Allarme tra i lavoratori che rischiano di rimanere senza lavoro per via dei tagli societari. Il timore c’è in particolare all’interno di un dato settore dove potrebbero esserci diversi licenziamenti.
Non è di certo uno dei periodi migliori per la maggior parte delle persone che si trova ad affrontare una crisi economica che non si vedeva da circa quarant’anni. L’ultima volta che l’inflazione era stata così alta era infatti il 1984. E da un anno a questa parte molte persone stanno affrontando rincari di ogni tipo. Ma adesso l’allarme più grande arriva per una parte di lavoratori che potrebbero perdere il loro posto da un giorno all’altro.
Sono mesi che il nostro paese, così come il resto dell’Occidente, sta vivendo una crisi energetica di enorme portata che ha spinto i prezzi di ogni genere in alto. Dei rincari che non accennano a frenarsi e si fanno sentire in tutti i settori economici. Un periodo di ricchezza quasi zero, come ha fatto capire la Commissione europea rilasciando i dati in merito alla recessione grave in atto.
Una situazione che potrebbe riflettersi proprio sul lavoro, visto che c’è paura per molti di perdere il proprio lavoro. L’allarme licenziamenti è sempre più attuale e coinvolge diverse persone e settori. La crisi tocca da vicino in particolare il settore metalmeccanico che potrebbe vedere dei tagli importanti nei prossimi mesi. Si parla addirittura di 60mila dipendenti a rischio in oltre 200 aziende. Ma andiamo a vedere nel dettaglio.
Allarme licenziamenti: i settori a rischio in Italia
L’ultimo report pubblicato in merito al settore metalmeccanico di Fim e Cisl fa emergere una situazione complicata, anche se nel secondo semestre del 2022 c’è stato un taglio minimo del personale. Le cose potrebbero peggiorare a breve, dove 60mila lavoratori rischiano di essere licenziati. Uno scenario che si riflette inesorabilmente anche negli altri settori dell’economia.
È stato puntato il dito anche per quanto riguarda i settori delle auto ed elettrodomestici, alle quali si vanno a sommare delle filiere come quelle delle istallazioni e appalti. Proprio su questo discorso, le aziende come Electrolux e Whirlpool hanno già annunciato ai propri lavoratori che ci saranno dei tagli e ristrutturazioni negli stabilimenti italiani.
Tra l’altro c’è da dire che il settore auto, anche se parzialmente in ripresa negli ultimi mesi, potrebbe subire economicamente lo stop della produzione dei mezzi a benzina e diesel entro il 2035 in tutti i paesi dell’UE. Oltre agli aumenti vertiginosi della benzina in questo periodo. Una scelta che potrebbe danneggiare in maniera netta diverse aziende che non hanno la capacità economica d’investire sull’elettrico.
Ad aver avuto maggiori vertenze nell’anno appena trascorso è stata la Campania che sono stati in tutto 38. Poi segue la Lombardia a 35 e subito dopo ci sono la Sardegna a 29 e Puglia a 28. Appena sotto troviamo le Marche con 25, mentre l’Emilia Romagna a 20 e il Friuli Venezia Giulia a 18. Un bel po’ sotto il Lazio che si ferma a 9.