Scopriamo se e quando l’assegno ordinario di invalidità deve essere rinnovato per continuare ad ottenere l’erogazione della prestazione.
I cittadini con grado di disabilità superiore al 67% e riduzione della capacità lavorativa di almeno due terzi può richiedere un’importante agevolazione.
Lo Stato tutela i cittadini con disabilità erogando prestazioni economiche e assistenziali volte a migliorare la qualità della vita dei soggetti stessi e dei loro familiari. La Legge 104 è l’intervento più conosciuto che contiene una serie di agevolazioni di cui usufruire solamente dopo il riconoscimento dell’invalidità. Il richiedente dovrà avviare un iter che porterà alla redazione di un verbale da parte di una commissione incaricata INPS. In questo verbale si potrà conoscere il grado di invalidità riconosciuto fondamentale per sapere quali sono le prestazioni a cui avere accesso. Ad esempio, i soggetti con ridotta capacità lavorativa di almeno due terzi possono richiedere e ottenere l’assegno ordinario di invalidità. Il riconoscimento, però, ha una scadenza precisa ossia tre anni. Superato questo lasso temporale occorrerà rinnovare la misura procedendo con la revisione. Ma il rinnovo non sarà chiesto per sempre.
Assegno ordinario di invalidità, i tempi della revisione
L’assegno viene erogato dall’INPS per tre anni dopo il primo riconoscimento. Una volta trascorso questo lasso temporale il percettore dovrà procedere con la richiesta di recisione o perderà il diritto alla prestazione. Tanti soggetti interessati attendono la convocazione da parte dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ma tale attesa è inutile.
All’INPS non spetta convocare i percettori dell’assegno ordinario di invalidità. Deve essere il cittadino a fare richiesta di revisione o altrimenti perderà i soldi. Solo dopo la presentazione della domanda allora l’ente della previdenza procederà con l’inoltro al soggetto richiedente della convocazione. E non finisce qui. Una volta ottenuta la proroga occorrerà rispettare nuovamente la scadenza dei tre anni per inviare nuova richiesta di revisione. Nello specifico, la domanda è bene che sia presentata prima del termine ultimo in modo tale da non perdere alcuna mensilità.
La revisione sarà ogni tre anni per sempre?
I percettori della prestazione devono ricordare di inviare richiesta di revisione prima della scadenza dei tre anni perché superando il termino ultimo si dovrà attendere il primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Gli interessati possono agire fino a sei mesi prima della scadenza. In questo modo si sarà certi di continuare a percepire l’indennità senza perdere nemmeno una mensilità tra primo e secondo triennio.
Solo a partire dal terzo riconoscimento la prestazione diventa definitiva e senza scadenza. Fino ad allora occorrerà inviare per tempo domanda di revisione.