energia pari al 5-10%). Questo suggerirebbe un’ulteriore spesa, legata all’acquisto di sistemi di raffreddamento preposti a entrare in azione nel momento in cui il dispositivo è soggetto a un’esposizione solare troppo forte.

Tanto per ricordare quanto l’interazione fra impianto e condizione atmosferica sia rilevante nel corretto funzionamento. A ogni modo, l’eventuale installazione di un simile impianto rappresenta ancora un’alternativa più che una soluzione parallela. A fronte di consumi non troppo elevati, infatti, investire su un dispositivo di efficientamento risulterebbe tuttora sconveniente, in quanto il risparmio in bolletta non andrebbe a coprire la spesa sostenuta. La strada verso la svolta green appare ancora lunga.

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