L’invalidità con legge 104 a che età consente di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro? Troviamo tre possibilità di scelta.
La pensione di vecchiaia giunge prima per le persone con invalidità a condizione che rispettino determinati requisiti.
L‘uscita anticipata dal mondo del lavoro è un’opportunità che tanti lavoratori auspicano. Arrivare a 67 anni è un traguardo difficile da raggiungere soprattutto per chi svolge lavori particolarmente impegnativi mentalmente e fisicamente. Il sistema pensionistico italiano prevede, così, la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo accettando, in molti casi, un assegno pensionistico più basso del previsto. Tra le forme anticipate citiamo l’APE Sociale e Opzione Donna nonché la pensione anticipata ordinaria. Si diversificano in base ai requisiti anagrafici e contributivi da rispettare ma anche per l’occupazione svolta. L’INPS, poi, prevede l’uscita anticipata indipendentemente dal lavoro per gli invalidi a condizione che siano considerati inabili gravi, con una percentuale pari o superiore all’80%. In questo caso l’età pensionabile sarà di 56 o 61 anni. Scopriamo di più.
In pensione con l’invalidità e legge 104 a 56 o 61 anni
I lavoratori dipendenti del settore privato con invalidità certificata pari o superiore all’80% possono ottenere la pensione di vecchiaia anticipata. La misura agevola notevolmente coloro che non possono lavorare a causa di una malattia o una disabilità. Invece di attendere i 67 anni si potrà ottenere il pensionamento a 56 anni se donne e 61 anni se uomini. Inoltre, al momento della domanda si dovranno avere alle spalle almeno venti anni di contributi.
Da sapere, poi, che lo scivolo in questione prevede una finestra mobile di 12 mesi che scatta al momento dell’inoltro della richiesta di pensione anticipata per invalidità. Per chiarire meglio la prestazione specifichiamo che si tratta di una domanda di passaggio dall‘assegno ordinario di invalidità alla pensione di vecchiaia anticipata. Per portare a termine correttamente la procedura occorrerà presentare all’INPS tutta la documentazione di riconoscimento del proprio status.
E i lavoratori con percentuale inferiore all’80%?
Per i lavoratori che hanno riconosciuta l’invalidità dal 74% al 79% e non rientrano, dunque, tra i destinatari della pensione di vecchiaia anticipata rimane l’opportunità dell’APE Sociale. Tale misura in chiusura a fine anno dovrebbe essere quasi certamente prorogata nel 2023. La Legge di Bilancio confermerà o meno questa scelta del Governo.
L’APE Sociale permette di accedere alla pensione a 63 anni e con 30 anni di contributi ma solamente se considerati invalidi al 74% o più. Le altre categorie che possono sfruttare questa misura – ricordiamo – sono i caregiver che assistono familiari con disabilità grave da almeno sei mesi, i disoccupati senza indennità e gli addetti alle mansioni gravose. L’APE in realtà è una forma di accompagnamento fino al raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. Consente l’erogazione di un assegno di massimo 1.500 euro e non prevede la tredicesima.