Arretrati pensione d’invalidità: da quando parte il conteggio?

Scopriamo in quali casi si ha diritto agli arretrati pensione d’invalidità e come presentare ricorso.

Nel caso in cui la commissione medica dell’ASL territoriale non riconosca l’invalidità civile o attribuisca una percentuale di invalidità minore rispetto a quella che il soggetto attendeva, c’è la possibilità di presentare ricorso. Se durante il ricorso, il giudice riconosce l’invalidità o una percentuale maggiore, il cittadino ha diritto agli arretrati.

Arretrati pensione d'invalidità
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In pratica, l’invalido ha diritto a ricevere la pensione d’invalidità per i mesi a partire dal momento in cui ha presentato la domanda ed entro 120 giorni dalla notifica del decreto di omologa da parte del giudice.

In questo caso, infatti, il decreto di omologa va a sostituire completamente il verbale della commissione medica, riconoscendo lo stato di invalidità.

Cosa succede se l’INPS si rifiuta di pagare l’invalidità riconosciuta dal giudice?

Arretrati pensione d’invalidità: il rifiuto dell’INPS

Anche se un giudice, con un decreto di omologa, attesta lo stato di invalidità di un soggetto, l’INPS potrebbe non effettuare il pagamento della prestazione.

Se l’Istituto previdenziale non dovesse procedere al pagamento della pensione di invalidità è possibile presentare ricorso. Il verbale rilasciato dall’INPS può essere impugnato entro sei mesi dalla comunicazione. Tramite l’impugnazione, il soggetto propone al giudice un’istanza di accertamento tecnico preventivo, che serve a verificare le condizioni sanitarie che determinano la legittimità della richiesta.

Nel corso del processo dell’accertamento per l’invalidità civile sono previste due tutele: una di tipo giudiziaria e l’altra di tipo amministrativa.

La tutela di tipo giudiziaria serve a verificare le condizioni sanitarie che danno accesso alla prestazione. Mentre la tutela di tipo amministrativo ha lo scopo di verificare i requisiti reddituali, di cittadinanza e di residenza che rendono legittima la prestazione.

Per presentare il ricorso amministrativo è possibile procedere, in via telematica, accedendo al sito dell’Inps mediante le proprie credenziali digitali. Qui, l’utente troverà la sezione “Ricorsi online”. In alternativa, è possibile usufruire del servizio offerto dagli enti di patronato o da altri soggetti abilitati.

Dopo avere ricevuto il ricorso amministrativo, l’istituto previdenziale provvede a verificare le condizioni che rendono legittima l’erogazione della prestazione.

Se l’INPS riconosce che ci sono i requisiti necessari per ottenere la prestazione economica, il soggetto avrà diritto agli arretrati a partire dalla data in cui è stata presentata la prima domanda

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