Rendimenti BTP a 12 mesi: gli effetti disastrosi dell’inflazione, e si studia cosa fare

Lo scorso venerdì è avvenuta un’asta di Buoni del Tesoro: diamo un’occhiata ai rendimenti BTP a 12 mesi.

Difficilmente è possibile trarre profitto da BTP a breve scadenza. Eppure, con l’asta di venerdì 9 dicembre, gli investitori sono riusciti ad aggiudicarsi i buoni ad un prezzo lievemente in aumento per un rendimento lievemente in calo.

Rendimenti BTP a 12 mesi
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Le ragioni dietro l’effetto registrato su BTP 12 mesi sono strettamente legate all’andamento del tasso di inflazione. Ad ogni modo, gli scostamenti di quotazione e cedola sono minimi e segnalano un rapporto di copertura rimasto nella media del periodo, per un valore pari a 1,42.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ritiene che ad oggi si sia raggiunto all’apice dei rendimenti e che quindi, a partire dal prossimo anno, le cose potrebbero cambiare in meglio. Tuttavia, gli economisti non sono d’accordo e prevedono che l’equilibrio sarà raggiunto verso la fine del 2023.

Rendimenti BTP a 12 mesi: facciamo chiarezza

Lo scorso venerdì si è tenuta l’asta di BTP a 12 mesi. Il rapporto di copertura è rimasto nella media con una quotazione che passa da 97,365 centesimi a 97,345 centesimi. Dunque, la quotazione è leggermente in aumento, ma a diminuire ci pensa il valore della cedola che passa dal 2,699% al 2,69%.

Come abbiamo detto questi sono gli effetti diretti del tasso di inflazione, che sta caratterizzando l’economia del periodo.

Tuttavia, il MEF prevede che con la discesa del tasso di inflazione dovrebbero cominciare ad aumentare anche le quotazioni di Btp e Titoli di Stato.

Ma il percorso difficilmente sarà lineare. Probabilmente, uno degli aspetti che peserà maggiormente sull’andamento dei prezzi sarà il rallentamento economico degli stessi tassi di interesse.

In base lo studio condotto dalla CGIA, l’aumento del tasso di inflazione, che caratterizzerà l’economia tra 2022/2023, costerà le imprese circa 15 miliardi di euro.

La stima è stata effettuata tenendo conto della tendenza media ponderata che si è verificata tra luglio e novembre 2022. In questa finestra temporale, si è registrato interesse medio del 2% sui prestiti alle imprese.

Tutto ciò si traduce in un aggravio di 14,9 miliardi di euro sui complessivi 749 miliardi erogati.

Cosa dobbiamo attenderci il prossimo anno

In base alle previsioni del MEF, i BTP 12 mesi dovrebbero aver raggiunto il picco in termini di rendimento. Dunque secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze nelle prossime settimane, anzi nei prossimi mesi, i buoni dovrebbero tornare ad avere rendimenti maggiori. Ma è davvero così? Secondo gli esperti l’equilibrio sarà raggiunto a fine 2023.

Quel che è certo, è che il prossimo anno sconterà l’effetto negativo delle impostazioni restrittive della BCE. Di conseguenza, In Italia, si registrerà un calo dei prestiti di circa 1,5% per il credito al consumo e del 2,8% per il credito alle imprese.

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