In casa Ferrari si è consumato un cambiamento importantissimo che per anni ha fatto la differenza per le casse del team. Ecco cosa è accaduto.
In Ferrari il 2022 è stato un anno pieno di sorprese e stravolgimenti. Iniziato con proclami altisonanti sul nuovo corso in cui la Rossa avrebbe dovuto fare la differenza sul piano tecnico e finito con dimissioni e polemiche. La Scuderia ha approfittato del nuovo regolamento sportivo per ricucire il gap con la Mercedes, campione per otto anni di fila nell’era ibrida della F1. Il team, capitanato da Mattia Binotto, si è ritrovato a dover affrontare un avversario ancora più ostico.
La Red Bull Racing ha dominato la stagione, conquistando ben 17 Gran Premi e 2 Sprint Race. Max Verstappen ha vinto 15 gare. Nessuno nella storia della categoria regina del Motorsport era stato capace di mettere a segno un tale numero di trionfi in una singola stagione. Sergio Perez si è imposto su due tracciati cittadini, ovvero Monaco e Singapore. La Ferrari ha iniziato bene l’annata con i successi di Leclerc in Bahrain e Australia. Tutto sembrava tornato ad una normalità che da 15 anni non si respirava più a Maranello. Leclerc ha messo a segno 9 pole complessive, ma non è riuscito a trasformare in vittorie le tante partenze al palo.
Sono sopraggiunti problemi di natura tecnica ai nuovi motori Superfast, ma anche i soliti errori strategici. Il team è stato gestito male da Mattia Binotto, sebbene con delle attenuanti. L’ingegnere di Losanna ha fatto da parafulmini, gestendo al meglio le situazioni più spinose. In tanti al muretto non si sono dimostrati all’altezza della missione del top team italiano, ma alla fine ha pagato solo il team principal. In diverse occasioni lo svizzero ha coperto alcuni membri, rei di pasticci ingiustificabili. La F1-75 è calata alla distanza, anche a causa delle croniche difficoltà di sviluppo dell’auto. La RB18 e la W13, rispetto all’auto ad effetto suolo del Cavallino, hanno fatto la differenza, grazie agli aggiornamenti.
Lo scarso potere politico, nella stanza dei bottoni, ha rappresentato un’altra questione delicata. Dall’addio di Luca Cordero di Montezemolo, i successivi Presidenti della Ferrari hanno fatto sempre più fatica ad imporsi in un mondo di squali. Il confronto tra Binotto e gli altri team principal, come Horner e Wolff, a dir poco impari. Nel complesso la Ferrari ha accettato in modo sereno delle decisioni che hanno modificato gli equilibri di forza. Per poco la squadra non è stata sorpassata, in rimonta, dalla Mercedes. In graduatoria il distacco è stato di una quarantina di punti. Per come era iniziata la stagione, in pochi avrebbero scommesso in una Ferrari così in affanno.
Ferrari, il passo indietro di Mission Winnow
Nelle ultime gare Sainz e Leclerc, dopo essere rimasti a piedi in diversi appuntamenti, hanno girato depotenziati. Entrambi hanno subito sei sostituzioni di motori a testa. Su tutta la linea il 2022 è stato un anno molto illusorio e, forse, per questo motivo ancor più beffardo. Dopo due anni e mezzo il team è tornato sul primo gradino del podio, ma la gioia è durata troppo poco. A rendere ancora più complesso il tutto è arrivata la fine parziale di un matrimonio storico che è durato quarantotto anni.
La notizia di un passo indietro con lo storico sponsor tabaccaio era arrivata alla vigilia della nuova stagione. ll team italiano, nel 2022, si è iscritto alla competizione mondiale con la semplice dicitura di Scuderia Ferrari. Nel 2021 era presente la sigla Mission Winnow, progetto legato a Philip Morris International. Dal 2018 PMI, partner storico della Ferrari, aveva lanciato il progetto per ovviare ai divieti legati all’apparizione ad un simbolo legato alle note sigarette del gruppo americano. Leclerc, svelato il segreto della sua superiorità? Il ferrarista lo ammette. Date una occhiata anche all’agghiacciante racconto della vicenda Schumacher.
Mission Winnow (si pronuncia Win-Oh) rappresentò una discreta genialata per aggirare le leggi sulle sponsorizzazioni in F1, ma non ha portato benissimo alla Scuderia. Nel 2018 Sebastian Vettel non riuscì a contendere, fino alla fine il titolo a Lewis Hamilton, sebbene avesse una ottima monoposto. In termini di introiti, però, la collaborazione con lo sponsor tabaccaio ha sempre arricchito le tasche alla Rossa con decine di milioni di euro. Il progetto Mission Winnow, negli anni scorsi, ha preso forma, comparendo sulle tute e sulle livree delle monoposto emiliane.
Philip Morris non ha lasciato del tutto la Ferrari, comparendo qua e là nel corso del 2022, ma la scritta ha avuto solo delle sporadiche apparizioni in alcune tappe extraeuropee dove le leggi sulla promozione del tabacco sono, da sempre, meno stringenti. Tutto ciò potrebbe aver impattato in modo importante sulle dinamiche economiche del team. Non ci è dato sapere a quanto ammonta la cifra, ma ha sopperito alla grande con l’arrivo di altri sponsor.