Bonus contributivo donne lavoratrici: confronto tra pensione di vecchiaia e Ape sociale

Oggi scopriremo cos’è il bonus contributivo donne lavoratrici e come influisce sull’accesso alla pensione di vecchiaia o all’Ape sociale.

In base a quanto previsto dall’ordinamento giuridico italiano le lavoratrici madri hanno diritto ad uno sconto sull’età pensionabile. Inoltre, questa categoria di contribuenti, per la determinazione dell’assegno, può usufruire solo del calcolo contributivo.

Bonus contributivo donne lavoratrici
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La disposizione intende offrire un beneficio in favore delle lavoratrici madri, permettendo loro di godere di un piccolo anticipo dell’età pensionabile.

L’opportunità può essere sfruttata sia per l’accesso alla pensione di vecchiaia che per altre forme di pensionamento. In particolare, con l’approvazione della Legge di bilancio 2023, lo sconto contributivo per le lavoratrici madri riguarderà anche Opzione donna.

Si tratta di un vero e proprio bonus contributivo per donne lavoratrici.

Bonus contributivo per donne lavoratrici: di cosa si tratta

In base a quanto stabilito dall’articolo 1, comma 40, lettera C, della Legge 335/1995 le madri lavoratrici hanno diritto ad uno sconto sull’età pensionabile che permette di accedere in via anticipata alla pensione di vecchiaia.

Attualmente, il sistema pensionistico italiano, stabilisce che per accedere alla pensione di vecchiaia siano necessari 67 anni di età. Ma per le madri lavoratrici è possibile ottenere uno sconto contributivo pari a 4 mesi per ogni figlio, entro il limite massimo di 12 mesi.

In sostanza, queste categorie di lavoratrici hanno l’opportunità di anticipare il ritiro dal lavoro fini ad un massimo di un anno.

Possono accedere a quest’agevolazione contributiva solo le lavoratrici per le quali l’assegno è determinato completamente con il sistema contributivo. In sostanza, per accedere a questo bonus occorre che la lavoratrice abbia iniziato a versare i contributi a partire dal 1 gennaio 1996.

Restano escluse da quest’opportunità tutte le lavoratrici in possesso di anzianità contributiva in data antecedente al 1 gennaio 1996. Fermo restando che, la disciplina consente loro di rinunciare al sistema di calcolo retributivo per i periodi antecedenti la suddetta data.

Possono beneficiare dell’agevolazione anche le lavoratrici che hanno versato i contributi nella Gestione separata, in base a quanto stabilito dall’articolo 3 del Dm 282/1996.

Con l’approvazione della Legge di bilancio 2023, anche le lavoratrici, che accedono alla forma di pensionamento anticipato Opzione donna, potranno godere di un anticipo contributivo in relazione al numero dei figli.

In particolare, la manovra finanziaria consente alle lavoratrici con figli di accedere a Opzione donna e di anticipare il ritiro dal lavoro di un anno in presenza di un solo figlio, due anni in presenza di due o più figli.

Opzione donna 2023

Come preannunciato in fase di campagna elettorale dalle forze politiche di centro-destra, anche nel 2023 sarà possibile accedere alla misura di pensionamento anticipato Opzione donna.

Tuttavia, sono state introdotte delle modifiche che tendono a favorire le lavoratrici madri.

Di fatto, nel 2023, per sfruttare Opzione donna è necessario avere versato 35 anni di contributi e aver raggiunto il requisito anagrafico di 60 anni.

Tuttavia, coloro che hanno un figlio possono beneficiare di uno sgravio contributivo di 12 mesi. Mentre da due figli in poi, la lavoratrice otterrà due anni di anticipo di pensione.

Pertanto, a queste condizioni, le lavoratrici potranno accedere a 59 o 58 anni di età alla misura Opzione donna 2023.

Bonus contributivo donne lavoratrici: Ape sociale

Con la Legge di bilancio 2023 è stata prorogata anche la misura Ape sociale. Si tratta di un’indennità riconosciuta dallo Stato, in favore di determinate categorie di lavoratori. Lo scopo dell’indennità è quello di accompagnare il lavoratore negli anni che precedono la pensione di vecchiaia.

Per accedere a Ape sociale è necessario avere almeno 63 anni e versare in una situazione di disagio economico.

Durante il periodo di riposo che precede la pensione di vecchiaia, il lavoratore riceverà un sussidio mensile dell’importo massimo di 1500 euro lordi. La somma di denaro non è soggetts a rivalutazione annuale e non è prevista l’erogazione della tredicesima mensilità.

Per accedere a Ape sociale occorre essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • Aver cessato l’attività lavorativa sia da dipendente che da autonomo;
  • Non essere titolari di una pensione diretta;
  • Trovarsi in una situazione di tutela;
  • Avere raggiunto almeno 30/36 anni di versamenti contributivi.

Per le lavoratrici madri che intendono accedere all’indennità Ape sociale è previsto un bonus contributivo che permette di anticipare l’accesso alla misura di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di due anni.

In sostanza, le madri che hanno due figli possono accedere a Ape sociale con 28 anni di contributi, anziché 30.

Ad ogni modo, per accedere a Ape sociale occorre appartenere ad una delle seguenti categorie di lavoratori:

  • Caregiver, con 63 anni di età e 30 di contributi;
  • Invalido con percentuale superiore al 74%, hanno accesso all’Ape sociale con 63 anni di età e 30 anni di contributi;
  • Disoccupati con esaurimento integrale della prestazione di disoccupazione spettante, con 63 anni di età e trenta di contributi;
  • Lavoratori dipendenti impiegati in attività considerate e difficoltose e rischiose, 63 anni di età e 36 anni di contributi.
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