IMU gratuita per comodato d’uso? Scopriamo se è davvero così

L’IMU è gratuita per comodato d’uso? Scopriamo quali sono le disposizioni in merito al pagamento del tributo per il contratto di comodato.

Il comodato d’uso è un contratto tramite il quale una parte consegna all’altra un bene mobile o immobile. Con la stipulazione di questo accordo, le due parti si impegnano affinché colui che riceve il bene se ne prenda cura per un determinato arco di tempo. Fermo restando che, sussiste l’obbligo di restituire la cosa ricevuta.

IMU gratuita per comodato d'uso
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Il contratto di comodato d’uso si fonda sul principio della gratuità dell’accordo. Per questo motivo, anche l’IMU è gratuita, in caso di comodato d’uso.

IMU gratuita per comodato d’uso: facciamo chiarezza

In base a quanto stabilito dalla Legge di stabilità del 2016, oggi sussiste una nuova forma di comodato gratuito per il quale è prevista una riduzione del 50% della base imponibile. Questa novità interessa anche gli immobili storici e inagibili.

L’imposizione introdotta dalla legge di stabilità del 2016 è piuttosto restrittiva. Essa, infatti, limita la possibilità del comodato gratuito solo ad alcuni casi. In particolare, per beneficiare di quest’opportunità è necessario essere proprietari di un solo immobile oppure di due immobili ubicati nello stesso Comune. Tuttavia, in questo caso, è necessario che uno dei due immobili sia adibito ad abitazione principale.

Affinché sia possibile usufruire della riduzione del 50% della base imponibile, è necessario che l’immobile sia ad uso abitativo.

Casi di non applicabilità della riduzione

In base a quanto stabilito dalla disciplina, se si è proprietari di tre o più immobili ad uso abitativo, sia per intero che in percentuale, non è possibile beneficiare della riduzione della base imponibile per il pagamento delle tasse.

Lo stesso discorso vale anche se si è titolari di due immobili ad uso abitativo che si trovano in due Comuni diversi. Il limite alla riduzione della base imponibile vale anche se si risiede nel Comune A e l’immobile è situato nel Comune B.

Anche se si risiede all’estero, non è possibile applicare la riduzione o se l’immobile è dato in comodato ma non viene utilizzato come abitazione principale dal comodatario.

Infine, non si può applicare la riduzione se il comodato è tra nonni e nipoti.

Ad ogni modo, l’attuale disciplina prevede che l’immobile dato in comodato non possa essere assimilabile ad un’abitazione principale, come avveniva in passato.

Pertanto, l’abitazione concessa in comodato rappresenta comunque un immobile soggetto ad aliquota ordinaria, ma con una base imponibile ridotta del 50%. Resta salvo il principio per il quale, il comodato è un contratto che può essere stipulato solo tra figli e genitori, dunque non è possibile utilizzare questo accordo scritto tra parenti al di fuori del primo grado.

Ultima disposizione dall’Agenzia delle entrate

Affinché il contratto di comodato d’uso sia valido, occorre che venga registrato presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate. Non è possibile far valere alcuna scrittura privata o un’altra forma di concessione del comodato.

In base ad un aggiornamento del 2016, si è stabilito che i contratti di comodato devono essere registrati entro l’1 marzo per poter beneficiare della riduzione del 50% della base imponibile per l’intero anno solare.

Ad ogni modo, la registrazione del contratto verbale prevede il versamento di una quota di 200 euro a titolo di imposta di registro. In compenso, non sono richiesti bolli.

Il contratto ha valore del giorno in cui viene registrato. Inoltre, la normativa prevede che la riduzione del 50% della base imponibile, valga anche per la TASI.

Agevolazione IMU per comodato d’uso

La legge stabilisce l’agevolazione IMU per gli immobili concessi ad uso abitativo con il contratto del comodato d’uso. In tal caso, il calcolo dell’imposta deve avvenire tenendo conto che la base imponibile è ridotta del 50%.

Tuttavia, i Comuni hanno la possibilità di emanare un regolamento per il comodato gratuito, assimilato ad abitazione principale o il comodato gratuito non assimilato, con l’applicazione di un’aliquota agevolata per il calcolo dell’IMU.

In tal caso, l’agevolazione opera limitatamente alla quota di rendita risultante in catasto, che non eccede il valore di 500 euro o nel caso in cui il comodatario appartenga ad un nucleo familiare con ISEE pari o inferiore a 15.000 euro annui.

In sostanza, se il Comune ha previsto l’assimilazione con l’applicazione della franchigia, questa vale solo entro il limite massimo di 500 euro. La quota eccedente tale importo prevede l’applicazione dell’aliquota d’ordinaria. Invece, per i nuclei familiari che hanno ISEE inferiore o uguale a 15.000 euro è prevista la totale esenzione al pagamento dell’IMU.

A proposito di IMU: cosa prevede la rottamazione quater?

Con la legge di bilancio 2023 è stata proposta la rottamazione delle cartelle esattoriali d’importo inferiore a 1000 euro.

Tuttavia, è stata data la possibilità ai Comuni di deliberare, comunicando la volontà di aderire o meno allo stralcio delle cartelle per i tributi locali come IMU e Tari.

Al momento, si ha la certezza che i cittadini di Roma e Milano non avranno la possibilità di accedere alla rottamazione delle cartelle esattoriali volute dalla recente Legge di bilancio.

A breve si conoscerà l’intenzione di tutti i Comuni, che entro il 31 gennaio hanno il dovere di effettuare comunicazione di adesione o meno con un’apposita delibera. In mancanza di delibera sarà automaticamente applicato lo stralcio di sanzioni e interessi.

In ogni caso, Roma ha deciso di non aderire al beneficio perché l’adesione comporterebbe una riduzione dei fondi utilizzati per finanziare beni e servizi per la comunità. Milano, invece, ha detto no alla rottamazione delle cartelle esattoriali, per ragioni legate ad un principio di equità.

Per ora anche i Comuni di Firenze, Piacenza, Bologna, Bari, Palermo, Terni e Verona hanno deciso di non aderire.

Si attendono ancora notizie dai Comuni di Napoli e Torino, che però propongono la rottamazione quater come alternativa. Mentre si ha la certezza che la sanatoria sarà applicata dai comuni di Acerra, Arezzo, Lecce, Pistoia e Lucca.

A proposito di rottamazione quater, questa fa riferimento alle cartelle esattoriali emesse dai Comuni e affidati all’Agenzia della riscossione, tra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno 2022. In tal caso, è previsto che sia il contribuente a presentare domanda in formato digitale, entro il 30 aprile 2023.

Così facendo avverrà uno stralcio parziale dei debiti, che permetterà di sanare la propria posizione pagando la somma di denaro dovuta, senza l’applicazione di sanzioni e interessi in mora.

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