Contante ed Economia sommersa: 2 Regioni italiane hanno la maglia nera

In base alle stime dell’Upb: dove circola maggiormente il contante, è lì che vi è una maggiore proliferazione dell’economia sommersa.

Quando si parla di economia sommersa si fa riferimento a qualsiasi tipologia di attività economica che riesce a sfuggire all’osservazione statistica. In base ad una stima effettuata dall’ufficio parlamentare bilancio, è stato riscontrato che dove vi è un maggiore utilizzo del contante, maggiore è l’economia sommersa osservata.

Economia sommersa
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Grazie alle stime è stato possibile individuare le due regioni in cui vi è una maggiore circolazione del contante: Campania e Calabria.

I dati riportati dall’Ufficio parlamentare bilancio riguarda l’indagine condotta dalla Study on the use of cash by households della BCE.

I dati emersi hanno sottolineato come in Calabria e in Campania ci sia il maggior numero di attività sommerse.

Economia sommersa: i dati di Campania e Calabria

L’indagine condotta dalla BCE ha individuato le 2 regioni in cui vi è un maggior numero di attività di economia sommersa. Ci stiamo riferendo alla Campania e alla Calabria, con quest’ultima maglia nera d’Italia.

In Calabria, infatti, in base alle stime, pare che l’economia sommersa sia arrivata ad un picco di circa il 21% dell’economia totale. Per quanto riguarda il valore delle transazioni in contante, questo supera del 90% le transazioni totali.

Per la Campania l’economia non osservata si aggira intorno al 20% e l’utilizzo del contante equivale all’80% delle transazioni totali.

Lo studio condotto ha evidenziato che le Regioni in cui vi è un maggiore utilizzo di contante sono anche quelle in cui si registrano i maggiori livelli di evasione fiscale.

Se la Calabria e la Campania sono le 2 regioni in cui l’economia sommersa sguazza, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna sono le tre regioni più virtuose.

In particolare, in Lombardia l’economia non osservata si aggira attorno al 11%, con una circolazione del contante che oscilla tra il 55 e il 60%.

In Friuli Venezia Giulia l’economia non osservata è di poco superiore a quella della Lombardia, mentre l’utilizzo del contante è inferiore al 60%. Infine, c’è l’Emilia Romagna dove l’economia non osservata è pari al 12%, con utilizzo del contante sotto al 65%.

Provvedimenti legislativi

Nel documento depositato presso le Commissioni bilancio di Camera e Senato c’è un capitolo dedicato ai provvedimenti legislativi che sono stati assunti nel corso degli anni in merito alla circolazione del denaro contante.

Negli ultimi anni i governi hanno tentato di ridurre la circolazione del contante limitando il tetto massimo. Tuttavia, quest’anno, con l’elezione del nuovo esecutivo, si è assistito ad un’inversione di tendenza con un innalzamento della soglia del contante da 1000 a 5000 euro.

Non solo ma, con l’approvazione della prossima manovra di bilancio, sarà introdotta anche un’altra importante novità che riguarda l’introduzione di un limite di €60 al di sotto dei quali l’esercente può rifiutare di accettare pagamenti elettronici.

In base alle stime Upb, un tetto più contenuto alla circolazione del contante ha lo scopo di promuovere una strategia anti evasione e antiriciclaggio. Inoltre, in questo modo si contribuisce ad eseguire un miglior monitoraggio del denaro di provenienza illecita, sia sotto l’aspetto fiscale che del riciclaggio.

Il documento dell’ufficio conferma dunque che l’aumento dei pagamenti in contanti incrementerà l’evasione. A dimostrazione di quanto detto viene riportato l’esempio dell’aumento del tetto dei contanti, avvenuto con la manovra del 2016.

In quell’occasione si passò ha un tetto di 1000 euro ad uno di 3000 euro. I risultati di questo cambiamento portarono ad una crescita dell’economia sommersa.

Allo stesso tempo, l’abbassamento del tetto del contante che si è verificato nel 2011, quando si passò da 5000 a 1000 euro, sottolinea come tale intervento abbia contribuito a ridurre l’evasione.

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