Novità Assegno unico: servirà ancora l’ISEE? Attenzione alla documentazione

Ci sono delle importanti novità assegno unico che scatteranno a partire dal mese di febbraio. Scopriamo di cosa si tratta.

Il nuovo anno porta con sé tante novità. Tra queste vi è anche l’aumento degli importi dell’assegno unico e universale per i figli a carico.

A partire dal mese di febbraio, infatti, gli assegni unici saranno caratterizzati da un incremento del 50% per i figli fino a un anno di età. Inoltre, non sarà necessario presentare l’ISEE per ottenere tale maggiorazione.

L’aumento del 50% è legato all’andamento del tasso di inflazione che ha caratterizzato l’economia del 2022. Dunque, non sarà necessario presentare alcuna domanda: l’INPS erogherà gli aumenti d’ufficio.

La misura in questione non riguarda tutti gli importi dell’assegno unico, ma solo specifici casi.

In base a quanto stabilito dalla legge di bilancio 2023, anche l’assegno unico dovrà essere soggetto ad una rivalutazione pari al 7,3%.

Quali nuclei familiari beneficeranno della rivalutazione assegno unico 2023?

Novità Assegno unico: a chi spetta la rivalutazione?

In base a quanto previsto dalla legge di bilancio 2023, alcuni nuclei familiari beneficeranno di una maggiorazione assegno unico pari al 50% dell’importo previsto nel 2022. La legge fa riferimento alle famiglie in cui è presente un figlio in età inferiore a un anno. La maggiorazione interesserà ciascun figlio a prescindere dagli indicatori ISEE.

La novità assegno unico scatterà a partire da gennaio 2023 e interesserà l’erogazione del mese di febbraio.

La maggiorazione del 50% è prevista anche per i nuclei familiari in cui sono presenti almeno 3 figli in età compresa tra 1 e 3 anni.

In tal caso, però, è necessario avere un ISEE non superiore a 40.000 euro.

In ogni caso, tutti gli importi dell’assegno unico erogati nel 2023 saranno rivalutati in base all’attuale costo della vita. Sebbene non si conoscano ancora i dettagli della rivalutazione, si ipotizza che l’importo massimo della maggiorazione sarà di circa 94 euro al mese.

Per arrivare alla suddetta cifra occorrerà applicare una rivalutazione del 7,3%, così come previsto per gli assegni di pensione. In tal caso, l’importo massimo sarà pari a 87,5 euro al mese a cui andrà sommato il l’incremento del 50% per alcune categorie di nuclei familiari.

A conti fatti saranno circa 570 mila i nuclei familiari che beneficeranno dell’assegno unico nel 2023, per effetto delle modifiche introdotte dalla manovra finanziaria.

Per 100.000 sono previste maggiorazioni in presenza di almeno 4 figli. Complessivamente il governo dovrà farsi carico di una spesa di 18 miliardi di euro. Ma in base alle stime, la cifra è destinata ad aumentare di circa 600 milioni di euro entro fine anno.

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