Il costo del pellet diminuisce, grazie al Governo: ma il prezzo per la salute sarà enorme

Il Governo ha preso una decisione che renderà felici molti consumatori: il costo del pellet diminuisce, con la riduzione dell’IVA. Ma qual è il prezzo per la salute?

Nell’ultimo anno, a causa della crisi energetica e dell’aumento del tasso di inflazione, il biocombustibile che alimenta le stufe a pellet ha visto lievitare notevolmente il suo prezzo.

Il costo del pellet diminuisce
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I consumatori, che avevano scelto un riscaldamento ecologico e conveniente, hanno dovuto fare i conti con il raddoppio dei costi di un sacco di pellet.

Come se non bastasse, il timore che la Russia potete chiudere il gasdotto Gazprom, ha spinto molti consumatori ad acquistare stufe a pellet, nel tentativo di trovare un’alternativa al gas metano proveniente dal Cremlino.

Tuttavia, l’aumento della domanda ha provocato un inevitabile innalzamento dei costi per l’acquisto del macchinario. Ed è così che ci si trovati con costi lievitati sia per l’acquisto della stufa che per l’acquisto del biocombustibile.

Ma il Governo italiano ha in mente una manovra che permetterebbe di ridurre il prezzo del pellet. Anche se, sorgono molti dubbi in merito all’impatto ambientale e sanitario di questo sistema.

Il costo del pellet diminuisce: la decisione del Governo lo conferma

Il Governo italiano, formato dalle forze politiche di centro-destra, ha in mente di ridurre l’Iva sul pellet dal 22% al 5%. La novità dovrebbe essere inserita in Legge di bilancio 2023, ed è avallata anche dalle altre forze politiche come il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle.

L’intenzione di ridurre l’IVA è legata anche ad alcuni dati che dimostrano come gli italiani siano tra i maggiori consumatori di combustibile legnoso ecologico.

Dunque, l’IVA al 5% sul pellet avrebbe lo scopo di offrire un importante aiuto economico ai cittadini in difficoltà. Ma, allo stesso tempo, il Governo metterebbe in campo una misura che, seppur ecologica, ha comunque un impatto sull’ambiente.

Come suggerito da Francesco Romizi, responsabile relazioni esterne di Isde Italia, sostiene che abbassare l’Iva sul pellet sia un metodo che crea danni all’ambiente e alla salute. Il responsabile ritiene che sarebbe più opportuno che il Governo concentrasse maggiori sforzi sulla diffusione delle pompe di calore e dei sistemi di energia rinnovabile.

Le critiche di Romizi partono da dati piuttosto eclatanti. A quanto pare, secondo uno studio europeo, l’Italia è il primo paese in Europa per costi sanitari da riscaldamento. In particolare, il nostro è il primo paese ad utilizzare stufe e camini a pellet.

Secondo la ricerca, questi impianti di riscaldamento che prevedono la combustione di legno e dei suoi derivati, sarebbero la causa principale di molte malattie, in Italia, con un impatto economico di 4 miliardi di euro.

Il pellet costerà di meno, ma a caro prezzo per la salute

Il presidente di Cittadini per l’aria, Anna Gerometta, ha commentato l’intenzione del governo di rendere più conveniente il pellet abbassando l’IVA, definendolo un paradosso.

“È paradossale che proprio durante lo svolgimento della Cop15 e mentre 650 scienziati avvisano la comunità mondiale che bruciare legna per generare calore e elettricità mette a rischio la biodiversità e il raggiungimento degli obiettivi climatici, si proponga di facilitare l’uso dei combustibili solidi come legna e pellet.

La cosa ancora più paradossale è che questa iniziativa avvenga proprio in uno dei paesi con la più elevata mortalità in Europa, quanto a inquinanti dell’aria. L’Italia, infatti, è candidato a pesanti sanzioni europee per la violazione dei limiti di legge per il particolato, prodotto proprio dall’utilizzo di combustibili solidi”.

Questi dati sono riportati nel rapporto dell’Agenzia Europea per l’ambiente del 2020. In tale occasione, l’agenzia ha segnalato che in Italia ci sono circa 70.000 morti precoci all’anno, a causa dell’inquinamento da particolato.

Nello specifico, l’Italia è al primo posto per decessi da inquinamento per la presenza di polveri sottilissime, ozono e biossido di azoto.

Incentivare l’utilizzo dei combustibili solidi, come il pellet, è davvero il modo giusto di aiutare i cittadini?

Anche se il costo di un sacco di pellet diminuisce, qual è il prezzo da pagare in termini di inquinamento e di danni alla salute?

Nonostante i numeri dei morti e delle spese sanitarie legate all’inquinamento dell’aria, le forze politiche hanno presentato tutte emendamenti, quasi identici, per la riduzione dell’IVA sul pellet.

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