Si torna a parlare della riforma delle pensioni che dovrebbe garantire ai lavoratori flessibilità in uscita e tagli dell’assegno meno pesanti.
Dopo una breve pausa sul tavolo di lavoro del Governo torna la riforma delle pensioni. Che questa sia la volta buona?
Vi ricordate quando nel 2022 si attendeva una riforma delle pensioni efficace, attesa poi smontata in un attimo a causa del cambio di Governo? Ebbene oggi si ritorna sull’argomento dando vita a nuovi mesi di lavoro per cercare di definire un sistema pensionistico migliore, dalla parte dei cittadini. L’obiettivo potrà essere raggiunto solamente se ci sarà collaborazione tra esecutivo, sindacati e associazioni datoriali. Questi saranno i protagonisti della trama che tutti noi speriamo si concluda con un finale positivo. Quota 103 nell’anno in corso è una nuova misura provvisoria che si rivolge ad una platea di beneficiari ristretta. Per riuscire ad andare in pensione a 62 anni di età con 41 di contributi significa aver iniziato a lavorare a 21 anni (qualcuno in più potendo contare su riscatti contributivi) e avere avuto una lunga carriera continuativa. Quanti italiani possono vantare questa fortuna? Insomma, serve un nuovo sistema pensionistico possibilmente strutturale.
Riforma delle pensioni, si riparte
Domani, 19 gennaio 2023, partirà il confronto tra Governo e sindacati. Il Ministro del Lavoro Marina Calderone ha formalmente convocato Uil, Ugl e Cisl e Cgil per avviare un percorso di analisi e confronto che possa portare i risultati sperati in pochi mesi. Verranno esaminate le varie proposte di intervento sul sistema pensionistico vigente per capire come e nuove formule di pensionamento strutturali potrebbero incidere economicamente e socialmente.
Calderone afferma, poi, che nel confronto si affronteranno anche altre tematiche ossia il rilancio della previdenza integrativa e la razionalizzazione degli attuali strumenti di prepensionamento. Partirà così, dunque, il primo tavolo di lavoro a cui seguiranno altri incontri secondo un calendario che verrà definito domani stesso.
Cosa ipotizzare accadrà nel prossimo futuro
Oltre al Governo e ai sindacati siederanno al tavolo di lavoro anche le associazioni datoriali. Confindustria, Confcommercio, Artigiani, Alleanza cooperative e Confesercenti, Coldiretti e Confagricoltura si aggiungeranno all’incontro per poter ampliare il più possibile il confronto.
La collaborazione potrebbe consentire di ottenere dei risultati validi entro il mese di giugno 2023. Cinque/sei mesi potrebbero, infatti, essere sufficienti per una prima proposta fattibile che accontenti tutte le parti. Lo afferma il Ministro Calderone insieme alla necessità di trovare soluzioni che possano rendere il sistema previdenziale equilibrato e flessibile. Basta interventi provvisori, il Governo sa di dover offrire solidità e certezze ai lavoratori. Si lavorerà proprio su questo obiettivo per evitare la Legge Fornero e creare nuove forme di uscita anticipata vantaggiose per la maggior parte dei cittadini. Che l’operazione abbia inizio, dunque. Noi attendiamo fiduciosi i risultati.