Superbonus 2023, opzione case popolari: cosa dice la Legge

La Legge di Bilancio ha disposto importanti novità per il Superbonus. Ma, allo studio del Governo, ci sarebbero ulteriori deroghe.

Appena tre anni, forse qualcosina in più. Sufficienti per una serie di accorgimenti, revisioni, aggiornamenti, modifiche e, perché no, anche sospensioni temporanee.

Superbonus case popolari
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Dal momento del varo definitivo, il Superbonus ha conosciuto tutto tranne che una stabilità normativa. Colpa di un’impostazione generale che, parola già dell’ex premier Mario Draghi, aveva fin troppi punti deboli. Oltre che di un sistema di fruizione che aveva scoperto il fianco all’uso illecito di un’agevolazione che, numeri alla mano, risultava la principale fra quelle messe a disposizione per gli interventi edilizi. Soprattutto, anche se non solo, per la consistenza della detrazione prevista (110%). Considerando le altalene che hanno caratterizzato la misura nell’ultimo anno, il Governo in carica ha deciso di inserirlo nella sua prima Legge di Bilancio, provvedendo tuttavia a delle revisioni volte sia a garantire un’equità che ad accantonare progressivamente la misura. E le conseguenti risorse necessarie alla sua implementazione.

La Legge di Bilancio ha fissato i nuovi paletti, garantendo la fruizione piena (quindi al 110%) per chi rispetterà determinati requisiti. Dal Dl 34/2020, che ha disciplinato la prima versione del Superbonus, fino alle ultime modifiche (art. 1, commi 10, 894 e 895 della 176/2022), l’impostazione generale del provvedimento mira a favorire interventi di aggiornamento strutturale degli edifici e all’eventuale intervento sull’adeguamento energetico. L’agevolazione fino al 31 dicembre 2025 sarà valida per:

  • condomini;
  • persone fisiche con immobili fino a 4 unità;
  • persone fisiche;
  • Onlus, Odv, Aps iscritte nei registri ex articolo 119.

Fra le principali modifiche della Legge, tuttavia, figura la riduzione progressiva del Superbonus nel triennio appena iniziato. Le ultime fruizioni in forma piena saranno valide solo a fronte di spese sostenute entro il 31 dicembre 2022. Sono previste riduzioni della percentuale di detrazione per le spese sostenute entro il 2023 (90%), 2024 (70%) e 2025 (65%).

Superbonus: cosa prevede la Legge di Bilancio per le case popolari

Nonostante le revisioni, il Superbonus permetterà un’aliquota totale (110%) anche sulle spese sostenute nel 2023, a patto che rispettino alcuni requisiti. Nello specifico, che i costi siano relativi a interventi diversi da quelli effettuati dai condomini, per i quali risulterà presentata adeguata CILA al 25 novembre 2022. Detrazione al 110% anche per gli interventi approvati con delibera assembleare dai condomini di approvazione precedente alla data di entrata in vigore della suddetta legge (19 novembre 2022). A tal proposito sarà necessaria un’attestazione con dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, ai sensi dell’art. 47 del Dpr 445/2000, rilasciata dall’amministratore di condominio.

Una deroga disposta in volata ma, di fatto, un’estensione importante per i potenziali fruitori della massima detrazione sui lavori inerenti al Superbonus. Infine, un’ulteriore concessione riguarderà gli interventi effettuati dai condomini, con delibera assembleare di approvazione in data compresa fra il 19 e il 24 novembre 2022. Anche in questo caso, sarà necessario apposita dichiarazione sostitutiva rilasciata dall’amministratore di condominio.

Tali deroghe, inclusa quella relativa alla demolizione e alla ricostruzione degli edifici con istanza presentata entro il 31 dicembre 2022, saranno valide solo per l’anno in corso. Accanto, chiaramente, alle detrazioni del 90% per gli interventi iniziati in questi mesi. Dal 2024, il Superbonus andrà a uniformare i propri effetti, riducendo al 70% l’azione della detrazione fiscale.

Per il momento, non si fa riferimento ad annualità successive al 2025. Tuttavia, allo studio del Governo ci sarebbe qualche ulteriore ritocco alla misura, soprattutto per quanto riguarda due contesti. Nello specifico, quello delle case popolari e delle cooperative. L’ipotesi è quella di un’ulteriore estensione, fino al 2026, così da intervenire a favore delle fasce meno abbienti della popolazione. Tali emendamenti, in caso di approvazione, dovrebbero essere apportati al decreto Milleproroghe ed essere destinati agli alloggi popolari, quindi in gestione a Comuni e Regioni, e alle cooperative. Per tali categorie, resterebbe l’agevolazione in forma piena (110%).

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