Quoziente familiare e addio ISEE: penalizzate donne e proprietari di prima casa

Nei prossimi anni potremmo dire addio ISEE. È arrivato il quoziente familiare che potrebbe sostituire il modello.

Il governo ha scelto un nuovo indicatore reddituale: il quoziente familiare. Grazie a questo documento sarà possibile dire addio ISEE, come parametro di riferimento per bonus e incentivi.

Quoziente familiare
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Tra qualche anno, il quoziente familiare sostituirà completamente l’ISEE. Questo documento tiene conto solo della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare, in relazione al numero di componenti o alla presenza di eventuali soggetti affetti da disabilità.

L’ISEE, invece, prende in considerazione anche la situazione patrimoniale del nucleo familiare.

Con il quoziente familiare sarà possibile utilizzare un parametro che rientra nel Piano di natalità, a cui ha fatto riferimento anche il Ministro per la famiglia, Eugenia Roccella. Ma, a quanto pare, il quoziente familiare servirà anche a stabilire i criteri per l’assegnazione e il calcolo dell’assegno unico familiare.

Dopotutto, come confermato dalla Premier Giorgia Meloni:

«La famiglia è il nucleo essenziale della nostra Nazione, è l’unità di base del nostro vivere sociale. Per questo crediamo che anche l’ordinamento fiscale debba riconoscere il ruolo sostitutivo di ammortizzatore sociale che le famiglie esercitano e che è sempre più cruciale nella moderna società».

Addio ISEE: cos’è il quoziente familiare

Con l’introduzione del quoziente familiare si andrà gradualmente a sostituire gli indicatori ISEE.

Grazie a questo parametro si assisterà ad una modifica del sistema di tassazione sul reddito facendo in modo che la composizione e la caratteristica delle famiglie siano uno degli elementi che determinano le erogazioni di sussidi e bonus.

Così facendo, si riuscirà ad offrire aiuti mirati alle famiglie. Ad esempio, le famiglie numerose pagheranno meno tasse e avranno la possibilità di accedere a determinati benefici.

Ma esattamente cos’è il quoziente familiare?

Durante la campagna elettorale, che ha portato alle elezioni del 25 settembre 2022, le forze politiche di centro-destra e in particolare Giorgia Meloni avevano preannunciato l’intenzione di introdurre un nuovo parametro di calcolo reddituale: il quoziente familiare.

Grazie a questo parametro, inserito nel decreto Aiuti quater, sarà possibile individuare i criteri di accesso a bonus fiscali e altri benefici.

Stando a quanto annunciato dal Governo, grazie al quoziente familiare le famiglie numerose riceveranno maggiori benefici.

In questo modo, l’esecutivo intende aiutare i nuclei familiari tenendo conto dell’effettivo numero dei componenti dello stesso. Ma, al contempo, il governo desidera anche incentivare la natalità: una delle note dolenti del Bel paese.

Ad ogni modo, grazie al quoziente familiare saprà possibile favorire le famiglie numerose che hanno più figli o in cui sono presenti i soggetti disabili. In sostanza, con l’introduzione di questo parametro sarà possibile indirizzare gli aiuti in maniera più specifica e mirata, riducendo il valore economico delle famiglie numerose e dando loro la possibilità di accedere ad aiuti e sostegni.

In base ai calcoli e alle stime effettuate, con l’introduzione del quoziente familiare le famiglie dovrebbero riuscire a recuperare mediamente mille euro all’anno.

Tuttavia, sebbene l’intenzione dietro l’introduzione del parametro sia quella di favorire i nuclei familiari più numerosi, va ricordato che, in Italia, la maggior parte dei nuclei familiari sono formati da due, tre o massimo quattro persone.

Dunque, con il quoziente familiare si andrebbero a favorire solo poche famiglie.

Mentre molti altri nuclei familiari sarebbero penalizzati, perché impossibilitati ad accedere a bonus o, ad esempio, alle case popolari.

Inoltre, il nuovo parametro, a differenza dell’ISEE, non tiene conto del patrimonio della famiglia. Tuttavia, molte famiglie in Italia sostengono il pagamento di un mutuo per l’acquisto della prima casa. Si tratta di un peso che intacca il reddito familiare complessivo ma che, nel quoziente familiare, non viene preso in considerazione.

Effetti del nuovo parametro sull’occupazione femminile

Il quoziente familiare è stato presentato come un parametro che intende avvantaggiare le famiglie. Come una sorta di mano tesa nei confronti dei nuclei familiari, con lo scopo di aiutare e incentivare.

Tuttavia, c’è chi sostiene che quando avverrà l’introduzione di tale parametro le donne potrebbero essere penalizzate.

Per capire di cosa stiamo parlando, proviamo a spiegare con un esempio.

Se in un nucleo familiare ci sono due persone con reddito complessivo di 35 mila euro, la tassazione attuale prevede l’applicazione di una aliquota del 35%. Con il quoziente familiare l’aliquota scenderebbe al 25%.

In questo modo, verrebbe applicata una tassazione più bassa per ciascuno dei due coniugi.

Purtroppo, in Italia, c’è un altro grave problema che riguarda la differenza salariale di genere. Come è noto, le donne guadagnano meno degli uomini.

Dunque, se il reddito della moglie fosse di €10.000 e quello del marito di 25 mila euro, si applicherebbe una tassazione del 25%, che non tiene conto dalla differenza di reddito percepita dal singolo lavoratore.

Da queste considerazioni, sorge il dubbio che l’introduzione del quoziente familiare possa addirittura disincentivare l’occupazione femminile.

Ma, a tal proposito può essere utile dare uno sguardo alla Francia, dove il quoziente familiare è già operativo.

Qui l’occupazione femminile è superiore al 60%, mentre, in Italia, si aggira attorno al 47-50%. Questo dato sottolinea che nonostante il quoziente, l’occupazione femminile non ne abbia particolarmente risentito.

Resta il fatto che bisognerebbe promuovere delle politiche a sostegno del lavoro femminile, intervenendo sui congedi familiari e sulla maternità.

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