Ecco una guida alla ricostruzione pensione, che permette di ricalcolare il valore dell’assegno con effetto retroattivo.
Il meccanismo di ricostruzione della pensione viene utilizzato con lo scopo di aumentare l’importo dell’assegno previdenziale percepito. La ricostruzione deve essere richiesta all’INPS che si occupa di effettuare il conteggio del montante contributivo, che determina l’importo erogato mensilmente.
Effettuando la ricostruzione della pensione, l’INPS include nel conteggio anche i nuovi contributi, già versati o dovuti, che andranno ad incidere sul montante contributivo e sul calcolo dell’importo.
Quali sono i casi in cui è opportuno chiedere il ricalcolo della pensione? Quanti tipi di meccanismi di ricostruzione della pensione esistono?
Guida alla ricostruzione pensione: di cosa si tratta
La ricostruzione pensione è un meccanismo che permette di ricalcolare il montante contributivo e modificare l’importo dell’assegno percepito mensilmente. In sostanza, grazie a quest’opportunità il contribuente può chiedere all’INPS di includere ulteriori periodi contributivi.
Ci stiamo riferendo alla possibilità di riscattare gli anni universitari o altri periodi coperti da contribuzione figurativa. In questo modo, si incide sul montante contributivo e, di conseguenza, si va ad aumentare l’assegno di pensione erogato dall’INPS.
La ricostruzione della pensione, in base a quanto stabilito dall’articolo 5 del Decreto del Presidente della Repubblica del 1968, ha lo scopo di consentire al lavoratore di mettersi in regola con gli adempimenti contributivi obbligatori.
Grazie a questa procedura, infatti, il lavoratore viene tutelato da eventuali difficoltà incontrate nel procurarsi la documentazione necessaria, per ottenere l’accreditamento dei contributi figurativi. Inoltre, con il sistema della ricostruzione della pensione, il lavoratore ha la possibilità di versare i contributi in ritardo producendo un effetto retroattivo.
In pratica, è come se i contributi fossero stati versati anteriormente alla data di decorrenza della pensione.
Dopo aver effettuato la ricostruzione della pensione e l’assegno di pensionamento, il lavoratore viene liquidato il rateo, producendo effetti anteriori alla data di ricostruzione.
Ciò vuol dire che, all’ex lavoratore spettano di arretrati sia della pensione che dei coefficienti di perequazione.
Casi in cui è possibile ricorrere al ricalcolo
Per poter effettuare il ricalcolo e la ricostruzione della pensione, generalmente, si utilizza il riscatto di contributi figurativi. Si tratta di periodi riconosciuti dall’INPS, ma che non prevedono alcun versamento a carico del dipendente.
L’ordinamento giuridico italiano permette di riscattare i suddetti periodi, versando concretamente le somme di denaro che permettono di aumentare il montante contributivo.
Generalmente rientrano nel ricalcolo e nella ricostruzione della pensione, i contributi che non sono stati presi in considerazione in occasione del calcolo originario della pensione o le variazioni di reddito o, ancora, le differenze sulla percentuale di invalidità riconosciuta.
L’opportunità di chiedere all’INPS la ricostruzione della pensione è concessa ai dipendenti sia del settore pubblico che del settore privato, purché sussistano le seguenti condizioni:
- Accreditamento di contribuzione non valutata in prima liquidazione;
- L’esclusione di contribuzione già valutata in prima liquidazione;
- La modifica del valore retributivo o contributivo già considerato in fase di prima liquidazione.
Come quando chiedere la ricostruzione
Per ottenere la ricostruzione della pensione da parte dell’INPS è necessario presentare un’apposita domanda. Sul sito dell’Istituto previdenziale è presente la modulistica da compilare per inviare la domanda di ricalcolo pensione. Tuttavia, in alcuni casi il ricalcolo avviene d’ufficio, ovvero in automatico.
La domanda può essere inoltrata anche in modalità telematica accedendo al servizio dedicato, disponibile gratuitamente sul sito dell’Inps.
In alternativa, è possibile rivolgersi al patronato o al Contact Center.
L’ordinamento giuridico italiano non prevede scadenze o termini di decadenza per il riconoscimento del diritto al ricalcolo della pensione.
Tuttavia, nel caso in cui il ricalcolo fosse necessario in seguito ad un errore effettuato in prima liquidazione, il contribuente ha fino a tre anni di tempo per poter chiedere il riconoscimento del diritto.
Qualora la richiesta dovesse essere presentata in data successiva a tale termine, il lavoratore ha diritto solo ai ratei del triennio antecedente al ricorso.