A molte persone può capitare di avere il conto corrente bloccato. Niente panico: c’è una soluzione da conoscere.
Scoprire di avere il conto corrente bloccato non è una bella notizia. Ma questa evenienza può verificarsi, perché gli istituti bancari hanno il potere di congelare le somme di denaro presenti su un deposito.
Chiaramente, le banche non possono bloccare un conto corrente al loro piacimento. È necessario che si verifichino determinate condizioni, che portano al congelamento del denaro.
Quali sono i casi in cui una banca ha la facoltà di bloccare un conto corrente? Cosa può fare il correntista per evitare che ciò accada?
Conto corrente bloccato: quali sono i casi
Generalmente il conto corrente può essere bloccato quando il titolare del deposito ha maturato debiti, muore o per lo scoperto.
Vi è poi un’altra possibilità, che determina il congelamento delle somme di denaro presenti sul conto corrente bancario, che riguarda l’intervento della legge antiriciclaggio.
Ad ogni modo, il conto corrente è bloccato a causa di debiti quando l’Agenzia delle Entrate decide di procedere con il pignoramento delle somme di denaro depositate.
Così facendo il titolare non potrà accedere ad un importo pari alla totalità del debito maturato.
Dunque, il congelamento non riguarda l’intera somma di denaro, bensì solo la quota che fa riferimento ai debiti.
In questo caso, per eliminare il blocco dal conto corrente è necessario che il debitore saldi il debito.
La morte del titolare
In caso di morte del titolare del conto corrente, la legge prevede il blocco temporaneo del deposito bancario. In questo caso il congelamento delle somme di denaro ha lo scopo di tutelare il diritto di successione degli eredi.
Dunque, quando una persona muore il proprio conto corrente viene bloccato, per il tempo che serve ad individuare gli eredi testamentari o legittimari.
Concluso il procedimento di successione, il conto corrente verrà sbloccato e le somme saranno ripartite tra gli eredi.
Conto bloccato per scoperto
Il conto corrente può essere bloccato dalla banca in caso di scoperto. Ciò vuol dire che il saldo è sceso sotto lo zero.
In tal caso, la banca ha il diritto di chiudere il credito e bloccare il conto corrente. In realtà, in queste circostanze si verificano quando gli istituti bancari aprono una linea di credito, che potrà essere utilizzata totalmente o parzialmente anche quando non ci sono fondi sul conto.
Possono usufruire del fido bancario, sia ai clienti privati che le società.
Dal momento che la banca anticipa le somme di denaro, sono previsti interessi calcolati sulla somma del fido e sulla durata del finanziamento. Inoltre, il correntista è tenuto a versare un canone mensile.
Nel caso in cui non si riuscisse ad effettuare il versamento del canone mensile, il titolare del deposito maturerebbe debiti verso la banca: condizione che comporta il congelamento del conto corrente.
Come funziona la normativa antiriciclaggio
Vi è un altro caso in cui il conto corrente potrebbe venire bloccato ed è per inadempimenti relativi alla legge antiriciclaggio.
In particolare, il conto può essere bloccato se il titolare del deposito non effettua la compilazione del questionario antiriciclaggio. Si tratta di un obbligo di legge previsto per tutti i correntisti che, al momento dell’apertura del conto, devono compilare e firmare uno specifico modulo.
Nel caso in cui la banca non rispetti tali obblighi legali, si va incontro al blocco del credito al correntista e l’applicazione di una sanzione pecuniaria all’istituto bancario.
Il modulo in questione deve essere compilato entro 60 giorni dall’apertura del conto. L’inadempimento produce una multa per la banca che va da 2.600 a 13.000 euro.