Ritirati lotti di caffè in cialde e capsule per la presenza di Ocratossina A oltre i limiti consentiti dalla Legge.
La lista dei richiami alimentari si allunga coinvolgendo la bevanda amata da milioni di italiani, il caffè.
Non c’è pace per i consumatori, le allerte alimentari non vanno in vacanza per Natale e continuano ad allarmare i cittadini. Riuscire a riempire il carrello della spesa diventa sempre più complicato non solo per i prezzi elevati ma anche per il dubbio che i supermercati possano non aver ancora ritirato prodotti oggetto di richiamo. Stare al passo con le comunicazioni del Ministero della Salute e dello Sportello dei Diritti non è semplice. Yogurt, salame, uova, acciughe, liquori, cioccolato; le cause del ritiro sono varie dalla salmonella all’ossido di etilene fino alla presenza di allergeni non segnalati o all’escherichia coli. I pericoli per la salute delle persone sono molteplici e ora giunge notizia di un nuovo attacco. Stavolta il prodotto interessato è il caffè, una bevanda amata da tantissimi italiani, e il motivo di richiamo precauzionale la possibile presenza di Ocratossina A. Scopriamo di più.
Ritiro caffè in cialde e capsule, i lotti interessati
Il richiamo è stato segnalato da Cadoro e Consilia e riguarda cialde e capsule di caffè espresso arabica. La confezioni di vendita delle cialde è quella da 18 pezzi da 7 grammi per un totale di 126 grammi di prodotto. Il Lotto di riferimento è il numero 01DD04B con termine ultimo di conservazione il 4 febbraio 2024.
Per quanto riguarda le capsule di caffè espresso arabica, il ritiro ha riguardato le confezioni da 16 pezzi da 7 grammi per un totale di 112 grammi compatibili con Nescafè Dolce Gusto. I Lotti interessati sono 01ND02B e 01ND03B con scadenza rispettivamente il 2 febbraio 2024 e il 3 febbraio 2024. L’azienda produttrice è Caffè Trombetta Spa. I prodotti non devono essere consumati ma riconsegnati al punto vendita di acquisto per chiederne il rimborso.
Ocratossina A, cosa comporta
Causa del ritiro la possibile presenza di Ocratossina A oltre i limiti consentiti dalla Legge. L’Ocratossina A è epatotossica, nefrotossica, teratogena, immunotossica per tante specie animali e provoca tumori renali ed epatici nelle cavie. In relazione agli uomini, l’OTA è stata segnalata come possibile agente cancerogeno per l’uomo (Gruppo 2B).
Appartenendo alle micotossine, l’Ocratossina comporta conseguenze a livello gastrointestinale con pericolose intossicazioni dei reni, del fegato, dei centri nervosi, del tratto digestivo e della circolazione sanguigna. Attenzione, dunque, alla consumazione dei prodotti oggetto di ritiro.