Reddito di cittadinanza, c’è chi potrebbe perderlo prima per 2 motivi poco considerati

Tiene banco il tema reddito di cittadinanza, dopo le novità apportate per il prossimo futuro sulla misura: ma c’è chi potrebbe perderlo già ad inizio 2023? I dettagli

Si tratta di una questione che desta sempre grande attenzione, quella che si lega al reddito di cittadinanza, al centro delle novità apportate dall’esecutivo con la legge di bilancio.

reddito di cittadinanza
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E proprio a proposito di tali novità, potrà essere più difficile tornare a beneficiarne, dal momento che i tempi per una eventuale soluzione si vanno sempre più a ridurre.

Ad inizio anno occorrerà, come come previsto originariamente dalla normativa, procedere al rinnovo dell’ISEE. E ciò potrebbe portare alla perdita del beneficio della misura per alcuni, i particolar modo per coloro che già sono consapevoli che fra il 2020 (ISEE 2022) e 2021 (ISEE 2023), ha avuto luogo un miglioramento circa la situazione economica.

Un miglioramento che potrebbe comportare il superamento delle soglie stabilite circa il godimento della misura stessa. Vi è poi ance un altro aspetto, ovvero che al dl là della questione ISEE; la legge di Bilancio recente va ad introdurre alcune situazioni in cui, in assenza del rispetto della normativa, vi potrà essere la perdita immediata del RdC.

Dunque, l’elemento legato all’ottavo mese, in merito a tutti i nuclei familiari tranne quelli in cui vi è quantomeno un minore, disabile o over 60, circa il rischio di poter eventualmente perdere il fenicio. Ma ciò si aggiungono anche altre circostanze.

Reddito di cittadinanza e questione ISEE: rinnovo e aspetti da sapere

Tanti gli elementi che destano attenzione quando si parla in generale di economia, come nel caso dell’assicurazione auto e della questione rinnovo: qui le eventuali conseguenze legate alla mancata copertura e altri aspetti.

Tornando però al punto in questione, i percettori del Reddito di Cittadinanza dovranno fare il rinnovo ISEE ad inizio anno prossimo. Tale aspetto non è cambiato e si lega alla regolare procedura secondo cui ciascun inizio anno coloro che percepiscono la misura devono dare comunicazione ad INPS in merito a redditi e patrimoni aggiornati.

A tal fine occorre la prestazione di una nuova DSU, entro la scadenza del 31.01.23, in modo tale che l’Istituto possa dar seguito ai ricalcoli della misura già con la ricarica di febbraio.

Quella precedente sarà invece pagata mediante il conto ISEE dell’anno prima. Qualora non si presentasse il rinnovo ISEE, vi sarebbe la sospensione del pagamento di febbraio. I rischi  si legato al fatto che, circa il rinnovo ISEE, ne risulti la perdita per quanto riguarda i requisiti per il godimento della misura.

Per quanto concerne il periodo considerato, è quello che va dal primo gennaio al trentuno dicembre 2021, visto che nella DSU si considerano redditi e patrimoni con riferimento a due anni precedenti.

In merito, qualora si verificasse il miglioramento della condizione economica di un soggetto rispetto all’anno precedente, il rischio anzitutto potrebbe riguardare il superamento della soglia di 9.360 euro, ovvero il limite secondo normativa.

Ma anche quello che riguarda l’eventuale superamento della soglia limite del reddito familiare. Il quale ammonta a seimila euro per la persona sola. Circa invece i nuclei familiari più numerosi lo si dovrà moltiplicare mediante parametro della scala di equivalenza.

Il risultato, per esempio, in merito ad una famiglia che vede due maggiorenni, riguarderà una soglie limite oltre cui non andare pari a 8400 euro.

In tale casistica, la misura verrebbe a cadere subito, in relazione alla perdita dei requisiti, e senza pagamenti a febbraio. La sola possibilità riguarda la presentazione di un ISEE corrente, per cui si vanno a guardare redditi e patrimoni di 1 anno prima.

Tuttavia occorrerà sbrigarsi dal momento che, come annunciato, vi sarà la cancellazione della misura ad inizio 2024.

RdC e rischio di perderlo: la questione legata alle sanzioni

Un altro aspetto che desta attenzione, e che si lega alla legge di bilancio 2023, è quello legato all’introduzione delle sanzioni severe riguardo i soggetti occupabili. Ovvero, per coloro che hanno sottoscritto il Patto per il lavoro col centro per l’impiego.

Vi è l’obbligo di partecipare ad un corso di formazione oppure di riqualificazione professionale quantomeno per sei mesi, si legge su Money, la cui indicazione dovrà arrivare dal centro per l’impiego.

In caso di rifiuto o di accettazione ma senza partecipazione, vi sarebbe subito la decadenza della misura.

Così come per quanto concerne coloro a cui si presenta una proposta lavorativa, a patto che vi siano le caratteristiche per la definizione di congrua. Nel caso di rifiuto, già al primo, vi è la decadenza del beneficio.

La normativa va a stabile che coloro che hanno sottoscritto il Patto di Lavoro dovranno essere a disposizione del Comune circa lavori utili per la collettività, quantomeno per otto ore a settimana.

Vi è stato, in questi anni, un impiego di una parte di coloro che percepiscono la misura per tali attività. Tuttavia, dal nuovo Esecutivo la richiesta di spingere in tal senso. E in caso di rifiuto da parte dei percettori, lo stop immediato al beneficio.

Qualora, si legge, il RdC fosse tolto in relazione ad una sanzione, sarebbe complicato recuperarlo. Vi è in tal senso la sanzione accessoria per cui, in caso di decadimento, non vi sarà modo di fare nuova richiesta prima di diciotto mesi, (sei qualora si tratta di nuclei con minori oppure disabili), nel momento in cui però la misura sarà cancellata.

Questi alcuni dettagli in generale. Ma è opportuno e bene approfondire ed informarsi anche presso esperti della materia e soggetti competenti per chiarire dubbi eventuali e saperne maggiormente.

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