Dopo quante rate del mutuo non pagate si rischia di perdere la casa? Il pignoramento è un pericolo da evitare, vediamo come.
La banca ha la possibilità di pignorare l’immobile se l’intestatario del mutuo salta il pagamento delle rate.
Una questione seria da approfondire in questo particolare periodo storico. La BCE ha dovuto aumentare i tassi di interesse come conseguenza dell’inflazione e dall’aumento del costo del denaro. Ora, però, i cittadini con mutuo a tasso variabile si ritrovano a dover pagare delle rate maggiorate anche di 200 euro e non tutti riescono a coprire la somma. Difficoltà anche per chi ha acquistato casa e stipulato un mutuo diversi mesi fa, quando la rata sembrava abbordabile non sapendo che l’inflazione sarebbe arrivata alle stelle così come il costo della vita. Insomma, capita sempre più spesso che gli intestatari di un finanziamento non riescano a corrispondere mensilmente quanto dovuto all’istituto di credito. Può succedere un mese, due mesi, quattro mesi, ma quando incombe il pericolo che la banca pignori la propria abitazione per inadempimento dei pagamenti?
Rate del mutuo non pagate, quando scatta il pignoramento
Nel momento in cui il cittadino non paga le rate del mutuo la banca invierà dei solleciti all’interessato per recuperare le somme. L’iter che porta al pignoramento è piuttosto lungo e prima dell’atto conclusivo – quello peggiore – ci sono una serie di altre conseguenze in cui il contribuente incorre.
Secondo la Legge la confisca dell’abitazione può avvenire solamente in un caso. Qualora l’intestatario del mutuo non paghi diciotto rate mensili anche non consecutive. Prima di arrivare al pignoramento ci saranno una serie di passaggi che l’istituto dovrà mettere in atto. La banca dovrà informare il cliente della posizione di morosità e sollecitarlo al pagamento in un’unica soluzione. Poi dovrà avvisarlo della decadenza del contratto di mutuo e indicare la data in cui scatterà il pignoramento continuando a non versare quanto dovuto.
I diritti dei cittadini secondo la Legge
La Legge consente agli intestatari di mutuo di pagare le rate con un ritardo compreso tra trenta e 180 giorni. Una volta superati i 180 giorni iniziano le azioni di richiesta del pagamento da parte della banca. Ciò non significa che in precedenza il cittadino sia esente da ogni conseguenza. Già dopo trenta giorni viene considerato moroso e, di conseguenza, verranno applicati gli interessi di mora sul debito secondo quanto definito dal contratto di mutuo. Si diventerà cattivi pagatori e non sarà possibile richiedere altri prestiti.
Una volta trascorsi i 180 giorni, invece, scatterà la risoluzione del contratto con sospensione del finanziamento. Il debitore non avrà altre rate da corrispondere ma dovrà versare quelle vecchie più gli interessi. Continuando con l’inadempienza per diciotto mesi, come già detto, arriverà il pignoramento della casa.