Aumenti assegno unico: attenzione, chi commette questa leggerezza perde tutto

In base ai dati dell’Osservatorio INPS, gli aumenti assegno unico previsti 2023 porteranno a importi medi di 146 euro.

Gli importi medi che saranno erogati dall’istituto previdenziale in favore delle famiglie in cui sono presenti uno o più figli a carico saranno di circa 146. Tuttavia, è necessario rinnovare l’ISEE. Il rischio è di percepire l’importo più basso.

Aumenti assegno unico
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L’assegno unico erogato a gennaio 2023 seguirà ancora le modalità di calcolo previste per l’anno 2022. Dunque verrà preso in considerazione l’indicatore reddituale dell’anno precedente.

Tuttavia, è necessario rinnovare il documento ISEE che ha valenza annuale e scade alla 31-12 di ogni anno.

Infatti, a partire da febbraio il calcolo verrà effettuato in base all’ISEE 2023. Per questo motivo, è scattata una vera e propria corsa al rinnovo del documento per evitare di perdere continuità nell’erogazione della prestazione.

Quali sono gli aumenti Assegno unico previsti per il 2023? Cosa succede se non rinnovo in tempo l’ISEE?

Aumenti assegno unico: facciamo chiarezza

L’anno scorso è stato introdotto l’assegno unico, ovvero il sussidio alla genitorialità che spetta a tutti i nuclei familiari in cui è presente almeno un minore. In particolari casi, l’importo viene erogato anche in favore figli con più di 18 anni di età, fino al compimento del 21 anno d’età.

Ad ogni modo, l’Assegno unico 2023 sarà caratterizzato da aumenti dovuti al meccanismo della perequazione che prevede di adeguare gli importi al costo della vita. Dal momento che il 2022 è stato caratterizzato da una forte crisi economica e dall’impennata del tasso d’inflazione, non stupisce che l’adeguamento del 2023 si farà notare per i suoi valori record.

Nei mesi che vanno da marzo a novembre 2022 sono stati versati 11,6 miliardi di euro, in favore di 6 milioni di famiglie. Complessivamente sono 10 milioni i figli a carico che hanno percepito l’importo erogato dall’INPS.

Mediamente sono stati erogai assegni unici per un valore di circa 233 euro per richiedente, ovvero 146 euro per figlio. Tuttavia, per i nuclei familiari percettori di Reddito di cittadinanza, l’assegno unico è arrivato a 166 euro in media.

Il 47% dei beneficiari hanno un indicatore ISEE inferiore a 15.000 euro. Mentre il 23% dei nuclei familiari percepiscono l’Assegno unico e universale senza aver presentato l’ISEE.

Dopotutto, l’ISEE non è un documento indispensabile e senza il quale non è possibile percepire il sussidio alla genitorialità. Ma, grazie ad esso, si riesce ad individuare la fascia d’appartenenza, senza la quale di percepisce l’importo più basso.

Infatti, chi non presenta l’ISEE o ha un indicatore reddituale pari o superiore a 40.000 euro riceve un importo mensile di 50 euro per figlio. La fascia più alta, ovvero coloro che hanno un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro ricevono un assegno del valore mensile di 195 euro per figlio.

Cosa accade in caso di mancato rinnovo?

In caso di mancato rinnovo dell’ISEE 2023 entro il mese di febbraio, i beneficiari di Assegno unico riceveranno l’importo più basso, ovvero 50 euro per figlio.

Tuttavia, c’è tempo fino al 30 giugno per rinnovare il documento in questione e ricevere gli arretrati dei mesi precedenti.

Ma oltre alle maggiorazioni legate alla rivalutazione, vi sono anche altri tipi di aumenti. Per il 2023, è in fatti prevista una maggiorazione del 50% dell’importo dell’assegno unico, per i bambini fino a 3 anni d’età, per i nuclei familiari con almeno 3 figli e ISEE inferiore a 40.000 euro.

Sono, poi, previsti 150 euro in più per le famiglie in cui sono presenti almeno 4 figli a carico. Infine, è prevista l’equiparazione dei figli disabili maggiorenni e minorenni.

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