Addio SPID: stop al caos delle identità digitali, il Governo intende farlo davvero

A quanto pare il governo Meloni avrebbe intenzione di dire stop al caos delle identità digitali e addio allo SPID.

La diffusione dell’identità digitale ha permesso di facilitare l’accesso dei cittadini ai servizi pubblici. Per il momento sono oltre 33 milioni, i cittadini che possiedono un documento d’identità digitale SPID.

Addio SPID
Internet tutto gratis

Grazia all’identità digitale SPID, i cittadini hanno la possibilità di accedere ai servizi online per effettuare i pagamenti, le iscrizioni e chiedere bonus. Si tratta di un’importante semplificazione di accesso ai servizi pubblici.

Ma lo scorso sabato 17 dicembre, in occasione dell’iniziativa per i 10 anni dalla fondazione di Fratelli d’Italia, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessio Butti, ha comunicato l’intenzione del governo di spegnere le identità digitali SPID.

Perché eliminare un sistema all’avanguardia che ha permesso di semplificare le operazioni dei cittadini con la Pubblica amministrazione?

Addio SPID: che cosa hai intenzione di fare il Governo?

Il governo Meloni hai intenzione di spegnere gradualmente lo SPID. La notizia è stata confermata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti, che ha dichiarato che il Governo intende: «spegnere gradualmente SPID che raccoglie una serie d’identità digitali e facilitare l’azione delle nostre imprese e dei cittadini con la Pubblica amministrazione. D’accordo tutti dobbiamo cominciare a spegnere lo SPID e avere la carta d’identità elettronica come unica identità digitale».

Insomma, non si tratta di una rinuncia all’identità digitale e al servizio di semplificazione messo a disposizione dei cittadini, bensì della volontà di riunire sotto un’unica identità tutte quelle attualmente disponibili.

Al momento, infatti, è possibile accedere a molti servizi sia tramite SPID che tramite carta d’identità elettronica e carta nazionale dei servizi.

In particolare, la carta d’identità elettronica è attiva già per più di 32 milioni di cittadini italiani. Essa rappresenta un’evoluzione della vecchia carta d’identità cartacea. Attualmente, chiunque esegue il rinnovo della carta d’identità riceve la CIE.

Grazie a questo strumento dotato di due microchip è possibile anche autenticarsi online e accedere a diversi servizi delle Pubbliche amministrazioni.

Ad esempio, l’utente che desidera accedere al portale MyInps o a quello dell’Agenzia delle entrate può utilizzare sia lo SPID che la carta d’identità elettronica. Quest’ultima però offre un livello di sicurezza e di protezione dei dati personali decisamente più alto, rispetto al primo sistema.

Per quanto riguarda la rapidità dell’accesso va detto che entrambi i metodi risultano veloci, soprattutto tramite smartphone. Basta inserire dei codici o autorizzare l’accesso tramite impronta digitale e il gioco è fatto.

Da PC, invece, risulta più comodo e rapido il sistema SPID.

Cosa vuole fare il Governo?

Stando alle dichiarazioni di Alessio Butti, il Governo avrebbe intenzione di spegnere gradualmente lo SPID, in modo tale da rendere la CIE l’unico strumento d’identità digitale disponibile.

Si tratta, dunque, di un ulteriore semplificazione del meccanismo di accesso ai servizi della Pubblica amministrazione.

L’intenzione di far convergere lo strumento SPID è quello che era già stato messo sul tavolo del governo Conte 2 e annunciato anche della Ministra per l’Innovazione Paola Pisano.

Dunque, quando Butti parla di uno spegnimento graduale dello SPID non intende che 33 milioni già attive spariranno nel nulla. Ma fa riferimento a un’unione tra i due progetti.

In che modo il Governo riuscirà a far convergere le due identità digitali?

Dopotutto, lo SPID è meccanismo erogato dai cosiddetti Identity provider. In che modo avverrà la migrazione? Per il momento, questo resta il nodo cruciale della situazione che vede uno stallo sull’intenzione di dire addio SPID.

Dopo le dichiarazioni, Butti ha deciso di scrivere una lettera di chiarimento in cui ha specificato che l’intenzione del governo non è quella di: «eliminare l’identità digitale, ma averne solamente una, nazionale e gestita dallo Stato. Stiamo lavorando, sulla base di questa idea, sondando le necessità di tutti gli stakeholder coinvolti. I primi esiti dei nostri colloqui sono incoraggianti e li puntualizzeremo nei prossimi mesi con estrema trasparenza».

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