Anche i disoccupati vanno in pensione: ecco le modalità

Scopriamo quali sono le possibilità per i disoccupati di accedere alla pensione. Chi rimane senza lavoro a pochi anni dal pensionamento non deve disperare.

Lo Stato tutela chi rimane senza lavoro ad un passo dalla pensione con quattro misure tra cui scegliere quella adatta al proprio profilo.

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Oggigiorno rimanere senza lavoro è un incubo vissuto da tante persone. Le aziende falliscono, purtroppo, e la crisi economica generale non aiuta l’occupazione. Può capitare che a pochi anni dal pensionamento ci si ritrovi disoccupati non riuscendo, così, ad accumulare i contributi “finali” che farebbero tagliare il traguardo della pensione o a soddisfare le altre condizioni. Una tragedia che può risolversi soddisfacendo i requisiti richiesti da almeno una delle quattro possibilità che il sistema pensionistico italiano – qui tutte le possibilità offre a chi non ha più un lavoro. Le opzioni sono l’APE Sociale, Quota 41 per i lavoratori precoci, la RITA e Opzione Donna. Si tratta di forme anticipate di pensionamento che permettono di avere una rendita mensile pur non avendo raggiunto la pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 di contributi).

La pensione per i disoccupati

Il primo scivolo per i disoccupati si chiama APE Sociale. Non è una vera pensione ma un accompagnamento verso la pensione di vecchiaia. Consente di ricevere un’entrata mensile inferiore a 1.500 euro fino alla maturazione dei requisiti di 67 anni di età e 20 di contributi. Per accedere all’APE Sociale occorrerà avere compiuto 63 anni di età e aver accumulato 30 anni di contributi (36 per gli addetti ai lavori gravosi).

Lo scivolo in questione si rivolge a poche categorie di cittadini tra cui troviamo i disoccupati (le altre sono gli invalidi con 74% di disabilità, i caregiver e gli addetti alle mansioni gravose).

Una seconda formula è la pensione per i precoci. In questo caso indipendentemente dall’età di potrà andare in pensione avendo accumulato 41 anni di contributi. Condizione necessaria è aver maturato dodici mesi di contribuzione prima del compimento dei 19 anni e appartenere ad una delle categorie dell’APE Sociale (dove figurano, come visto, i disoccupati).

Le ultime due possibilità

Dal 2023 le lavoratrici che hanno perso il lavoro o che sono impiegate in un’azienda che ha annunciato lo stato di crisi possono accedere a Opzione Donna. La misura permette il pensionamento a 60 anni (se non si hanno figli) con 35 anni di contributi maturati. L’età scende a 59 anni con un figlio e a 58 anni con due o più figli. Oltre alle disoccupate hanno accesso allo scivolo le caregiver da almeno sei mesi e le invalide con ridotta capacità lavorativa superiore al 74%.

Infine c’è la RITA, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Per ottenerla il disoccupato dovrà essere iscritto ad un Fondo per la pensione integrativa, aver maturato minimo cinque anni di iscrizione ad una forma complementare, aver cessato l’attività lavorativa da almeno due anni e aver versato almeno venti anni di contributi. Ultimo requisito, compiere 67 anni entro i dieci anni successivi alla domanda di accesso alla RITA. Ciò significa ottenere la rendita a partire dai 57 anni.

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