Ecobonus e pellet: detrazioni al 65% ma solo in questo caso

La sostituzione degli impianti a gas con quelli a biomassa fa parte del quadro agevolativo dell’Ecobonus e sono obbligatori alcuni requisiti.

La transizione energetica costituisce uno snodo fondamentale. Non solo per l’Italia, quanto per l’Europa tutta. La Commissione europea ha fissato i propri obiettivi in due step, fra il 2030 e il 2050.

Ecobonus pellet
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Se poi i vari Stati saranno in grado di raggiungere quanto prefissato ed entro i tempi stabiliti, molto dipenderà anche dalle condizioni economiche e geopolitiche. Perché, nonostante l’Ue abbia richiesto l’impegno costante dei Paesi membri, la crisi innescata dalla pandemia e, successivamente, dalla guerra in Ucraina, ha costretto a una revisione delle strategie, riportando pericolosamente in auge persino le centrali a carbone. C’è però da dire che il passaggio all’energia pulita riguarda perlopiù, almeno per ora, l’incentivo dei vari governi al cambiamento per quanto concerne l’ordinario. Ossia, il progressivo passaggio dei consumatori all’impiego di dispositivi in grado di sfruttare energia pulita. Cosa obiettivamente non semplice, se non altro per una questione di costi. Il tutto a netto delle agevolazioni previste per chi dovesse optare per il passaggio a dispositivi in grado di ottimizzare i consumi.

Uno di questi è il cosiddetto Ecobonus, messo a disposizione dal decreto Rilancio per favorire, tramite detrazione Irpef o Ires, gli interventi di aggiornamento energetico, o comunque in grado di migliorare l’efficienza degli edifici sul piano dei consumi. In generale, l’Ecobonus apporta agevolazioni su opere di riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento, potenziamento delle prestazioni termiche (soprattutto coibentazione e infissi), installazione dei pannelli solari e sostituzioni di impianti di climatizzazione invernale. Interventi che, come appare evidente, sono effettuati in funzione di un miglioramento complessivo degli standard energetici degli edifici, corrispondenti a una parallela riduzione di sprechi e consumi.

Ecobonus, detrazione al 65%: su quali interventi è prevista

Appare chiaro come le agevolazioni in questioni abbiano il comune denominatore di un miglioramento complessivo delle prestazioni energetiche ordinarie. Anche se interventi mirati, come l’installazione dei pannelli solari in ambito domestico, figurano ancora perlopiù proibitivi per il consumatore medio (per il quale vigono regole base di risparmio, come la riduzione della temperatura ambientale domestica), l’Ecobonus permette di usufruire di forme diverse di detrazione. Ad esempio, la maxi-detrazione spetterebbe anche in caso di acquisto e posa in opera di schermature solari (ossia installazioni sugli infissi con compito di filtrare la luce esterna) e di impianti di climatizzazione invernale con generatori alimentati a biomasse. In sostanza, nell’ambito dell’Ecobonus, si avrà diritto ad agevolazioni anche qualora si decidesse di effettuare il fatidico passaggio dal riscaldamento tradizionale a fonti di calore alternative, quali il pellet.

Un elemento che, negli ultimi mesi, ha fatto parecchio discutere. Anche la principale delle biomasse, infatti, ha subito rincari importanti, a fronte di un’efficacia che, alla lunga, appariva ancora sostanzialmente inferiore a quella del gas. Tuttavia, nonostante una flessione fisiologica parallela all’aumento dei prezzi, il pellet continua a godere di una buona schiera di sostenitori. Lo stesso quadro normativo dell’Ecobonus prevede una detrazione fiscale per favorire la riduzione del ricorso al gas per il riscaldamento delle abitazioni. Una detrazione che si attesta, al momento, al 50% rispetto alle spese sostenute, tanto per le stufe a pellet quanto per altri impianti con generatori a biomassa (ad esempio il truciolato), per un valore massimo detraibile di 30 mila euro. Una disposizione attiva da ben prima della pandemia, dall’1 gennaio 2018 per la precisione. Con un cavillo piuttosto interessante.

Detrazione maggiorata

Le detrazioni al 50%, infatti, sono previste anche per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione, a patto che la classe energetica non sia inferiore alla A. Se a tale status energetico dovesse aggiungersi anche la presenza di un sistema di termoregolazione “evoluto”, quindi contribuente al funzionamento efficiente e performante degli impianti di climatizzazione, la detrazione fiscale per un intervento di detrazione passerebbe al 65%. Chiaramente, anche la detrazione spettante con una percentuale maggiore rientrerà entro un determinato limite di spesa, ovvero 30 mila euro. Per quanto riguarda l’eventuale Iva agevolata al 10%, questa si applicherà unicamente sulla differenza fra l’importo dell’intervento e il costo dei beni significativi. Sul valore residuo, sarà mantenuta l’Iva ordinaria al 22%.

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