Assegno di invalidità, fra tagli e aumenti: cosa cambia nel 2023

Il diritto all’assegno di invalidità resta immutato ma rivisto sulla base degli indici di perequazione. Il reddito resta decisivo per gli invalidi parziali.

Il 2023 non porterà novità sostanziali sulle pensioni, se non in termini di aggiornamento. L’indice di perequazione porterà a una rivalutazione degli assegni pensionistici e gli strumenti di anticipo saranno ancora a disposizione dei contribuenti.

Assegno invalidità 2023
Internet Tutto Gratis

Aggiornamenti anche per gli importi degli assegni e delle pensioni di invalidità civile, ai quali ha provveduto l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Operazione applicata anche qui tramite la perequazione, calcolando l’aumento sulla base dell’indice relativo ai prezzi al netto dell’inflazione (attualmente stimato al + 1,31%). L’INPS ha previsto per il mese di marzo il pagamento dei primi assegni rivalutati secondo l’indice di perequazione, per il momento per tutti coloro con pensioni superiori a 4 volte il minimo. Questo in termini generici, o comunque sulla base degli incrementi disposti per gli assegni ordinari. Per quel che riguarda i trattamenti relativi alle invalidità civili, le rivalutazioni variano in base alla tipologia e al reddito dei richiedenti che presentano il modello Iclav, obbligatorio, a cadenza annuale, per chi percepisce l’assegno di invalidità.

Come per le pensioni ordinarie, tuttavia, anche le rivalutazioni degli assegni per l’invalidità civile hanno conosciuto qualche ritocco al ribasso. Con possibilità concreta di flessione su alcuni importi rispetto all’annualità precedente. Sul piano dei requisiti, restano validi sia la percentuale di invalidità riconosciuta che i parametri reddituali entro i quali muoversi per ottenere un determinato importo. Per il 2023, ad esempio, le pensioni corrisposte per invalidità civile al 100%, saranno corredate da un aumento generale che livellerà l’assegno a 386,27 euro mensili. A patto, però, che i limiti reddituali non siano superiori a 9.102,34 euro (percettore non coniugato) o 15.644,85 (reddito cumulato con quello del coniuge).

Assegno di invalidità, gli importi del 2023: ecco quanto si può perdere

Il primo passaggio per l’ottenimento dell’assegno di invalidità è la presentazione del modello Iclav all’INPS. Richiesta obbligatoria per tutti coloro che possono potenzialmente ottenere il riconoscimento. Nello specifico, si tratta di invalidi parziali che percepiscono già l’assegno e che sono per questo tenuti a dimostrare la persistenza dello stato di salute che ne da diritto. Questo vale sia per gli invalidi parziali ricoverati in strutture ospedaliere che chi detiene unicamente una percentuale di invalidità riconosciuta dall’INPS.

Figurano fra coloro tenuti alla presentazione dell’Iclav anche gli invalidi parziali ricoverati e non ricoverati titolari di altro reddito, così come coloro in possesso di un reddito annuale ma privi di perequazione automatica. Qualora fosse superato il limite di reddito per gli invalidi civili parziali, la comunicazione andrà effettuata all’INPS entro 30 giorni, compilando il modello AP 70, oppure tramite Caf. In questo senso, l’Iclav figurerà come dichiarazione sostitutiva sullo stato di occupazione di chi detiene una percentuale di invalidità.

Anche per l’assegno di invalidità figura dunque una limitazione reddituale. Fondamentale sia per determinare l’accesso al trattamento che per comprendere i paletti fissati sulla condizione economica del percettore. Per il 2023, ad esempio, chi figura invalido fra il 74% e il 99%, al fine della percezione non dovrà guadagnare più di 4.800,38 euro all’anno (reddito derivante da lavoro dipendente). Superare il limite significherebbe perdere il diritto all’assegno mensile assistenziale. Da simile quadro restano tuttavia esclusi gli invalidi al 100%, per i quali il diritto all’assegno ordinario non muterà nemmeno in caso di particolari condizioni reddituali. Nonostante un’eventualità simile, poi accantonata, fosse emersa circa un anno fa.

Al 2023, le ripartizioni (con annessi limiti reddituali) sono le seguenti:

  • Pensione ciechi civili assoluti: 339,48 euro entro 17.920,00 euro di reddito;
  • Pensione ciechi civili assoluti (se ricoverati): 313,91 euro su 17.920,00;
  • Pensione invalidi civili totali: 313,91 euro su 17.920,00;
  • Pensione sordomuti: 313,91 euro su 17.920,00;
  • Invalidi civili parziali: assegno di 313,91 euro su 5.391,88;
  • Indennità mensile frequenza minori: 313,91 euro su 5.391,88 euro;
  • Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti: 959,21 euro senza limiti reddituali;
  • Accompagnamento invalidi civili totali e minori: 527,16 euro senza limiti reddituali.

Figurano inoltre indennità di accompagnamento per comunicazione sordomuti, con assegno mensile di 261,11 e nessun limite di reddito.

Gestione cookie