L’assegno INPS si può perde facilmente se si commette questo errore: le nuove direttive INPS

Perdere l’erogazione dell’assegno sociale per la mancata conoscenza delle direttive INPS sarebbe un grave errore. Ecco cosa ha sottolineato l’ente di previdenza in una nota.

I percettori di assegno sociale devono rispettare determinate condizioni per non perdere il diritto alla prestazione.

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La circolare INPS 131/2022 riporta le condizioni necessarie per poter continuare a godere dell’assegno sociale. Parliamo di una prestazione economica erogata previa domanda riservata ai cittadini italiani e stranieri che versano in condizioni disagiate dal punto di vista economico. L’assegno sociale è l’erede della pensione sociale dal 1996 ma negli ultimi tempi le indicazioni hanno subito delle modifiche. In generale possono avere accesso alla misura i richiedenti di età pari o superiore ai 67 anni residenti in Italia, che vi risiedono in modo continuativo da almeno dieci anni e soddisfano i requisiti reddituali imposti dalla normativa. Entriamo nei dettagli della prestazione per non rischiare di perdere l’erogazione mensile.

Assegno sociale e condizioni di residenza, cosa sapere

La condizione di continuità del soggiorno in Italia di almeno dieci anni non prevede, in effetti, alcun controllo da parte della Legge istitutiva. Inoltre, non sono stabilite precisamente le ipotesi inerenti alla sospensione della continuità qualora il percettore dell’assegno dovesse recarsi all’estero.

Di conseguenza, l’INPS ha ritenuto opportuno approfondire la questione e, sentito il parere del Ministero del lavoro, ha comunicato le considerazioni nella circolare numero 131 del 2022. Per garantirsi soddisfatto il requisito di continuità di residenza in Italia non dovranno essere superati i termini di assenza dal territorio italiano nella misura di sei mesi consecutivi in cinque anni e dieci mesi complessivi in dieci anni. Sono esclusi dal conteggio i periodi di assenza legati ad obblighi militari, a gravi e comprovati problemi di salute, alla maternità o gravidanza, alla formazione professionale o al lavoro all’estero.

Tali condizioni non valgono solo per gli stranieri residenti in Italia che percepiscono l’assegno sociale ma anche per gli italiani percettori della misura che devono recarsi all’estero.

Delucidazioni sulla maggiorazione e i requisiti reddituali

Dal 2001 è prevista una maggiorazione per i soggetti fino a 75 anni di 12,92 euro per tredici mensilità e dai 75 anni in poi di 20,66 euro per tredici mensilità. Questa maggiorazione, poi, ogni anno subisce un incremento soggetto a perequazione a partire dai 70 anni di età con età ridotta di dodici mesi per ogni cinque anni di contribuzione.

Per quanto riguarda il requisito reddituale, l’INPS specifica che il limite è di 6.079,45 euro. Solo per i coniugati la soglia sale a 12.158,90 euro. Concorrono al conteggio tutti i redditi ad esclusione di quelli derivanti dalla casa di abitazione, dalla pensione di guerra, dall’indennità di accompagnamento, dai trattamenti di famiglia e da altri sussidi economici erogati da enti pubblici in modo non continuo. Si aggiungono tra i redditi esclusi nel calcolo, poi, l’indennizzo Legge 120/1992 riguardante soggetti danneggiati irreversibilmente dalle vaccinazioni obbligatorie e la maggiorazione sociale di 154,94 euro.

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