Permessi Legge 104, il datore di lavoro può negarli?Incredibile cosa può succedere

Se il datore di lavoro nega i permessi previsti dalla Legge 104 può incorrere in sanzioni. Vediamo in quali casi.

L’Ispettorato del Lavoro ha chiarito le condizioni che determinano sanzioni per il datore di lavoro che rifiuta un permesso 104.

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Con una nota, l’Ispettorato del Lavoro delinea le direttive riguardanti gli obblighi per i datori di lavoro e i diritti per i caregiver che assistono un familiare con invalidità grave. La comunicazione nasce dall’esigenza di fornire ai cittadini i chiarimenti necessari per sciogliere ogni possibile dubbio con riferimento ai cambiamenti introdotti dal Decreto 105/2022. Nello specifico il DL ha modificato l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare ma tante aziende hanno preferito ignorare le novità. I lavoratori, dunque, devono sapere quali sono i diritti di cui approfittare e quando è possibile richiamare il datore di lavoro per un illecito o un atto di discriminazione che comporta delle sanzioni.

Permessi Legge 104, le novità della normativa

L’articolo 2 bis della Legge 104 stabilisce il divieto di discriminare oppure riservare un trattamento svantaggioso per i caregiver ossia i lavoratori che hanno bisogno di un permesso dal lavoro per assistere un familiare con invalidità grave certificata. I caregiver qualora si dovessero sentire discriminati potrebbero agire in giudizio contro il datore di lavoro chiedendo un tentativo di conciliazione.

La nota dell’Ispettorato del Lavoro, poi, sottolinea come i lavoratori che chiedono permessi per assistere un figlio con invalidità grave, la parte dell’unione civile oppure il convivente di fatto (la convivenza potrebbe iniziare anche dopo la richiesta di permesso) devono essere equiparati al coniuge convivente. Violando il diritto del dipendente, il datore rischia una sanzione compresa tra 516 e 2.585 euro.

Non solo, in caso di rifiuto e ostacolo alla fruizione del permesso della Legge 104, il titolare dell’azienda rischia la misura interdittiva del mancato conseguimento delle certificazioni le cui conseguenze sono molto serie.

Le direttive continuano

Le modifiche apportate dal DL 105 prevedono che tutti i lavoratori con Legge 104 possano trasformare il contratto di lavoro da full time a part time principalmente al verificarsi di particolari condizioni. Parliamo della manifestazione di malattie oncologiche, di gravi patologie cronico-degenerative, della necessità di assistere un familiare con grave e permanente inabilità lavorativa che ha bisogno di assistenza quotidiana continua.

La trasformazione da tempo pieno a parziale è un diritto del lavoratore e non potrà mai essere licenziato, retrocesso nella carica, assegnato ad una mansione di livello inferiore, sanzionato, trasferito a causa della richiesta. In caso contrario il datore potrà essere incriminato per atto discriminatorio.

Non solo permessi 104, novità anche per lo smartworking

Tra le novità del 2022 ricordiamo la possibilità per il dipendete con Legge 104 di usufruire del lavoro agile (lo smartworking). Possono richiederlo i dipendenti con figli fino a 12 anni o senza limiti di età se disabili, i lavoratori con disabilità riconosciuta e accertata dalla Legge 104 e i caregiver.

Alla richiesta non possono fare seguito azioni discriminatorie o ritorsive. Se applicate verranno considerate nulle.

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