Opzione Donna, calcolo e contributi: le novità oltre la proroga

Prorogata in extremis, Opzione Donna è stata rivista al ribasso. Una contrazione che non convince, nemmeno dopo l’ok in Manovra.

Chi attendeva la riforma completa del sistema pensionistico, avrà capito per tempo che, per il 203, il quadro dei trattamenti avrebbe previsto esclusivamente nuove misure ponte. Oppure strumenti già esistenti bisognosi di proroga.

Opzione Donna
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Esattamente quel che è avvenuto. Nonostante per alcuni contribuenti siano rimasti attivi i requisiti di Quota 102 (a patto che siano maturati entro il 31 dicembre 2022), il Governo ha disposto il passaggio alla cosiddetta Quota 103, evoluzione della progenitrice Quota 100, valida per i nati entro il 1961 iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria o ad altre forme esclusive e sostitutive. Col requisito base dei 41 anni contributivi entro il 31 dicembre 2023. Questo, almeno, per quanto riguarda il sistema (provvisorio) generale. Per alcune particolari categorie di contribuenti è stata disposta la proroga dei sistemi di pensionamento anticipato, non senza qualche difficoltà in fase di discussione. Ostacoli che, in particolare, hanno riguardato Opzione Donna, il sistema pensione destinato alle lavoratrici, già prorogato nel 2022 e a rischio cancellazione fino all’ultima votazione.

Non tanto per una questione di scarsa utilità, quanto di reale efficacia. Il prolungamento degli effetti ha infatti poggiato sul presupposto di un ritocco sostanziale alla misura, con migliore definizione soprattutto dei requisiti relativi ai contributi figurativi. Utili, questi ultimi, al raggiungimento dei 35 anni come, appunto, requisito contributivo. In realtà, più che di ritocco, si può parlare di intervento vero e proprio. La Legge di Bilancio ha ridefinito i limiti di accesso, sia dal punto di vista della contribuzione che dell’anagrafica. Stando ai parametri attuali, per chi ha maturato i requisiti nel 2021 Opzione Donna consente l’uscita a 58 anni di età per le dipendenti e a 59 per le lavoratrici autonome, con un requisito minimo di 35 anni. Le finestre di decorrenza, invece, figurano rispettivamente a 12 e 18 mesi.

Opzione Donna, ok alla proroga ma con ritocco: come funziona la nuova versione

La revisione del sistema è stata incentrata, come per altri provvedimenti, sulla volontà di garantire una maggiore equità ai contribuenti. In questo caso alle lavoratrici. Nello specifico, il nuovo sistema cercherà di equiparare le condizioni di accesso anche per le più svantaggiate. Categoria nella quale rientrano le dipendenti licenziate o impiegate in aziende con tavolo di crisi presso il Ministero. Oppure che figurino con disabilità pari o superiore al 74%. O che, in alternativa, assistono da almeno 6 mesi persone disabili conviventi beneficiarie di Legge 104. Per quanto riguarda l’età anagrafica, la soglia sale a 60 anni per entrambe le categorie, a meno che non figurino come genitrici, con anticipo di un anno per ogni figlio entro un massimo di due. Passaggio approvato, nonostante fino all’ultimo avesse fatto parte degli aspetti dibattuti, in quanto passibile di illegittimità (poiché ritenuto potenzialmente discriminatorio per le donne senza figli).

Appare evidente, al netto dei sistemi di calcolo (perlopiù contributivo inclusi i figurativi, almeno per la versione sperimentale), che l’ultimo restyling di Opzione Donna abbia prodotto una contrazione degli effetti della misura. I contributi figurativi saranno considerati validi per il sistema di calcolo (compresi i versamenti per riscatto di una laurea) ma con esclusione di quelli accreditati per malattia e disoccupazione in ambito privato. Provvedimenti che, peraltro, potrebbero subire un ulteriore giro di vite. A riprova di un consenso arrivato sul fil di lana e che, anche dopo la conferma della Manovra, resta estremamente in bilico. Il prossimo 8 febbraio, infatti, il tema della misura pensionistica per le lavoratrici tornerà in dibattito, ufficialmente per una correzione e un ampliamento. In pratica, la direzione presa sembra quella dell’aut aut: porre in essere nuovi interventi o tirare una riga definitiva.

Al momento, Opzione Donna concede l’uscita con sistema di ricalcolo tramite metodo contributivo, con penalizzazione evidente compresa fra il 20% e il 25% sull’importo potenzialmente spettante. Inoltre, la contrazione del meccanismo ha di fatto limitato la possibilità dell’anticipo unicamente alle categorie svantaggiate. Componente che potrebbe essere rivista, con possibile ritorno a un quadro generalizzato.

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